venerdì 28 giugno 2019

Letture e preferiti del mese di giugno 2019.

Ciao a tutti lettori!
Il mese di giugno è stato davvero frenetico. Ho avuto tante scadenze da rispettare e le giornate sono trascorse senza che me ne rendessi conto.
Difatti, differentemente dall'articolo del precedente mese in cui avevo parecchie novità da comunicarvi, questo mio scritto sarà molto scarno.

Approfitto di questo piccolo spazio sul blog per annunciarvi che non troverete più le recensioni in merito al manga "Arte" di Kei Ookubo. 
Infatti, le titubanze che vi avevo esposto nell'articolo sul nono volume si sono solidificate nel mio animo, quindi è venuta definitivamente meno la voglia di andare avanti con questa avventura.
Sono dispiaciuta di questa mia scelta, perché la trama ed i disegni sono meravigliosi, ma ho capito che la mangaka vuole proseguire a lungo l'arco narrativo, che a mio parere poteva essere condensato in meno volumi ed essere più godibile di quanto lo sia ora.

Altra accezione che voglio porre alla vostra attenzione è che io e Cristina abbiamo deciso di comune accordo di arrestare la Rubrica bimestrale "Le letture delle fate del Bosco Atro", poiché a causa dei nostri rispettivi doveri quotidiani non riusciamo più a concordarci per una lettura condivisa. 
Tuttavia, in futuro certamente proporremo qualche articolo in collaborazione.


A parte questi due comunicati non ho null'altro da raccontarvi, quindi passo direttamente ad indicarvi le letture ed i preferiti del mese di giugno 2019.


Letture e preferiti del mese:

Letture del mese:
Libri letti:
- "Harry Potter e i Doni della Morte" di J. K. Rowling;
- "The 100 - Homecoming" di Kass Morgan;
- "I Guerrieri d'Argento" di Elvio Ravasio;
- Shadowhunters. The Mortal Instruments "Città di ossa" di Cassandra Clare;
- Shadowhunters. The Mortal Instruments "Città di cenere" di Cassandra Clare;
- "Il sangue degli elfi" di Andrzej Sapkowski;
- Shadowhunters. The Mortal Instruments "Città di vetro" di Cassandra Clare.

Manga letti:
"Nana", volume 2, di Ai Yazawa.


Libro in corso di lettura:
"Il terzo gemello" di Ken Follett.


Preferiti del mese:
- Libro: Shadowhunters. The Mortal Instruments. "Città di ossa" di Cassandra Clare. 
Come avete letto nella recensione che ho pubblicato in merito a questo libro, la penna di Cassandra Clare è stata per me una stupenda scoperta. 
Il suo racconto mi ha incantata e la sua saga mi ha fatto innamorare dell'universo da lei creato, quindi ho intenzione di recuperare tutti i volumi da lei scritti.

- Manga: "Nana", volume 2, di Ai Yazawa. 
Durante la prima settimana di giugno ho ritirato in fumetteria il secondo volume di "Nana", che come sapete è la mia serie manga preferita. 
Il primo volume aveva meramente introdotto le singolari esistenze delle due ragazze, ma in questo tankobon finalmente i loto destini si intrecciano. 
Dunque, da questo volume si entra realmente nella storia. 


- Film: "Aladdin". 
Il live action "Aladdin" ha riscontrato parecchie critiche, ma io e Stefano siamo stati pienamente soddisfatti della suddetta pellicola cinematografica. 
Io, soprattutto, sono rimasta tutto il tempo incantata a guardare i costumi e le scenografie e ad ascoltare le meravigliose canzoni. 
Specialmente ho apprezzato l'introduzione della nuova canzone "La mia voce" cantata da Jasmine.


- Serie televisiva: "Fear the walking dead". 
Nel mese di giugno finalmente ho finito di recuperare tutti gli episodi della serie televisiva "The walking dead", quindi Stefano mi ha fatto vedere qualche episodio dello spin-off "Fear the walking dead". 
Sinceramente pensavo che non potesse interessarmi la trama in esso raccontata, ma in realtà mi ha conquistata. Consiglio ai fan di reperire anche questi episodi, poiché, a quanto si sente vociferare, le due serie televisive sono destinate ad intrecciarsi.

- Videogioco: "The Witcher 3 - Wild Hunt". 
Anche durante il mese di giugno non ho perso la passione per questo videogioco, seppur io e Stefano non abbiamo avuto molto tempo da dedicarci. Infatti spero che nel mese di luglio potremmo ritagliare maggior tempo per proseguire con il videogioco.

Vi auguro uno splendido e magico luglio. 
Un bacio dalla Cantastorie dei boschi!

mercoledì 26 giugno 2019

I motivi per cui ho scelto lo pseudonimo de "La Cantastorie dei boschi".

Ciao a tutti lettori! 
Alcuni mesi fa ho scritto un articolo sul blog in cui mi sono presentata, ma non vi ho spiegato il significato dello pseudonimo "La Cantastorie dei boschi".

