lunedì 29 aprile 2019

Letture e preferiti del mese di aprile 2019.

Ciao a tutti lettori!
Questo mese è trascorso velocemente e me ne rendo conto da questo articolo. Infatti mi sembra passato poco tempo dall'ultima volta in cui vi ho presentato le letture ed i preferiti del mese.
Penso che le giornate festive pasquali ed i preparativi per il compleanno di Stefano abbiano avuto il merito di avermi fatta svagare e perdere la concezione temporale.
Difatti, durante i giorni festivi dell'ultimo periodo ho avuto modo di riposarmi e rilassarmi assieme alla mia famiglia ed a Stefano.
Ammetto di aver mangiato parecchio cioccolato, ma d'altronde non ho potuto rifiutare di assaggiare tutti i dolci che mia mamma ha preparato.
La bilancia non sarà molto felice di questi miei sgarri, ma nei prossimi giorni compenserò con qualche esercizio fisico in più.
Inoltre, il 27 aprile è stato il compleanno di Stefano.
È il quarto compleanno che trascorro al suo fianco ed ogni anno sono grata di poter condividere con lui questo ed altri attimi.
Per festeggiare la sua giornata speciale abbiano deciso di stare insieme per tre giorni consecutivi, ossia abbiamo approfittato dell'occasione per crearci del tempo per rimanere insieme.
Finalmente è tornato il sole e quindi abbiamo anche goduto di alcune giornate primaverili per visitare qualche città.


Altresì, un giorno ho incontrato casualmente Chiara ed Eleonora, ossia le due ragazze che condividono il blog booksjungleblog.wordpress.com
In seguito abbiamo quindi deciso di vederci per trascorrere una mattinata insieme. 
Questo è solo uno dei svariati esempi per cui affermo che il blog mi sta donando più di quanto potessi immaginare, in questo caso, precisamente, per quanto riguarda le amicizie che mi ha permesso di instaurare.

Infine, la Casa Editrice De Agostini mi ha gentilmente omaggiata della copia digitale de "Il castello invisibile" di Mizuki Tsujiumura, un libro toccante che mi ha incantata. 
Presto sul blog troverete il mio pensiero in merito.


Terminato il mio sproloquio, ora vi presento le letture ed i preferiti del mese di aprile 2019.


Letture e preferiti del mese:

Letture del mese:
Libri letti:
- "Una stanza tutta per sé" di Virginia Woolf;
- "The 100 - Day 21" di Kass Morgan;
- "Harry Potter e il Principe Mezzosangue" di J. K. Rowling;
- "La casa degli spiriti" di Isabel Allende;
- "The Help" di Kathryn Stockett;
- "Il castello invisibile" di Mizuki Tsujiumura.

Manga letti:
"Arte", volume 9, di Kei Ookubo.


Libro in corso di lettura:
"The queen of the tearling" di Erika Johansen.


Preferiti del mese:
- Libro: "The help" di Kathryn Stockett. 
Ho rimandato per anni il recupero di questa lettura e mi sono pentita di non essermi mai decisa a leggere questo meraviglioso libro. 
Svariati anni fa vidi il film e lo amai, ma il cartaceo mi ha emozionata maggiormente. 
Questo libro è uno dei rari titoli che consiglierei a chiunque.

- Serie televisiva: "Jane the Virgin", la quinta stagione. 
Sto recuperando settimanalmente i nuovi episodi, i quali mi stanno distruggendo emotivamente. 
Adoro Jane e sono molto grata a questa serie televisiva, perché mi ha fatto sentire compresa sotto differenti miei aspetti personali.

- Film: "Dumbo". 
Ovviamente non potevo non andare a vedere il nuovo live action della Disney. 
Personalmente ho adorato Dumbo ed ho altresì pianto nel vedere il piccolo elefante della mia infanzia in una nuova veste. 
Tim Burton con questa nuova pellicola cinematografica si è riconfermato come eccellente regista.


Vi auguro uno splendido e magico maggio. 
Un bacio dalla Cantastorie dei boschi! 

giovedì 25 aprile 2019

Recensione "La figlia della fortuna".

Ciao a tutti lettori! 
Sono da poco tempo concluse le giornate festive di Pasqua, ma per fortuna non ho ancora terminato la scorta di cioccolato. 
Invero, oggi non sono qui per parlarvi della quantità di dolci che ho mangiato durante l'ultimo periodo, ma per proporvi il mio pensiero inerente al meraviglioso secondo volume della trilogia familiare di Isabel Allende.

