giovedì 29 agosto 2019

Letture e preferiti del mese di agosto 2019.


Ciao a tutti lettori!
Ho trascorso il mese d'agosto assieme ai miei familiari nella casa al mare di Bellaria dei miei nonni. Le giornate in spiaggia hanno donato alla mia pelle un colore più salutare, anche se non riesco mai realmente ad abbronzarmi essendo bianca come la neve, e una sensazione di pace nell'animo.
Nell'ultimo periodo, inoltre, sono stata latitante sul blog, ma è stato tutto congeniale per potermi riposare completamente.
Ovviamente non ho trascorso le ore sotto l'ombrellone completamente immersa nella lettura, ma ho goduto della compagnia dei miei cari e di Stefano. Soprattutto Stefano mi ha spesso distratta dai libri per giocare a frisbee, però, finalmente, quest'anno ho migliorato il mio pessimo lancio.
Per non parlare dei gelati e delle piadine che ho mangiato, ma d'altronde ho undici mesi per riprendermi dai vizi che mi sono concessa. 
Non mi prolungo ulteriormente nel parlarvi delle mie vacanze, perché sul blog trovate un articolo in cui vi narro del mio amore e dei miei ricordi correlati alla città di Bellaria.

Comunque sono curiosa di sapere come avete trascorso le vostre vacanze, quindi scrivetemi sotto nei commenti dove e con chi avete condiviso i vostri viaggi.

Letture e preferiti del mese:


Letture del mese:

Libri letti:
- "Il tempo della guerra" di Andrzej Sapkowski;
- "La straniera" di Diana Gabaldon;
- "Tatiana & Alexander" di Paullina Simons;
- "Maria Antonietta - L'ultima regina di Francia" di Carolly Erickson.


Libro in corso di lettura:
"L'amuleto d'ambra" di Diana Gabaldon.


Preferiti del mese:
- Libro: "La straniera" di Diana Gabaldon;
Alcuni giorni prima di partire per il mare ho guardato la prima stagione di "Outlander". Successivamente, amando gli episodi, ho deciso di iniziare anche la lettura dei libri correlati.  
Ciò che ho maggiormente apprezzato del tomo, oltre alla trama, sono l'ambientazione e il periodo storico della vicenda narrata.


-Serie televisiva: "Jane The Virgin" quinta e ultima stagione e "Las chicas del cable" ("Le ragazze del centralino") quarta stagione.
"Jane The Virgin" è stata la serie televisiva che mi ha rivoluzionato la vita. La protagonista Jane, infatti, mi ha aiutata a comprendere che il mio modo di essere e di pensare non è errato. 
Jane e le sue disavventure, inoltre, mi hanno accompagnata nell'ultimo anno della mia vita, donandomi delle ore spensierate in un periodo che è stato contrassegnato da innumerevoli sconfitte ed eguali vittorie. 
Ogni stagione mi ha emozionata, ma l'ultimo episodio della quinta stagione è stato per me particolarmente difficile da guardare a causa delle lacrime e delle forte emozioni che ho provato. 
A proposito, nel prossimo articolo vi parlerò dettagliamente di questa straordinaria serie televisiva.
"Las chicas del cable" mi ha ugualmente dilaniato il cuore. Anche in questo caso l'ultimo episodio mi ha, completamente scioccata. Non voglio ovviamente svelarvi il finale, ma non ho accettato l'ultimo accadimento verificatosi negli episodi. 
Ciò nonostante, la prima e la quarta stagione sono le più belle dell'intera storia e non vedo l'ora di vedere i prossimi episodi.


Vi auguro uno splendido e magico settembre!
Un bacio dalla Cantastorie dei boschi!


lunedì 26 agosto 2019

Recensione "Il tempo della guerra".


Ciao a tutti lettori! 
Oggi continuo a parlarvi della saga fantasy di Andrzej Sapkowski.


Titolo: Il tempo della guerra 
Autore: Andrzej Sapkowski 
Prezzo: 18 €
Pagine: 433
Editore: Nord
Voto: 3/5 🌸






Trama:
Geralt di Rivia combatte ferocemente contro dei cavalieri che hanno assalito la principessa Ciri, la Fiamma di Cintra, la maga di cui parlano le profezie, l'unica forza in grado di contrastare i piani dell'imperatore di Nilfgaard e di riportare la pace tra i popoli della terra. 
Ciri è stata attaccata durante il suo viaggio presso l'isola di Thanedd, dove si stanno radunando tutti i maghi, ma presto sarà costretta a fuggire nuovamente per continuare il percorso che la condurrà a compiere il suo destino.