Ho optato per questo nome d'arte perché i cantastorie ammaliavano con i loro canti il popolo, donandogli un attimo di spensieratezza dai turbamenti delle loro giornate, e vivevano una vita avventurosa a contatto con la natura. 
Io adoro raccontare le fiabe, inventare delle storie, scoprire nuovi luoghi e stare a contatto con la natura. Sono una persona dalla mente immaginifica, cerco sempre di trovare un pizzico di magia in ciò che mi circonda e sono alla perenne ricerca di qualcosa da imparare per poi condividerlo con gli altri. 

Ecco perché mesi fa scelsi "La Cantastorie dei boschi", perché voglio raccontarvi le favole che ogni giorno arricchiscono le mie giornate.


martedì 25 giugno 2019

Recensione "Shadowhunters - The Mortal Instruments - Città di ossa".


Ciao a tutti lettori! 
Oggi sono felice ed emozionata nel presentarvi un libro che mi ha colpito il cuore. 
Cassandra Clare mi ha incantata e catapultata in un mondo meraviglioso, ma non voglio anticipare il mio pensiero, quindi interrompo le mie parole ed inizio a scrivere l'articolo.


Titolo: Shadowhunters. The Mortal Instruments. Città di ossa 
Autore: Cassandra Clare
Prezzo: 13 €
Pagine: 541
Editore: Mondadori 
Voto: 5/5 🌸



Trama:
Una sera la quindicenne Clary si dirige assieme al suo migliore amico Simon al Pandemonium, un locale di New York. In questo luogo ella, mentre sta ballando con Simon, improvvisamente urla dal terrore poiché vede un assassinio attuato da un gruppo di ragazzi completamente tatuati. A spaventare ulteriormente la ragazza è la constatazione che a vedere l'efferato atto sia stata solo lei. 
Difatti, Clary avrà modo di scoprire che in realtà quei giovani assassini sono degli Shadowhunters, ossia dei guerrieri, per lo più invisibili alle persone, che combattono per liberare la Terra dai demoni. 
In meno di ventiquattro ore da quell'incontro la vita della ragazza cambia radicalmente. Sua madre scompare nel nulla, lei viene attaccata da un demone e il suo destino sembra fatalmente intrecciato a quello degli Shadowhunters.



Recensione:
Per anni ho guardato con timore i libri di Cassandra Clare. Infatti, in libreria spesso ho rimirato i suoi volumi, ma non ho mai bramato leggerli. 
Tuttavia, durante il mese di giugno mi sono decisa ad approcciarmi alle sue opere. 
In merito, l'autrice ha scritto molte saghe sul mondo degli Shadowhunters, quindi mi sono trovata in difficoltà, poiché non avevo idea da quale libro sarebbe stato più opportuno iniziare a leggere. Ciò nonostante, dopo aver fatto alcune ricerche sul web, ho deciso di seguire il consiglio rilasciato dalla scrittrice stessa, ossia leggerò i libri secondo l'ordine di pubblicazione. 
Dopo questa breve premessa, inizio a raccontarvi il mio pensiero inerente al primo volume "Città di ossa" della prima saga di Shadowhunters "The Mortal Instruments". 
La storia racchiusa in questo tomo ha come protagonisti dei ragazzi giovani, prettamente tra i 15 ed i 16 anni di età, quindi si tratta di un testo appartenente al genere letterario degli Young Adult, ossia si tratta di un libro destinato ad un pubblico di giovani lettori. Personalmente, come ormai avrete imparato dalle mie recensioni, non sono solita apprezzare i volumi di questo genere letterario, quindi capirete come io sia stata stupita nell'amare quest'opera. 
Cassandra Clare ha una scrittura fluida che mi ha permesso di terminare il suo sostanzioso libro nell'arco di poche giornate. 
Le sue descrizioni mi hanno fatto sognare ad occhi aperti ed immaginare il mondo da lei descritto nelle piccole mansioni che quotidianamente esplico. Infatti, talvolta, ammetto di aver pensato a come potesse essere il mondo visto dalla protagonista Clary, osservare i demoni, vampiri, licantropi, fate e Shadowhunters che camminano per le strade della città. Ovviamente io, nello specifico, ho immaginato di essere una Shadowhunters. 
Il romanzo, inoltre, non è trascritto con superficialità, ma è ricco di nozioni. Per questo motivo mi sono obbligata a leggere il tomo con calma, così da non perdere i dati fondamentali per poter proseguire con coscienza nella lettura. 
Ciò che maggiormente ho apprezzato, però, è stata la bravura di Cassandra Clare nel far dialogare i personaggi con maturità. Difatti solitamente è proprio il linguaggio troppo giovanile dei protagonisti che mi fa storcere il naso di fronte ad uno YA. 
Altro pregio è l'aver descritto con chiarezza tutti i luoghi ed i soggetti narrati, arricchendo il suo racconto anche di alcune tematiche rilevanti. Nelle sue pagine infatti si parla di amore, di morte, ma soprattutto, per la prima volta nella mia esperienza da lettrice, ho letto un libro in cui viene affrontata esplicitamente l'omosessualità. Cassandra Clare dà voce ad Alec, un ragazzo omosessuale che stenta ad ammettere ai propri cari di essere omosessuale. Alec è un personaggio meraviglioso, poiché permette al lettore di percepire la paura ed i travagliati sentimenti che scombussolano l'animo delle persone omosessuali, poiché purtroppo tutt'ora stentano ad essere accettati dalla comunità. 
Altro tema caro alla scrittrice è la discriminazione razziale. Essa, infatti, attraverso la rappresentazione di vari esseri viventi ha raffigurato la discriminazione insita tra i vari gruppi. 
La storia è dinamica e ricca di colpi di scena. 
Spesso mi costringevo a chiudere il tomo, ma è stato davvero difficoltoso riuscire a staccarmi dalle sue pagine. Inoltre, solitamente intervallo i libri delle saghe, ma questa volta, terminato il volume, non sono riuscita a trattenermi ed ho preso in mano il secondo volume. 
È difficile che io non riesca a trovare una pecca nel libro, ma in questo caso mi è davvero impossibile criticare il testo. 
Insomma, il romanzo di Cassandra Clare mi ha emozionata, positivamente e negativamente, poiché ho vissuto completamente le gioie e i drammi dei soggetti del suo racconto, soprattutto per quanto riguarda le dinamiche del rapporto condiviso tra Clary e Jace. 
Non ho altre parole da dedicare a questo libro, ma semplicemente vi consiglio caldamente di dare un'occasione a questa sensazionale storia, poiché se amate il genere fantasy non potrete non adorare l'universo costruito da Cassandra Clare. 
Dunque, seguitemi in questo magico viaggio alla ricerca degli Strumenti Mortali.