Titolo: La figlia della fortuna 
Autore: Isabel Allende 
Prezzo: 9,90 €
Pagine: 352
Editore: Feltrinelli 
Voto: 5/5 🌸





Trama:
Cile, 1832. 
Eliza viene abbandonata ancora neonata sulla soglia di casa dei fratelli inglesi Jeremy, John e Rose Sommers, che si sono trasferiti a Valparaiso. 
L'eccentrica Rose insiste perché la piccola cilena venga adottata ed entri a far parte della famiglia. 
Grazie alla famiglia Sommers Eliza cresce tramite un'educazione rigidamente anglosassone, ma, al contempo, le vengono fatte conoscere dalla cuoca di casa, Mama Freisa, la vitalità e la magia del suo popolo natale.

Recensione:
Successivamente alla lettura de "Ritratto in seppia" non sono riuscita a trattenermi dall'immergermi nel secondo volume della trilogia familiare di Isabel Allende.
Il libro "La figlia della fortuna" si divide in tre parti.
La prima parte, cronologicamente datata a partire dall'anno 1832, narra l'infanzia di Eliza. 
Infatti, il tomo incomincia con una neonata che viene abbandonata, in una scatola di sapone di Marsiglia e con indosso solo un panciotto maschile, davanti alla porta di una famiglia nobile e ricca del Cile, i Sommers. 
Questa famiglia, di origine inglese, è composta da tre fratelli, John, capitano di nave, Jeremy, che si occupa degli affari di famiglia e Rose, la quale ha rinunciato all'amore e al matrimonio dopo una profonda delusione. 
Rose lotta fortemente per tenere la piccola e, convinti i due fratelli, cresce la bambina amandola come una figlia ed impartendole i principi dell'educazione inglese. 
In realtà, però, Eliza vive sostanzialmente tra due culture, quella della sua raffinata famiglia inglese e quella degli Indio, trasmessale dalla governante di casa. In quest'ultima particolare accezione Isabel Allende indica dettagliamente i postulati e le tradizioni derivanti da ambedue le realtà ideologiche. 
Invero, l'istruzione culturalmente sfaccettata di Eliza sarà visibile nella donna che ella diventerà in futuro, cinica, libera ed emancipata. 
La seconda parte del romanzo, invece, ricopre un arco temporale più ristretto, dal 1848 al 1849.
In questa sezione dell'opera si parla dell'adolescenza di Eliza, periodo in cui Rose cerca di trovarle dei pretendenti tra i giovanotti della zona. 
Tuttavia, Eliza si innamora di un ragazzo di nome Joaquìn Andieta, amore che viene istantaneamente riconosciuto ed ostacolato da Rose. 
Nondimeno, Eliza e Joaquìn per svariato tempo riescono a frequentarsi di nascosto, finché il ragazzo viene affascinato dalla "febbre dell'oro" e decide di emigrare in California per diventare un cercatore d'oro e far fortuna. 
È da questo preciso evento che la vita di Eliza subisce un drastico mutamento. 
Ella, difatti, decide di fuggire per poter raggiungere il proprio amato, ma, essendo una donna e dal momento che uno dei suoi tutori è una persona influente nel commercio marino, riesce ad attuare il suo piano solo grazie a Tao Chi'en, un giovane uomo che lavora come cuoco sulla nave di uno degli amici più stretti della famiglia di Eliza. 
Infine, nella terza parte del racconto si approfondisce la vita di Eliza e Tao in California.
Come si può desumere dal mio scritto, Isabel Allende riesce ad imprimere in un unico romanzo innumerevoli eventi. 
La scrittrice, altresì, riesce a curare con estrema accuratezza la psicologia di ogni singolo personaggio. Esemplificativo è il mutamento psicologico e caratteriale di Joaquìn Andieta, il quale pur non rappresentando uno dei soggetti cardine del narrato viene analizzato con eguale attenzione. Dunque, sono rimasta felicemente stupita di constatare quanto la penna di Isabel Allende sia intrusiva nell'animo dei protagonisti, permettendo al lettore di comprendere ogni singolo gesto esplicitato dagli individui. 
La sua scrittura è ricca di descrizioni, ma questa constatazione non mi ha annoiata, anzi ha incrementato la mia curiosità, perché mi ha concesso di simpatizzare maggiormente con gli eventi e i personaggi della storia. Difatti, nel precedente volume "Ritratto in seppia" non avevo compreso alcune scelte di Eliza, ma in questo tomo incentrato sulla sua figura mi ha permesso di poter ricavare le motivazioni che l'hanno condotta a diventare la donna cinica e stoica che sarà in futuro. 
Tuttavia, non posso fare a meno di indicare anche che ho adorato intensamente leggere la grande storia d'amore di Eliza, ossia di vedere nascere in sordina il puro sentimento che la riscatterá da tutto il dolore sofferto nella sua esistenza. 
Inoltre, altra dote di Isabel Allende è quella di saper intrecciare nel suo narrato l'amore e la morte a tematiche come il razzismo, la prostituzione. 
Dunque, il suo elaborato è complesso e dotato di una certa rilevanza per quanto riguarda le questioni espresse nel suddetto libro.


martedì 23 aprile 2019

Recensione "The Walking Dead - 2. Il lungo cammino".