Recensione:
"Il tempo della guerra" è il quarto volume della saga fantasy dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski.
La scrittura di Andrzej Sapkowski è incalzante, ma gli eventi narrati all'interno dei suoi volumi sono sempre esigui. Ciò nonostante la lettura del tomo è scorrevole e il lettore è emotivamente coinvolto dalla trama. 
Tuttavia, l'autore, analizzando pedissequamente il racconto, talvolta tedia il lettore.
In realtà, però, la sua scrittura è capace di convincere il lettore a proseguire nella lettura, poiché è ancora inimmaginabile il finale dell'intera saga.
Questo tomo è, fino ad ora, il capitolo della saga che ho meno apprezzato.
La mia doglianza, come avevo dichiarato anche nelle precedenti recensioni, verte sull'assenza di una cartina all'interno del tomo, accezione che rende estremamente complessa la comprensione delle strategie politiche. Invero, sul web è possibile recuperare con facilità una mappa del mondo creato da Sapkowski, ma non comprendo perché non è stata inserita all'interno dei volumi. 
Lo scrittore introduce il lettore in un mondo a lui completamente ignoto, senza dare alcuna spiegazione geografica. Questa scelta narrativa può essere corretta per un fantasy pensato per un pubblico di lettori adulti, ma la presenza di una cartina risulta indispensabile per comprendere l'aspetto politico della saga. 
Difatti, la politica e la guerra sono due degli aspetti cardine della storia raccontata da Andrzej Sapkowski. Dunque è oltremodo necessario seguire ed essere consci della realtà sociale del suddetto mondo per proseguire con la lettura.
I pregi che ho riscontrato nei precedenti testi, però, rimangono tali.
L'attenzione alla psiche dei personaggi e l'originalità della storia sono sempre i punti di forza della trama di Andrzej Sapkowski.
In questo quarto capitolo finalmente scoppiano i primi tumulti che sfociano nella temuta guerra. Ciri è in perenne fuga, ma sta inconsciamente percorrendo la strada che la sta conducendo a svolgere il ruolo che il destino le ha pronosticato. Geralt e Yennefer, invece, si sono brevemente riavvicinati e cooperano per la salvaguardia della loro protetta. Inoltre, Yennefer ha deciso a chi affidare i suoi poteri, mentre Geralt è tutt'ora restio a schierarsi in battaglia al fianco di una delle due fazioni. 
Anche in questo tomo l'avvento di Yennefer rappresenta uno dei momenti più emozionanti dell'intero racconto. In nessun testo ho mai scorto un personaggio talmente enigmatico e interessante quanto la giovane maga. Yennefer è una donna bella e seducente, la cui ombra magica e misteriosa cala un velo di trepidazione nel cuore del lettore, che attende con timore di osservare la prossima mossa del personaggio in questione.
Andrzej Sapkowski ha dato vita a una storia intricata, in cui ogni accadimento è descritto nella sua interezza. Egli, senza fretta, cura la musicalità delle parole che traccia sul foglio e dona al lettore una storia indimenticabile.
Personalmente questo capitolo non ha attecchito nel mio animo come i precedenti libri, ma presto continuerò con la lettura dei volumi successivi.


lunedì 19 agosto 2019

Bellaria, il luogo dove il vento profuma di ricordi.