lunedì 24 giugno 2019

Recensione "The walking dead - 3. Al sicuro dietro le sbarre".


Ciao a tutti lettori! 
Finalmente dopo sei mesi ho recuperato tutte le stagioni della serie televisiva "The walking dead". 
A discapito del consiglio di Stefano ho sempre avuto tante titubanze ad iniziare la visione di questa storia e, quindi, continuavo a rimandare il momento in cui mi sarei approcciata ad essa. 
Dopo un primo tentativo, però, ho istantaneamente amato la serie televisiva, motivo per il quale ora sto guardando la serie spin-off "Fear the walking dead".


Titolo: The walking dead - 3. Al sicuro dietro le sbarre
Volume: 3
Autore: Robert Kirkman
Disegni: Charlie Adlard e Cliff Rathburn
Prezzo: 13,50 €
Pagine: 137
Editore:  Saldapress
Voto: 5/5 🌸


Trama:
Dopo un lungo cammino, Rick Grimes e i suoi compagni, ormai allo stremo, giungono alle porte di un penitenziario. 
Le mura solide dell'edificio conducono Rick ad immaginare per il proprio gruppo il ritorno ad una vita serena, ma all'interno del plesso vi sono degli uomini che non desiderano condividere il suddetto luogo con degli estranei.



Recensione:
La trama del fumetto di "The walking dead", come ho indicato anche nelle precedenti recensioni, si discosta dalla storia raccontata nella serie televisiva.
Precisamente, il fumetto ha il pregio di essere più reale nel rappresentare le azioni dei protagonisti. Le loro reazioni sono, infatti, amplificate a causa degli ultimi eventi che hanno sconvolto il genere umano. Difatti, l'avvento degli zombie ha denudato gli uomini delle proprie sicurezze e li ha resi vulnerabili.
In questo volume Rick Grimes ed il suo gruppo, dopo un lungo cammino, giungono alle porte di un penitenziario. La visione delle solide mura conducono istantaneamente i personaggi ad immaginare un futuro sereno in cui poter ricominciare a vivere. Nelle loro menti il prato diventa un terreno da poter coltivare e le celle si trasformano in confortevoli stanze. Tuttavia, all'interno di esso vi sono ancora alcuni carcerati che, ovviamente, non desiderano condividere la propria fortuna.
In merito, Rick Grimes è cambiato dal primo volume ed inizia a mostrare il proprio egoismo e la propria crudeltà. Egli, infatti, non tentenna nelle proprie decisioni e non si fa più frenare da alcuno scrupolo, poiché brama fare tutto il necessario per garantire a sé stesso, alla propria moglie e al proprio figlio Carl un'esistenza il più normale possibile.
Similarmente a Rick anche tutti gli altri membri del suo gruppo hanno egoisticamente a cuore la propria sorte e quella dei propri cari.
Ad unirli, però, incomincia a sorgere un ulteriore sentimento. Essi, infatti, iniziano a formare una grande famiglia in cui si consultano ed aiutano reciprocamente per superare giorno dopo giorno l'apocalisse.
Per il genere umano si tratta di ricominciare a vivere. La tecnologia e tutte le innovazioni fino ad ora raggiunte sono eliminate e la popolazione deve cavarsela solo con la propria arguzia. In questo nuovo mondo, quindi, l'istinto e l'intelligenza sono gli unici mezzi che gli individui hanno a loro disposizione per sopravvivere e la legge del più forte torna ad essere l'unico principio su cui è fondata la società.
Robert Kirkman, grazie ai cupi disegni di Charlie Adlard e Cliff Rathburn, redige una storia drammatica, in cui prospetta le conseguenze di un mondo distopico crudele e selvaggio.
Egli inasprisce ulteriormente la storia dando voce a dei protagonisti che, nel bene e nel male, mostrano la loro vera indole. Difatti il nuovo mondo, come ho prima accennato, libera gli uomini dell'illusione di doversi dimostrare al meglio delle loro possibilità e si palesano per quello che realmente sono.
In un universo in cui le certezze sono venute a mancare, gli uomini devono resistere e sfidare la natura per prevalere sugli altri esseri viventi, poiché, come si evince soprattutto da questo terzo volume, il vero nemico non è il vagante, ossia lo zombie, ma è l'uomo stesso. 