Ciao a tutti lettori! 
In un precedente articolo vi parlai della mia nuova ossessione per la serie televisiva "The walking dead". 
Nel mese di dicembre ho incominciato a guardare gli episodi e, a distanza di meno di quattro mesi, sto terminando la visione della nona stagione, ossia degli ultimi episodi fino ad ora mandati in onda. 
Tuttavia, sto altresì recuperando la lettura dei fumetti che hanno ispirato l'omonima serie televisiva. 

Titolo: The walking dead - 2. Il lungo cammino
Volume: 2
Autore: Robert Kirkman
Disegni: Charlie Adlard e Cliff Rathburn
Prezzo: 12,50 €
Pagine: 140
Editore:  Saldapress
Voto: 5/5 🌸

Trama:
Rick e i suoi compagni abbandonano l'accampamento alla periferia di Atlanta con l'intento di trovare una sistemazione più sicura. 
Nel frattempo, lungo la strada, incontrano altri tre sopravvissuti Tyreese, Julie, la figlia adolescente, e Chris, il suo ragazzo.
Tuttavia, nel corso di una battuta di caccia nei boschi per procurarsi del cibo, il piccolo Carl, figlio di Rick, viene colpito per sbaglio da Otis. Il bambino viene prontamente portato alla fattoria di Hershel, padre di Otis, che riesce a fermare l'emorragia ed a salvargli la vita. 


Recensione:
Similarmente a quanto dissi nel precedente articolo, la serie televisiva ha preso spunto dal fumetto e si è dissociata dal narrato originale. 
Tuttavia, a mio parere, entrambe le opere sono altrettanto ottime, infatti sto reperendo contemporaneamente gli episodi della serie televisiva ed i volumi del fumetto. 
In questo secondo volume si ripercorrono alcuni degli eventi che accadono negli episodi della serie televisiva. 
Rick riesce a convincere i suoi compagni a spostarsi dalla sistemazione che avevano precariamente costruito per poter esaminare i luoghi limitrofi, con la speranza di poter trovare una qualsiasi soluzione che possa porre fine all'incubo che stanno vivendo. 
Ovviamente all'interno della comitiva nascono i primi dissapori, soprattutto quando si è costretti a decidere se integrare nel proprio gruppo altri individui. 
La situazione precipita ulteriormente con la ferita di Carl e parallelamente gli animi dei soggetti decadono nuovamente nello sconforto. 
L'ineluttabilitá del destino è un grave presagio che incombe su ognuno di loro. 
Le pie preghiere sono abbandonate, i principi solidali e l'umanità sono postulati dimenticati e la crudeltà è l'unico appiglio che sembra essere preferibile da seguire. 
Gli "zombie" o i "vaganti" sono parte del panorama, hanno creato i nuovi problemi che gli uomini sono costretti ad affrontare, ma non identificano il primario ed unico tema trattato all'interno del fumetto. Anzi, esso rappresenta solo una minima parte del sostrato narrativo dell'opera di Kirkman. 
Invero, Kirkman pone a nudo l'animo umano, poiché di fronte al pericolo esso si mostra per l'essere che realmente è, egoista o altruista, sprezzante del pericolo o impaurito, forte o debole. 
La psiche è l'elemento sul quale è fondata l'intera opera di "The walking dead" ed è l'aspetto che mi ha permesso di amare la storia in esso celata. 
A differenza del precedente tomo, però, è cambiata la mano del disegno, infatti da questo numero saranno responsabili della creazione delle tavole Charlie Adlard e Cliff Rathburn. Personalmente io preferisco il tratto dell'artista del primo volume, ma comprendo che Adlard e Rathburn siano più congeniali poiché caricano le vignette di drammaticità tramite un uso più marcato ed intenso del colore nero. 
Il fumetto racchiude in sé una delle storie più toccanti che io abbia mai letto. 
Le scene cruenti non sono assenti, ma non sto facendo riferimento alle immagini in cui compaiono i nuovi esseri mutati. 
Difatti, sono gli esseri viventi ad essere terrificanti e ad incutere paura nel lettore, poiché talvolta essi compiono dei gesti che in un primo istante ci lasciano esterefatti, ma che, ed è questo il pregio del fumetto, in un secondo momento inesorabilmente comprendiamo e ci vergogniamo di annuire ed assecondare gli efferati atti che leggiamo nel fumetto. 

giovedì 18 aprile 2019

Recensione "The 100".