Ciao a tutti lettori!
Questa mattina ho deciso di scrivere questo articolo poco dopo essermi svegliata. 
Con gli occhi ancora offuscati dal sonno e la mente annebbiata dai sogni mi accingo a parlarvi di uno dei luoghi a me più cari.
Bellaria è una piccola città italiana dell'Emilia-Romagna, situata nei pressi di Rimini e Riccione, dove fin da piccola trascorro il mese di agosto nella casa dei miei nonni.
La riviera romagnola, quindi, racchiude alcuni dei ricordi più belli della mia infanzia e della mia età adulta.
Quando ero una bambina attendevo con ansia e trepidazione il giorno in cui saremmo partiti per raggiungere la casa sul mare.
Il mese di agosto ha sempre identificato il mese di riposo, di gioia e di spensieratezza.
Inoltre, mi è sufficiente appoggiare un piede sul suolo di questa città per essere sommersa dai ricordi.
Rammento le innumerevoli colazioni in cucina assieme a mia sorella fatte di pane e Nutella mentre guardavamo alla televisione Pollon, gli innumerevoli castelli di sabbia costruiti e distrutti sotto l'ombrellone, le camminate in riva al mare alla ricerca di conchiglie preziose, la libreria di fiducia in città, la piadina romagnola del chiosco di San Mauro, l'edicola vicino alla ferrovia dove compravo "Topolino", la buca della tabaccheria dove inviavo le cartoline, i tandem e la pista di pattinaggio.
In tutti questi anni nulla è cambiato, eccetto qualche negozio e punto vendita, eppure una persona è venuta a mancare, mia nonna.
Da piccola adoravo il mese di agosto, ma, a seguito della morte di mia nonna e con l'avvento della mia adolescenza, detestavo abbandonare la mia quotidianità.
All'epoca pensavo di sentire la mancanza dei miei amici e delle abitudini che avevo a casa, forse in parte era vero e desideravo vivere l'estate assieme ai miei coetanei, ma, crescendo, ho compreso che in realtà avevo paura di andare nella città che più mi ricordava che mia nonna non era più con noi.
Lei amava Bellaria e adorava trascorrere un mese in nostra compagnia. Lontani dagli affanni delle giornate lavorative e dallo stress quotidiano, infatti, ci ritrovavamo a colmare quei momenti che durante l'anno non riuscivamo a condividere assieme.
Quindi, dalla morte di mia nonna, Bellaria ha un sapore dolce e amaro, come uno zucchero filato un poco speziato, un aroma strano ma invitante.
Oggi sono a Bellaria e sto scrivendo seduta sul balcone con il vento che agita i miei capelli, un poco annodandoli, e, mentre le mie dita guidano la penna a graffiare il foglio con le mie emozioni, sento i miei occhi arrossarsi e le mie guance accaldarsi.
Nonostante gli anni trascorsi e le abitudini diverse Bellaria rimane il mio posto felice.
La perdita di mia nonna è sempre palpabile, sento l'eco della sua risata nell'aria frizzante e il tocco della sua mano nelle onde che si infrangono sul mio corpo, ma il mio animo è tornato ad essere felice quando ad agosto io, mia mamma, mia sorella e mio nonno partiamo per raggiungere Bellaria. 
Ora ricordare non mi fa più paura.
Eppure tu, nonna Jo, lo sai, sarò sempre grata a te e al nonno per aver donato ogni anno a me, mia mamma e a mia sorella un mese di gioia, il nostro agosto.

lunedì 12 agosto 2019

Recensione "Shadowhunters - The Mortal Instruments - Città di vetro".

Ciao a tutti lettori!
Sono consapevole della mia scarsa presenza sulla blogsfera, ma durante il mese d'agosto i lettori stentano a visualizzare gli articoli e, soprattutto, necessito di allentare i miei impegni per riposarmi. 
Ciò nonostante oggi sto scrivendo una recensione per consigliarvi un libro da leggere durante le vostre gite fuori porta.


Titolo: Shadowhunters. The Mortal Instruments. Città di vetro
Autore: Cassandra Clare
Prezzo: € 13
Pagine: 574
Editore: Mondadori 
Voto: 5/5 🌸





Trama:
Clary, per salvare la vita di sua madre ridotta in fin di vita dalla magia nera di suo padre Valentine, attraversa il portale magico che la conduce nella Città di Vetro, il luogo d'origine ancestrale degli Shadowhunters, in cui è proibito entrare senza permesso. 
Nel frattempo Valentine chiama a raccolta tutti i suoi poteri e minaccia il Mondo Invisibile. 
Dunque, consapevoli dell'imminente pericolo, gli Shadowhunters sono costretti a chiedere l'aiuto dei Figli della Notte, dei Nascosti e del Popolo Fatato.