giovedì 20 giugno 2019

Recensione "I Guerrieri d'Argento".


Ciao a tutti lettori! 
A discapito delle mie precedenti lamentele sulle giornate di pioggia, ora mi ritrovo a delirare per il caldo afoso. Avrei preferito un clima mite e fresco, ma purtroppo non sono stata accontentata. 
Tuttavia, oggi, come vi avevo anticipato in alcuni articoli, vi parlo del primo volume de "Le Cronache dei cinque Regni", la tetralogia di Elvio Ravasio.


Titolo: I Guerrieri d'Argento 
Autore: Elvio Ravasio 
Prezzo: 12,50 € in cartaceo o 7,60 € in digitale 
Pagine: 178
Editore: Gribaudi
Voto: 3/5 🌸




Trama:
Elamar, Nayla e Gotland sono tre giovani che, uniti da una profezia, affronteranno un impervio viaggio per combattere il signore delle forze oscure e degli elementi.


Recensione:
"I Guerrieri d'Argento" è il primo volume della tetralogia fantasy di Elvio Ravasio. 
Il romanzo è ambientato nelle lande di Arìshtar, un universo che rammenta il nostro periodo medievale per i costumi e gli utensili in esso descritti, in cui la magia è una componente molto importante. 
Il lettore può osservare le lande di Arìshtar tramite una cartina a colori che è allegata al tomo, che permette allo stesso di seguire con maggior consapevolezza le avventure dei tre protagonisti.
Arìshtar prospera nella pace, finché Elamar e Nayla, due ragazzi appartenenti rispettivamente ai popoli dei Cèldi e degli Emidi, vengono nominati per intraprendere un pericoloso viaggio. Inoltre, durante il loro peregrinare, incontreranno Gotland, con il quale condivideranno il restante percorso. 
Ad aiutarli giungeranno spesso vari personaggi, tra cui i sette Re delle lande, i piccoli omini, i draghi ed i guerrieri d'Argento. Il loro ausilio sarà fondamentale affinché i tre eroi possano affrontare la battaglia che vedrà schierate le forze del bene in antitesi al potere oscuro. 
I draghi sono le creature che più mi hanno affascinata nel corso della lettura. Elvio Ravasio sofferma svariate volte la sua scrittura per presentarci la bellezza dei loro corpi e le leggende correlati ad essi. Le parti del racconto in cui lo scrittore si è concentrato su queste figure leggendarie sono stati gli stralci di storia che più ho prediletto. 
Differentemente, invece, ho trovato troppo affrettato il sentimento nato tra due personaggi, ma capisco che ciò sia conseguenza dell'inesperienza dello scrittore che all'epoca stava scrivendo la sua prima opera. 
La trama nel suo complesso non è articolata e rammenta una fiaba. La scrittura dell'autore, infatti, è semplice ed utilizza un linguaggio diretto e non barocco, ideale per un pubblico giovane. Difatti, la spigliatezza dei dialoghi e delle descrizioni sono, a mio parere, ideali per i giovani lettori. 
Al riguardo, voglio precisare che il libro è anche arricchito da delle meravigliose illustrazioni a colori che hanno allietato la mia lettura, donandomi delle immagini concrete con le quali poter meglio immaginare il mondo creato da Elvio Ravasio. 
Questo primo capitolo della tetralogia mi ha piacevolmente colpita.


lunedì 17 giugno 2019

Recensione "La stanza delle meraviglie".

Ciao a tutti lettori! 
Oggi vi propongo la Rubrica creata da me e da Cristina del blog ilmondodicry.blogspot.it.

"Le letture delle fate del Bosco Atro."


Titolo: La stanza delle meraviglie 
Autore: Brian Selznick 
Prezzo: 19 € 
Pagine: 649
Editore: Mondadori 
Voto: 5/5 🌸




Trama:
In due epoche diverse, due bambini sordi sognano una vita diversa. Nel 1927 Rose fugge dalla casa paterna per raggiungere l'attrice Lillian Mayhew, mentre nel 1977 Ben, dopo la morte della madre, si mette alla ricerca del padre. 
A discapito della distanza spazio-temporale i due ragazzi non si conoscono, ma il destino li farà incontrare.