Ciao a tutti lettori! 
Negli ultimi mesi del 2018 ho iniziato a guardare "The 100", ossia una delle più chiacchierate serie televisive del momento. 
Giacché ho apprezzato molto i temi trattati nei singoli episodi, ho deciso di recuperare anche la lettura della saga cartacea che ha ispirato la serie televisiva. 
Al riguardo ringrazio il mio fidanzato Stefano che, sapendo quanto desiderassi reperire i suddetti volumi, ha deciso di farmene dono per festeggiare San Valentino. 
Inoltre, approfitto di questo scritto per augurarvi una serena e felice Pasqua a voi e alla vostra famiglia.


Titolo: The 100
Autore: Kass Morgan
Prezzo: 12 €
Pagine: 338
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Voto: 5/5 🌸




Trama:
In seguito a una devastante guerra atomica i sopravvissuti si sono imbarcati su tre navi spaziali e i loro discendenti non sono mai tornati ad abitare la Terra. 
Tuttavia, il Cancelliere, ossia la più importante carica acquisibile nella nuova società costituita nelle navi spaziali, decide di inviare sulla Terra cento ragazzi considerati delinquenti dal regime per capire se il pianeta sia nuovamente vivibile.


Recensione:
Preliminarmente all'esternazione del mio pensiero critico, devo precisare che la serie televisiva è differente dai libri. La serie televisiva, infatti, riprende solo in parte o modifica i fatti descritti all'interno dei volumi cartacei. 
Difatti, personalmente le differenzio, ossia tengo nettamente separato il prodotto cartaceo da quello televisivo. 
Ciò nonostante, a mio parere, entrambe le produzioni meritano di essere reperite, poiché ognuna di esse detiene dei pregi. 
Per quanto riguarda precisamente la trattazione che oggi voglio porvi, il primo libro della saga è un volume fondamentale per comprendere il contesto storico e temporale della storia ideata da Kass Morgan.
Infatti, a discapito degli episodi, nel volume possiamo pervenire a conoscenza del periodo storico, futuro e distopico rispetto alla nostra odierna realtà, e del luogo, gli Stati Uniti d'America, in cui vivono i cento ragazzi che sono stati inviati sulla Terra.
Invero, l'analisi non si dimentica di porre uno sguardo anche sugli accadimenti che parallelamente si verificano all'interno delle navi spaziali.
Kass Morgan riesce ad effettuare questa intrusiva analisi grazie ai differenti punti di vista con i quali scrive il suo romanzo.
Uno dei principali pregi che ho riscontrato nella penna dell'autrice è stata quella di riuscire a comunicare i sentimenti e le sensazioni dei soggetti che popolano la trama.
Sono risuscita a percepire la frustrazione, la gioia, la paura e lo stupore che ha alternato lo stato emotivo dei singoli individui.
Altresì, la scrittura fluida della scrittrice mi ha condotto in breve tempo a terminare la lettura del tomo, lasciandomi anche una forte curiosità nel procedere con il racconto.
Inoltre, è importante evidenziare che la saga è costellata da episodi forti e destabilizzanti, aventi ad oggetto la sopravvivenza, la morte e l'accettazione della propria precaria esistenza. 
Invero, la saga viene solitamente catalogata nel genere letterario dello "Young Adult", ma a mio parere questa scelta è in parte errata. La storia tratta delle esperienze attuate da dei ragazzi, quindi individui giovani, ma le problematiche e le difficoltà che essi devono affrontare sono gravose. Dunque, se etichettiamo il libro sulla base dell'età dei protagonisti posso concordare con la scelta esplicata dalla Casa Editrice, ma se soffermiamo l'analisi sugli eventi in esso rappresentati, a mio parere, non può essere meramente considerato facente parte della suddetta categoria letteraria.
A parte quest'ultima annotazione, il libro è costruito in modo sublime, con una scrittura che cattura ed ammalia il lettore, una storia travolgente e dei personaggi ben caratterizzati, quindi non posso fare a meno di consigliarvi la lettura dell'opera di Kass Morgan.
Prossimamente continuerò a raccontarvi le mie impressioni concernenti i volumi successivi.


martedì 16 aprile 2019

Recensione "Gli Sporcelli".

Ciao a tutti lettori! 
Oggi vi propongo la Rubrica creata da me e da Cristina del blog ilmondodicry.blogspot.it.

"Le letture delle fate del Bosco Atro".


Titolo: Gli Sporcelli
Autore: Roald Dahl
Prezzo: 10 €
Pagine: 112
Editore: Salani
Voto: 4/5 🌸





Trama:
I signori Sporcelli sono una coppia ripugnante, dall'aspetto scialbo e trasandato, il cui unico divertimento è quello di farsi scherzi a vicenda. 
Inoltre, il signor Sporcelli insegue il sogno di creare un numero da circo in cui le scimmie stanno perennemente capovolte. Per avverare questo suo strampalato desiderio egli allena ogni giorno le sue scimmie e le poverette sono costrette a passare innumerevoli ore a testa in giù nella loro piccola gabbia.