Recensione:
L'anno scorso lessi l'opera di Brian Selznick intitolata "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret", di cui trovate la recensione sul blog. 
Avendo apprezzato questo suo libro ho iniziato la lettura de "La stanza delle meraviglie" con alte aspettative, che non sono state deluse, ma anzi quest'ultimo testo l'ho adorato ancor più del precedente. 
Come per "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret", il volume "La stanza delle meraviglie" è un testo che non può essere catalogato come un semplice libro, poiché il racconto è intervallato da immagini che occupano ambedue le facciate. Per comprendere la trama, infatti, bisogna osservare attentamente i disegni, i quali non sono dei semplici orpelli del narrato, ma sono fondamentali per proseguire con la lettura del romanzo. Precisamente, in quest'opera le immagini descrivono la storia della protagonista Rose, mentre lo scritto segue le vicende dell'altro protagonista Ben.
Ben e Rose sono due bambini, entrambi sordi, che vivono in due epoche diverse, ma che sono destinati ad incontrarsi. 
I loro destini sono, infatti, intrecciati, come sono ugualmente intervallati i loro punti di vista nel romanzo. 
Brian Selznick ha dato vita ad un'opera particolare, unica nel suo genere, che, a discapito del numero di pagine, può essere letta in poche ore. 
La penna dello scrittore crea una storia onirica e fiabesca che cattura l'attenzione del lettore, poiché il racconto prosegue assieme alle sensazioni ed ai dubbi dei protagonisti. Talvolta, infatti, la storia si dilunga sulle titubanze dei personaggi, mostrando le emozioni dei ragazzi nella loro completezza. 
Ben e Rose sono accomunati dalla necessità di trovare parte della loro vita che hanno perso e senza la quale si sentono smarriti. Inoltre, essi per poter ritrovare se stessi partiranno per un viaggio pericoloso per la giovane età, ma durante il loro percorso non demorderanno mai nel loro intento. Entrambi sono, infatti, due bambini tenaci e caparbi, ma la loro sicurezza cela una grande sofferenza e un bisogno viscerale di essere amati.
Le tematiche trattate mi hanno rammentato le opere di Charles Dickens, anche per quanto concerne la caratterizzazione dei personaggi. 
A seguito della lettura del libro ho scoperto che esiste anche una trasposizione cinematografica del 2017, diretta da Todd Haynes, ma non ho ancora recuperato la visione del suddetto film. 
Personalmente, quindi, vi consiglio caldamente la lettura di quest'opera per la particolarità con cui è stato creata, ma anche per la meravigliosa e toccante storia che racchiude nelle sue pagine.

Personaggio preferito:
Ho adorato il personaggio di Rose. Rose è una bambina dolce che riesce tramite i propri occhi a farsi comprendere dal mondo che la circonda. Ella è alla ricerca di qualcuno che la possa amare e comprendere, senza che la sua sordità sia considerata come un problema. 
Le parti del libro in cui viene narrato il suo racconto sono state le pagine che ho seguito con maggior passione. 

Personaggio meno amato:
Non ho apprezzato il personaggio dell'attrice Lillian Mayhew, soprattutto per come si rapporta a Rose.
Ho letteralmente detestato Lillian, poiché è una donna arrogante e superba, che ha a cuore solo la propria persona. Purtroppo non posso aggiungere nessun'altro dettaglio in merito, poiché altrimenti vi svelerei parte del libro.

Annunci:
Purtroppo io e Cristina a causa dei nostri impegni personali abbiamo deciso di fermare la Rubrica perché ci risulta alquanto complesso da condurre, ma presto collaboreremo assieme ad altri progetti. 


Mi raccomando, passate a leggere quanto scritto da Cristina!

Un bacio dalla Cantastorie dei boschi!

giovedì 13 giugno 2019

Recensione "La spada del destino".


Ciao a tutti lettori! 
A distanza di un anno ho ripreso in mano la lettura della saga fantasy di Andrzej Sapkowski. 
Infatti, durante il mese di maggio io e Stefano abbiamo incominciato a giocare al gdr "The Witcher 3 - Wild Hunt" ed è rinata in me la curiosità sulla storia di Geralt di Rivia. 
Quindi, ora passo a raccontarvi il mio pensiero inerente alla seconda delle due raccolte di racconti che precedono i sei volumi della saga.


Titolo: La spada del destino 
Autore: Andrzej Sapkowski 
Prezzo: 18 €
Pagine: 438
Editore: Nord
Voto: 5/5 🌸





Trama:
Geralt di Rivia è uno strigo, ossia un mutante che viene assodato come mercenario per uccidere i mostri. 
Egli lotta contro un basilisco, sopravvive a un incontro con una sirena, sgomina un'orda di goblin, ma la sua forza soccombe di fronte all'amore che egli nutre per la maga Yennefer e per la piccola Ciri.