Recensione:
Durante la mia infanzia ho letto innumerevoli libri di Roald Dahl e crescendo non ho smesso di apprezzare le sue opere. 
"Gli Sporcelli" non è un titolo che avevo recuperato quando ero piccola, ma ho deciso, insieme a Cristina, di tentare anche questa lettura. 
Tuttavia, differentemente dagli altri testi dell'autore, non sono riuscita ad amarlo con lo stesso entusiasmo. Nondimeno, è stata comunque una bella esperienza immergermi nella mente fantasiosa dello scrittore. 
Roald Dahl in questo volume narra la storia dei coniugi Sporcelli, un uomo e una donna trasandati, sporchi e crudeli. 
Essi si divertono ad infastidirsi a vicenda, attuando talvolta anche degli scherzi di cattivo gusto. 

Il signor Sporcelli è forse il più crudele dei due individui, poiché a sua volta egli indirizza la propria crudeltà su una famiglia di scimmie, le quali sono costrette a vivere e a mangiare capovolte e rinchiuse in una gabbia. 
In questo libro, come in tutte le opere di Roald Dahl, i soggetti negativi della vicenda vengono condannati a subire una punzione esemplare. Questo castigo avviene, come solitamente accade nei tomi dell'autore, tramite degli eventi buffi e strampalati che strappano delle sincere risate al lettore. 
Lo scrittore vuole, infatti, insegnare ai piccoli lettori a distinguere il bene dal male, mostrandogli i precetti tramite una storia leggera e frizzante. 
Questa ultima accezione è la dote che contraddistingue Roald Dahl da altri autori, oltre alla sua scrittura fluida e canzonatoria. 
Il tomo è breve e la lettura si conclude nell'arco di poche ore, ma non per questo deve essere considerata come un'opera banale, poiché le sue pagine hanno la peculiarità di lasciare molti spunti di riflessione anche nella mente di un lettore adulto.
Purtroppo, come avevo preannunciato all'inizio del mio scritto, questo volume non mi ha emozionata come mi aspettavo, seppur la parte del racconto in cui lo scrittore sofferma l'attenzione sulla barba del signor Sporcelli mi ha divertita tantissimo.


Personaggio preferito:
Le scimmie sono stati i personaggi che maggiormente ho amato per il modo buffo con il quale decidono di vendicarsi dei signori Sporcelli.


Personaggio meno amato:
I signori Sporcelli sono stati i personaggi che maggiormente ho detestato per la crudeltà che riservano in ogni loro attimo di vita.


Annunci:
Il prossimo appuntamento è fissato per il giorno 15 giugno con il libro "La stanza delle meraviglie" di Brian Selznick.

Mi raccomando, passate a leggere quanto scritto da Cristina!

Un bacio dalla Cantastorie dei boschi!

giovedì 11 aprile 2019

I miei consigli primaverili di lettura.

Ciao a tutti lettori!
Come avrete letto in altri miei scritti la primavera è la mia stagione preferita. 
Durante la stagione primaverile adoro camminare, percepire il vento fresco sul mio viso, odorare il profumo dell'erba che impernia l'aria ed osservare i fiori che sbocciano e con essi la natura sembra realmente destarsi da un lungo sonno.
Ispirata dai primi boccioli di glicine del mio giardino ho deciso di proporvi questo articolo in cui vi presento alcuni titoli che mi ricordano la primavera.



- Fantasy: "La Strega della Fonte" di Sabrina Guaragno.
Ho immediatamente pensato di consigliarvi questo libro per la costante presenza della natura nelle sue pagine. 
Questo tomo è di un'autrice emergente, ma questa accezione non deve farvi erroneamente figurare che si tratti di un'opera di basso livello, ma, anzi, nella recensione che trovate sul blog ho espressamente indicato la bravura di Sabrina Guaragno nella scrittura. 
"La Strega della Fonte" narra di Alaisa, una ragazza umile, forte e dotata di poteri magici, che deve affrontare un lungo e pericoloso viaggio per coronare il suo sogno. 
Tuttavia, esso è solamente il primo volume di una saga tutt'ora in corso, quindi vi invito a recuperate questa lettura e ad attendere assieme a me l'uscita del libro successivo.

- Rosa: "Una corsa nel vento" di Jojo Moyes.
La copertina del libro è un evidente richiamo alla stagione primaverile per i colori accessi e vivi con cui viene dipinta la natura. 
In questo volume Jojo Moyes racconta con estrema dolcezza la storia di un amore che deve superare ostacoli e paure. Altresì, nel superamento dei svariati ostacoli sarà importante il ruolo rivestito dagli animali e con essi il rimando alla natura è un'altra volta riconfermato. 
La suddetta opera è consigliata a chi vuole sognare ad occhi aperti guidati dal sussurro del vento fresco primaverile.


- Thriller: "Le notti di Salem" di Stephen King. 
Ammetto che questo libro non è stato scelto per alcuna motivazione che possa correlarlo alla stagione primaverile. 
Io, come avrete notato dalle mie recensioni, non leggo spesso dei libri rientranti nel genere letterario dei thriller, quindi ho deciso di nominarvi l'ultima opera del suddetto genere che ho recuperato e apprezzato. 
Propongo quest'opera a chi non teme di essere spaventato e ama i tomi in cui viene narrata ed analizzata la psiche umana.


- Distopico: "The 100" di Kass Morgan. 
Gli amanti dell'omonima serie televisiva conoscono gli eventi correlati ai cento ragazzi protagonisti degli episodi. Essi sono stati inviati dallo spazio sulla Terra per constatare se il suddetto pianeta è nuovamente abitabile. 
La saga libresca è composta da quattro volumi e, come si evince dalle mie parole, la natura riveste un ruolo fondamentale in ogni tomo. 
"The 100" è una saga che condurrà spesso il lettore a domandersi se esso avrebbe esplicato le stesse scelte dei protagonisti delle vicende e se sarebbe riuscito a sopravvivere a tutte le difficoltà che il nuovo mondo presenta all'umanità.


- Romanzo: "Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini. 
La primavera non è una stagione che mi ricorda meramente il risveglio della natura, ma mi conduce anche a riflettere sulla vita, o meglio sulla nascita di un nuovo essere vivente. 
In questo libro di Margaret Mazzantini è la vita ad essere la protagonista del narrato. 
La nascita di un bambino ha un sostrato storico che lo precede ed è questa la storia che l'autrice ci propone. 
Questo testo è dolce e leggero, ma, allo stesso istante, è anche forte e pesante. Consiglio quest'opera a chi non ha paura di essere turbato e sconvolto.

- Libri per ragazzi: "Il giardino segreto" di Frances Hodgson Burnett. 
Esso è il libro perfetto da leggere nella stagione primaverile.
Nelle sue pagine vi è un tripudio di fiori e piante, le quali identificano la metafora della gioia e della spensieratezza ritrovata. Infatti, l'opera tratta con estrema delicatezza alcune tematiche forti come la malattia e la morte. 
Quest'opera la consiglio con tutto il cuore a tutti i lettori.


- Manga: "Arte" di Kei Ookubo. 
Consiglio questo manga per la bellezza del tratto di Kei Ookubo e per la raffinatezza e la cura con cui vengono tracciati gli elementi della natura contenuti nelle tavole di ogni volume della serie. 
"Arte" narra la storia di una ragazza che lotta contro la società per far valere i propri ideali.

Voi quali titoli mi consigliate di leggere durante la stagione primaverile? 

Un bacio dalla Cantastorie dei boschi!

lunedì 8 aprile 2019

Recensione "Una stanza tutta per sé".


Ciao a tutti lettori! 
Oggi vado a parlarvi di uno dei più noti manifesti della corrente di pensiero del femminismo.
Il femminismo è un fenomeno sociale al quale mi sono avvicinata da poco tempo, ma che ha drasticamente mutato la mia concezione e la mia percezione della realtà che mi circonda.


Titolo: Una stanza tutta per sé 
Autore: Virginia Woolf 
Prezzo: 9 €
Pagine: 156
Editore: Feltrinelli
Voto: 5/5 🌸




Trama:
Nell'ottobre del 1928 Virginia Woolf viene invitata a tenere due conferenze sul tema "Le donne e il romanzo". 
Il tema "Le donne e il romanzo" crea nella mente della scrittrice l'occasione per elaborare in maniera sistematica le sue riflessioni sull'universo femminile e sulla creatività letteraria.