Recensione:
Premetto il monito che sono solita rilasciare a chi mi contatta richiedendomi da quale libro iniziare per la lettura della saga di Geralt di Rivia. Prima di iniziare a leggere i sei volumi effettivi della saga è, infatti, necessario recuperare le due raccolte di racconti che preparano il lettore alla lettura della storia di Geralt di Rivia.
Sul blog è disponibile la recensione in merito alla prima antologia "Il guardiano degli innocenti".
"La spada del destino", invece, è la seconda raccolta di racconti. In questo volume, come nel tomo precedente, sono ricomprese differenti avventure che hanno scandito la vita dello strigo Geralt.
Questo secondo libro però è maggiormente incentrato sugli affetti di Geralt, infatti i personaggi principali della trama sono la strega Yennefer e la piccola Ciri. Nei differenti racconti vediamo come la vita di Geralt si intreccia a queste due donne. Dall'incontro con queste due fanciulle l'esistenza di Geralt viene scombussolata. Egli, infatti, non ha mai nutrito un sentimento profondo per alcuna persona in particolare, o meglio non ha mai accettato di potersi affezzionare ad alcuno. 
Yennefer è una maga dai capelli ricci e corvini, i cui occhi viola ed il suo profumo di uva spina e lillà hanno inesorabilmente stregato Geralt. Yennefer e Geralt condividono un amore passionale e turbolento. Difatti, il loro rapporto non è semplice ed è costellato da svariate incomprensioni. È palese l'amore sviscerale che li unisce, ma Yennefer fatica ad accettare che la loro unione dipenda meramente dal destino, ossia da una forza incontrastabile alla quale ambedue non possono fuggire.
Ciri, invece, è una piccola principessa, che fuggendo dal castello incontra Geralt, come in precedenza gli era stato predetto dalla propria balia.
Geralt sembra, quindi, predestinato a due donne, per le quali nutrirá un amore incommensurabile. 
Andrzej Sapkowski riesce a creare dei personaggi realistici, correlati da accezioni positive e negative.
In merito, l'attenzione che ha riposto in questo volume sui sentimenti dei personaggi ha reso codesti più veritieri e mi ha permesso di affezionarmi a ciascuno di loro. Difatti, talvolta mi sono anche commossa.
Altro pregio dello scrittore è inerente all'universo da lui creato. L'ambientazione, i costumi e gli utensili descritti nelle sue pagine descrivono un mondo medievale intriso di magia. Questa tipologia di scenario è tipica del genere fantasy, ma Andrzej Sapkowski è riuscito tramite i mostri e la storia da esso narrata a costituire un mondo peculiare e originale. 
Questo secondo tomo è già predisposto verso la saga che inizierà dal prossimo volume. 
La prima raccolta di racconti mi aveva un poco tediata, infatti ho deciso di continuare la lettura solamente quando ho iniziato a giocare al gdr con Stefano. 
D'altra parte "La spada del destino" contiene dei racconti più coinvolgenti ed accattivanti ed il lettore inizia a comprendere con più precisione il mondo in cui Andrzej Sapkowski fa vivere i propri personaggi.
Andrzej Sapkowski è uno scrittore polacco e questa sua saga purtroppo non è molto nota in Italia, ma vi consiglio di reperire i volumi, soprattutto poiché a breve arriverà una serie televisiva.


lunedì 10 giugno 2019

Recensione "Harry Potter e il principe mezzosangue".

Ciao a tutti lettori! 
Sono terminate le giornate di pioggia, quindi ho approfittato della veranda di casa per leggere all'aria aperta, a contatto con la natura. Questo ovviamente sarà possibile solo fintanto che non arriveranno le zanzare, poiché in quel caso non ho alcuna intenzione di leggere fuori casa!

Titolo: Harry Potter e il principe mezzosangue
Autore: J. K. Rowling 
Prezzo: € 14
Pagine: 567
Editore: Salani
Voto: 5/5 🌸



Trama:
Durante le vacanze estive Harry Potter riceve una visita da Albus Silente, il quale, dopo avergli letto il testamento del padrino Sirius Black, gli chiede di accompagnarlo in una missione, che consiste nel convincere un suo vecchio amico e collega il professor Horace Lumacorno a tornare a insegnare a Hogwarts. 
Successivamente Harry trascorre le ultime giornate festive alla Tana, la dimora della famiglia Weasley, dove assieme a Ron ed Hermione discute degli omicidi attuati dai Mangiamorte e Dissenatori per mano di Lord Voldemort.