Recensione:
Virginia Woolf con il saggio "Una stanza tutta per sé" ha come fine quello di rivendicare per il genere femminile la possibilità di essere ammesse ad una cultura che fino a quel momento si era rivelata di esclusivo appannaggio maschile. 
Lo scenario della sua opera é collocato nell'ambito universitario del fittizio college di Oxbridge. Ella decide di far partire la propria analisi dal luogo principe dell'esclusione femminile e tramite un ragionamento canzonatorio cerca di far risaltare gli aspetti problematici insiti in esso. 
Le suddette riflessioni non sono espresse direttamente dall'autrice, ma ella decide di spogliarsi della propria identità per assumere quella della "donna", raffigurata dalla lettera maiuscola "D".
Attraverso la voce della "donna" ella denuncia la mancanza di consapevolezza da parte delle donne stesse, le quali sono in parte colpevoli di essere rimaste nascoste nell'ombra delle figure maschili e di aver assecondato passivamente il volere della società. 
Le donne sono sempre e solo state figlie in procinto di tramutarsi in mogli, ma la loro crescita personale terminava in questa semplice conquista. Il proprio studio era, infatti, finalizzato per conseguire meramente un matrimonio appagante economicamente. 
Difatti, Virginia Woolf specifica altresì che le rare scrittrici o studiose solitamente non erano sposate o madri. 
Al riguardo, poi, la società ha sempre tentato di soffocare le rare voci delle donne che rappresentavano una figura femminile in antitesi al modello tipico sociale. Tuttavia, Virginia Woolf partendo da Aphra Behn ed arrivando alle sorelle Brontë ed a George Eliot critica queste famose autrici per aver lasciato che la loro rabbia trasparisse dalla loro letteratura, errore che non fu commesso invece da Jane Austen. 
Svariati sono gli altri temi che Virginia Woolf analizza nella sua opera, tra i quali anche l'omosessualità riesce a trovare un proprio spazio autonomo. 
Parallelamente ad essi, però, la scrittura di Virginia Woolf non è semplice ed è impegnativo approcciarsi ad essa. Talvolta è difficoltoso seguire i ragionamenti della scrittrice e comprendere cosa voglia insegnarci. Lo stesso titolo del saggio risulta a sua volta emblematico finché ella non decide di spiegarci che "una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé per poter scrivere". 
In quest'ultima precisazione può essere riassunto genericamente il pensiero dell'autrice, la quale ammonisce le donne ad essere consapevoli delle proprie capacità, di sfruttarle, di potenziarle e di non lasciarle assopite. 
Virginia Woolf ha lasciato un assordante appello per destarci dal nostro tranquillo quotidiano e farci notare che sono ancora tante le conquiste che le donne devono raggiungere. 


giovedì 4 aprile 2019

Recensione "Arte", volume 8.


Ciao a tutti lettori! 
Oggi condivido con voi le mie impressioni in merito al proseguimento della lettura della serie manga "Arte".

Titolo: Arte
Volume: 8
Autore: Kei Ookubo 
Categoria: Seinen
Prezzo: € 5,50 
Pagine: 200
Editore: Panini Comics - Planet Manga
Voto: 5/5 🌸



Trama:
Arte parte da Venezia per tornare a Firenze alla bottega di Leo. 
Leo è felice e stupito di rivederla, ma incomincia a pensare alle possibilità di crescita artistica che Arte potrebbe ottenere in una realtà più grande rispetto al suo esercizio professionale.


Recensione:
Arte ha prolungato la propria permanenza a Venezia oltre il periodo che aveva pattuito con il signor Juri, infatti il suo rientro non era atteso.
Il ritorno a Firenze conduce Arte a porsi l'importante quesito di continuare il proprio apprendistato presso la bottega di Leo o scegliere una realtà più grande dove poter confrontarsi con vari maestri ed artisti.
Nel frattempo, però, Arte e Leo incominciano a percepire un sentimento di reciproca appartenenza ed il loro affetto sembra lentamente mutare ed assumere importanza.
Come in ogni tankobon Kei Ookubo si riconferma per l'accuratezza e la delicatezza delle proprie tavole.
Il suo tratto è fortemente realistico.
Gli accenni alla cultura ed alla tradizione della società ottocentesca sono sempre presenti ed innalzano il valore della serie manga. 
Seppur, uno degli aspetti che maggiormente apprezzo della storia contenuta in questo manga è costituita dalla constatazione che tutti gli individui della trama hanno un ruolo rilevante nella storia e che non sono meramente abbozzati. I loro desideri ed i loro interessi sono importanti per il proseguimento delle vicende e, dunque, occupano uno spazio consono.
Parallelamente, inoltre, in alcune tavole conclusive ai vari capitoli, Kei Ookubo continua a presentarci i soggetti che abbiamo abbandonato nella città di Venezia, permettendoci in questo caso di continuare a seguire anche questa parte della trama.
Concludendo, il mio pensiero inerente a questa serie manga rimane positivo in ogni suo singolo aspetto.


lunedì 1 aprile 2019

"Il castello errante di Howl".

Ciao a tutti lettori!
In questo articolo vi presento l'anime "Il castello errante di Howl".


Voto: 5/5 🌸

"Il castello errante di Howl" è un film d'animazione giapponese del 2004, diretto da Hayao Miyazaki, ispirato ai romanzi fantasy della scrittrice britannica Dianna Wynne Jones e prodotto dallo Studio Ghibli.
La durata della pellicola è di 111 minuti.



Il film presenta molte delle caratteristiche tipiche delle opere di Miyazaki, ossia ha come protagonista una ragazza ed ha un'ambientazione che ricorda nei vestiti e nell'architettura l'Europa degli inizi del Novecento, ma in un mondo in cui è presente la magia. 
Precisamente, gli avvenimenti si svolgono in una nazione fantastica che ricorda l'Alsazia degli anni precedenti alla prima guerra mondiale.