Recensione:
Finalmente posso parlarvi del sesto libro della saga di J. K. Rowling, in assoluto il mio capitolo preferito.
In "Harry Potter e il principe mezzosangue" l'intero mondo magico è conscio del ritorno di Lord Voldemort. L'avvento del Signore Oscuro e dei suoi seguaci sta, infatti, scatenando panico e terrore, uccidendo maghi e Babbani.
Al riguardo, durante il sesto anno ad Hogwarts, Silente istruisce Harry con delle lezioni serali e gli racconta la vita di Tom Marvolo Riddle. In questo modo Harry, notte dopo notte, attraverso i ricordi del preside vede nel pensatoio Tom Marvolo Riddle scoprire di essere un mago, crescere e prendere le decisioni che lo condurranno a diventare Lord Voldemort.
Parallelamente agli ultimi tragici eventi, Harry, Ron ed Hermione vivono anche i comuni problemi che affliggono gli adolescenti. In questo frangente, infatti, Harry si innamora perdutamente di Ginny Weasley e soffre nel vederla mentre frequenta altri ragazzi.
Ginny Weasley è, a mio parere, uno dei personaggi più belli dell'intera saga. Ella è caratterizzata da un carattere forte, è testarda, determinata ed arguta. Non è più la bambina timida ed impaurita dei primi volumi, ma si è trasformata in una donna caparbia e sicura di se stessa, che saprà egregiamente supportare Harry, soprattutto nella parte finale del volume.
Ugualmente ad Harry anche Ron ed Hermione soffrono per le stesse pene d'amore e faticano a trovare l'armonia nel loro rapporto. 
Tuttavia, cardine del tomo è un libro di pozioni firmato dal "Principe Mezzosangue" che contiene delle fitte annotazioni su come preparare egregiamente i preparati e degli appunti su alcuni pericolosi incantesimi. Hermione è assolutamente contraria all'utilizzo che Harry fa di questo tomo, ma il giovane ne è follemente attratto.
Questa è solo una delle tante cause che conducono Harry a contrastare con veemenza le idee dei suoi due amici. In questo sesto libro, infatti, Ron ed Hermione faticheranno a credere alle parole di Harry, ma quanto temuto dal giovane mago si rivelerà alla fine del tomo.
La saga di J. K. Rowling, come ho sempre ribadito nei precedenti articoli, è complessa. Con questa constatazione non faccio meramente riferimento alla trama, ma è un giudizio che verte sull'opera intesa nel suo complesso. I personaggi infatti sono sfaccettati e non sono rappresentati come perfetti o ideali, ma hanno delle accezioni che li avvicinano a qualsiasi essere umano. Questa mia specificazione è perfettamente riscontrabile nel protagonista Harry Potter, il quale spesso si approccia con atteggiamenti bruschi e non è sempre un ragazzo buono e gentile. Infatti, come ogni individuo, anche gli eroi sono umani e provano rabbia, gelosia e frustrazione.
Insomma, nessun personaggio tracciato da J. K. Rowling è eticamente ineccepibile, motivo per cui ho amato ancor di più i suoi tomi, poiché non ho trovato nessun protagonista inverosimile. 
Invece, un protagonista che in questo libro inizia a mutare radicalmente la propria indole è Draco Malfoy, il quale inizierà a maturare una conoscenza di sé prima d'ora mai avuta. 
La scrittura di J. K. Rowling è eccelsa. Ella riesce a descrivere la storia con una maestria invidiabile, poiché il suo racconto ha un ritmo incalzante. 
È sempre arduo parlare di un'opera che ha riscontrato così tanta risonanza nell'editoria e mi sembra sempre di dire poco in merito, soprattutto perché non finirei mai di tessere lodi sulla penna di J. K. Rowling. Quindi, concludendo, semplicemente vi invito a leggere i libri di Harry Potter. Anche chi ha visto i film dovrebbe leggere questi volumi, poiché nella trasposizione cinematografica, ovviamente, mancano tantissime personaggi ed eventi del magico racconto dell'autrice.

giovedì 6 giugno 2019

Recensione "La contessa nera".


Ciao a tutti lettori! 
Oggi vi propongo un romanzo storico che mi è stato prestato da mia mamma. 
Grazie a questo volume ho scoperto la figura storica di una donna di cui non avevo mai sentito parlare e che ora vi presento in questa mia recensione.


Titolo: La contessa nera
Autore: Rebecca Johns
Prezzo: 18,60 € in cartaceo o 8,99 € in digitale
Pagine: 323
Editore: Garzanti
Voto: 5/5 🌸




Trama:
Ungheria, 1611. 
Il conte palatino ha decretato che la contessa Erzsébet Bàthory è condannata a vivere murata nella torre più alta del castello di Csejthe. 
Tuttavia, la donna desidera riscattare il proprio onore, motivo per il quale trascorre le giornate a scrivere la propria versione dei fatti.


Recensione:
Erzsébet Báthory, conosciuta in Italia anche come Elisabetta Bathory, soprannominata la Contessa Dracula o Contessa Sanguinaria (7 agosto 1560 – Csejte, 21 agosto 1614), è stata una serial killer ungherese.
Difatti, lei e quattro suoi collaboratori furono accusati di aver torturato e ucciso centinaia di giovani donne. Al riguardo, secondo un diario trovato durante la perquisizione della casa della contessa, le vittime ammonterebbero a 650, ma gli storici stimano che il numero reale dei cadaveri oscilli tra i 100 ed i 300, come sono oltremodo scettici circa la veridicità o l'esistenza di questo diario.
Il romanzo "La contessa nera" racchiude il fittizio documento che l'autrice ha immaginato che Erzsébet potesse aver scritto all'amato figlio per scagionare la propria persona. 
La narrazione, infatti, è condotta intervallando la voce della contessa nel tempo presente della storia con i ricordi della stessa. 
Tramite i suoi ricordi scorgiamo che Erzsébet fin da bambina ha sempre dato segni di squilibrio a causa di alcuni eventi di cui fu purtroppo testimone. All'età di sei anni, infatti, assistette ad una macabra scena in cui furono vittime degli zingari. Quest'evento lasciò una traccia indelebile nella psiche della fanciulla, cancellando l'innocenza dai suoi occhi. 
Altro trauma è rilevabile al compimento dei suoi quindici anni. In quel frangente ella fu costretta ad abbandonare la sua terra natale, l'Ungheria, per diventare repentinamente una donna e sposare Ferenc Nádasdy. Da quell'istante ella visse in Slovacchia, un Paese di cui non riuscì mai ad innamorarsi. 
Ugualmente al suo disprezzo per l'Ungheria, la contessa ebbe con il marito un rapporto piuttosto travagliato, difatti trascorsero vari anni prima che Ferenc e Erzsébet divennero amanti e complici. 
Il lettore leggerà con apprensione il racconto di Erzsébet ed in un primo istante sarà propenso a scusare alcuni gesti poco nobili della donna. Tuttavia, con l'avvicinarsi del finale del libro, diventerà sempre più palese quanto la contessa stia ingannando il lettore tramite le scusanti che è solita propinare. Leggere la trama tramite il suo sguardo, infatti, altera l'analisi critica di chi sfoglia il libro. Questa tecnica letteraria permette però al lettore di percepire la rabbia e la frustrazione che provarono le persone che credettero in un primo momento alla versione della donna. 
Dalla storia delineata nel romanzo appare, quindi, evidente che Erzsébet Bàthory è stata fin dall'infanzia deviata dalle scene raccapriccianti che vide. Ella, infatti, solertemente ribadisce di imitare le azioni attuate dalla madre sulle proprie domestiche, seppur Erzsébet inasrpí ulteriormente le già gravose punizioni. 
Spesso ho provato ribrezzo nella lettura, sentivo lo stomaco sconquassato e non riuscivo a capacitarmi della malvagità con la quale ella si approcciava alle donne al suo servizio. 
La penna di Rebecca Johns, difatti, non cela alcun particolare e trascrive con estrema franchezza la reale condotta della contessa. 
Tutt'ora serbo nel mio animo una forte sensazione di disgusto per i gesti efferati di Erzsébet Bàthory, ma sono stata felice di leggere questo volume. Il tomo, infatti, cela all'interno delle sue pagine fatti realmente accaduti, come ho avuto modo di constatare tramite delle ricerche che ho attuato al termine della lettura del romanzo. Quindi, per chi fosse curioso di entrare a contatto con questa figura storica perturbante, consiglio caldamente il recupero di questo tomo. 


lunedì 3 giugno 2019

Recensione "Arte", volume 9.


Ciao a tutti lettori! 
Oggi, con estremo ritardo, vi aggiorno sulla mia lettura della serie manga "Arte".


Titolo: Arte
Volume: 9
Autore: Kei Ookubo 
Categoria: Seinen
Prezzo: € 5,50 
Pagine: 200
Editore: Panini Comics - Planet Manga
Voto: 4/5 🌸



Trama:
Mentre Ubertino cerca di convincere Arte a trovare un mecenate, la giovane viene incaricata dal cardinale Silvio Passerini per fare un ritratto ad una donna misteriosa.



Recensione:
Come noterete dalla votazione sopra indicata il volume di Kei Ookubo non ha raggiunto la solita votazione massima.
Il motivo che mi ha sospinta a tale decisione risiede non nei meravigliosi disegni, che mi stupiscono in ogni tavola, ma nella trama. Infatti, la storia inizia a prolungarsi eccessivamente. Per quanto sia interessante seguire anche le vicende dei personaggi secondari, a mio parere, la mangaka dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla figura della protagonista Arte. Difatti Arte, da quando è tornata a Firenze, è rimasta sospesa nei suoi dubbi e nelle sue paure. Nelle pagine vediamo Arte compiere commissioni e aiutare il signor Leo con la bottega, ma oltre ad attuare tanti azioni, non ho percepito la presenza della giovane con la solita intensità che la contraddistingueva nei capitoli precedenti. 
Inoltre, secondo il mio parere, la trama del manga poteva essere racchiusa in meno tankobon rispetto a quelli fino ad ora usciti. Il manga è tutt'ora in corso ed in patria sono stati pubblicati solo i primi 10 volumi, quindi dopo l'uscita del decimo volume dovremmo attendere svariati mesi prima di poter continuare con la storia. 
La pecca di questo volume è, quindi, riassumibile nel fatto che la mangaka ha arricchito l'ultimo tankobon delle problematiche dei personaggi di meno rilievo ed ha introdotto dei nuovi protagonisti, tralasciando Arte e la narrazione principale. 
Questo volume, insomma, mi ha in parte delusa. Tuttavia la mia votazione non poteva essere più bassa di quanto io ho sopra indicato, perché, come ho previamente espresso, il tratto della mangaka è sublime e sono emotivamente legata alla giovane Arte. 
Quindi attenderò la prossima uscita con una piccola storta di naso e un pó dispiaciuta.