Sophie è una ragazza semplice che a soli diciotto anni gestisce il negozio di cappelli del padre defunto. 
Un giorno, mentre sta camminando verso la panetteria per salutare la sorella minore Lettie viene importunata da due gendarmi, presenti in città per l'imminente guerra, ma è salvata dal misterioso mago Howl, il quale nutre subito simpatia per la ragazza.
Tornata in negozio Sophie riceve la visita della Strega delle Lande Desolate a causa delle attenzioni ricevute dal mago. La strega ricerca da tempo immemore il cuore di Howl per averlo tutto per sé, e, invidiosa della giovane ragazza, le scaglia una maledizione trasformandola in un'anziana donna e impedendole di rivelare la verità sulla propria condizione.
Non potendo nascondere per sempre il suo nuovo aspetto Sophie scappa e si dirige verso le Lande Desolate, ma, stanca per la sua nuova forma fisica, cerca un bastone che possa darle aiuto nello scalare le montagne. Tenta di prendere un bastone di legno in una siepe, ma scopre essere uno spaventapasseri animato dalla testa di rapa. Ella, allora, chiede ironicamente a "Testa di Rapa" un rifugio per la notte e lui la conduce alla dimora di Howl, un castello in grado di spostarsi da un posto all'altro.


Il processo di lavorazione del film richiese molto tempo. Il cineasta giapponese trovò forti ispirazioni per la costruzione del maniero di Howl nei lavori futuristi di Albert Robida, mentre per l'ambientazione nell'architettura degli edifici storici di Colmar e di Riquewihr nell'Alsazia. 
Altresì, in un'intervista affermò che un forte impatto per la creazione de "Il castello errante di Howl" gli venne dato dalla Guerra in Iraq, evento che lo sconvolse profondamente. 
L'animazione fu realizzata grazie alle moderne tecniche digitali, che tuttavia si basarono su circa 1400 disegni fatti a mano e colorati con l'acrilico.
Il film è stato un successo al box office incassando nel solo Giappone la cifra di 190 milioni di dollari e raggiungendo un incasso mondiale di 235,184,110$, diventando così, insieme a "La città incantata", uno dei film dello Studio Ghibli di maggior successo.
L'anime, che si trova alla posizione numero 230 della classifica dei "500 migliori film della storia" della rivista Empire, è stato presentato in concorso alla 61ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, conquistando il Premio Osella per il migliore contributo tecnico. Inoltre, è uscito nelle sale italiane l'anno successivo in concomitanza con la 62ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, durante la quale Miyazaki è stato premiato con il Leone d'oro alla carriera. 
Miyazaki è tuttora l'unico regista di film d'animazione a conquistare sia l'Oscar che il Leone d'oro.
"Il castello errante di Howl" ha ricevuto critiche e recensioni molto positive. Sul sito metacritic.com è valutato con un punteggio di 80/100 basato su 40 recensioni di critici specializzati, mentre su Internet Movie Database il film ha una media voto pari a 8.2.


I temi principali de "Il castello errante di Howl" sono la vecchiaia e la bellezza.
Sophie, a differenza della sorella minore, è una giovane donna che mortifica la propria bellezza sacrificandola in nome del lavoro e del senso del dovere. La sua trasformazione in anziana quindi non è altro che l’esternazione della sua vecchiaia interiore. 
Differentemente da ella, invece, Howl è l’incarnazione della bellezza esteriore. Il mago è arrogante, ossessionato dalla sua avvenenza e cerca disperatamente di fuggire all'ineluttabile scorrere del tempo.
L'incontro tra Sophie e Howl cambierà drasticamente le loro esistenze. 
Per la prima volta Miyazaki narra ai spettatori una storia d'amore.
Sophie e Howl, tra le bombe ed i disastri della sanguinosa guerra, fuggono dal loro egoismo e scoprono la dedizione e la tenerezza che può essere condivisa tra due persone. 
"Il castello errante di Howl" è il mio film d'animazione preferito dello Studio Ghibli. Non rammento quante volte ho riguardato la suddetta pellicola, ma confermo le forti emozioni che ancora oggi riesce a scaturire nel mio cuore.
La forza della bellezza di questo film risiede in Sophie. Sophie è una protagonista indimenticabile, la quale riesce a farsi apprezzare anche nella sua forma anziana. 
La sua forza è incrollabile di fronte alle innumerevoli avversità che le si pongono in contrapposizione e la sua fragile figura ci insegna che la bontà e la tenacia sono le armi perfette per contrastare i mali della quotidianità. 
Consiglio caldamente la visione di questo anime e vi invito con enfasi a dare una possibilità ai film di animazione dello Studio Ghibli, poiché sono delle vere opere cinematografiche.