Recensione:
"Città di vetro" è il terzo volume della primaria saga di Cassandra Clare "The Mortal Instruments", composta da sei libri. Il suddetto tomo conclude l'arco narrativo della prima parte della saga "The Mortal Instruments", poiché la stessa autrice consiglia, una volta conclusa la lettura del qui indicato testo, di leggere il primo volume "L'angelo" di "The Infernal Devices", ossia la seconda saga ideata dalla scrittrice.
In questo tomo, quindi, vengono risolte le problematiche che si sono dipanate nei precedenti testi.
L'azione narrata nel terzo capitolo si svolge ad Idris, precisamente nella capitale Alicante. 
Clary, dunque, finalmente giunge nella città d'origine ancestrale degli Shadowhunters, dove cerca disperatamente di imparare come utilizzare il proprio straordinario potere, che consta nel saper ideare delle nuove rune, per salvare la madre. Tuttavia, il suo avvento nella città non viene accettato con favore dal fratello Jace, che ha tentato di ingannarla al fine di non farle raggiungere la Città di Vetro.
Nella cittadina, difatti, gli Shadowhunters fremono a causa della figura di Valentine, il quale è entrato in possesso della Spada Mortale e della Coppa Mortale e sta cercando lo Specchio Mortale per poter riunire i tre Strumenti Mortali per procedere al rituale di evocazione dell'angelo Raziel, già effettuato moltissimi anni prima da Jonathan Shadowhunter, il fondatore degli omonimi Cacciatori.
Difatti, la chiamata di Raziel può condurre ad un futuro nefasto, essendo l'angelo obbligato ad esaudire il desiderio della persona che reclama il suo ausilio. 
In merito, Clary e Jace tentano di fermare il piano scellerato del padre, ma il loro intento è più volte ostacolato da svariati imprevisti. 
L'universo creato da Cassandra Clare ha come protagonisti degli esseri non umani in perenne lotta tra di loro, ma la fama dell'autrice è dovuta soprattutto alla sua intrigante prosa. La scrittrice, infatti, riesce a catturare l'attenzione del lettore grazie agli intrecci sentimentali con i quali arricchisce la narrazione del proprio racconto. 
Inoltre, seppur il libro è costituito da un numero ingente di pagine, la scrittura di Cassandra Clare è frizzante e il ritmo della narrazione è incalzante. 
Leggere quest'opera mi ha portata a rammentare i sentimenti che durante la mia adolescenza ho provato nei confronti dei libri. Il mondo degli Shadowhunters mi permette di fuoriuscire dalla mia quotidianità per tornare a vestire i panni di una ragazza spensierata e persa nei suoi sogni d'amore. Insomma, l'opera di Cassandra Clare ha identificato una ventata fresca nelle mie giornate ed è una saga che mi permette di riposare la mente dalle letture più impegnative. 
I personaggi, inoltre, vengono descritti con estrema precisione e accuratezza. Le loro azioni non sono insensate, ma sono coerenti al loro vissuto ed alla loro indole. 
Ciò che ho apprezzato della prosa dell'autrice, infatti, è l'aver esplorato con accuratezza la psiche di ogni personaggio. Ad esempio Valentine non è rappresentato meramente come l'antagonista del romanzo, ma vengono affrontate tutte le sfaccettature del suo animo. Dunque, anche l'anti-eroe non è solo un soggetto caratterizzato da un animo oscuro, ma in sé coesistono tutti i lati sfaccettati che contraddistinguono un uomo. 
Altro pregio di Cassandra Clare è l'aver avuto il coraggio di parlare di tematiche che fino a pochi anni fa si è stentato ad esternare, come l'omosessualità e l'incesto, senza mai scadere nella volgarità.
Tuttavia, la trama non racconta semplicemente l'evolversi del sentimento amoroso condiviso tra i protagonisti del narrato, poiché Cassandra Clare narra anche la mitologia del Mondo Invisibile. In questo preciso testo vengono ulteriormente chiarite le relazioni instaurate tra le varie razze, ossia gli Shadowhunters, i Figli della Luna (i lupi mannari), i Figli della Notte (i vampiri), i Figli di Lilith (gli stregoni) e il Popolo Fatato. In poche parole, si tratta di popoli che per secoli hanno intrattenuto dei rapporti ostili. Affiancate a queste delucidazioni, inoltre, in questo tomo l'autrice introduce le istituzioni del Conclave e del Consiglio, congregazioni che detengono, tutelano e controllano il potere politico degli Shadowhunters, stipulando le regole che la comunità deve rispettare.
Questo terzo capitolo è stato un volume emozionante per le rivelazioni che racchiude all'interno delle sue pagine, quindi nei prossimi mesi continuerò con la lettura dei testi successivi.

venerdì 9 agosto 2019

Recensione "1984".


Ciao a tutti lettori!
Finalmente sto scrivendo un articolo in riva al mare. Il mare profuma l'aria di un odore salato e io adoro inspirare la sua frizzante brezza mentre scarabocchio i miei pensieri sulla carta. 
Oggi, in particolare, vi parlo di un libro che ha suscitato in me sentimenti contrastanti.


Titolo: 1984
Autore: George Orwell 
Prezzo: 14 €
Pagine: 333
Editore: Mondadori 
Voto: 3/5 🌸





Trama:
L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo, l'anno 1984, in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. 
Precisamente, al vertice del potere politico in Oceania c'è il Grande Fratello, un uomo che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. 
In questo contesto locale, Winston Smith lavora presso il Ministero della Verità e la sua mansione consta nel censurare i libri ed i giornali non in linea con la politica ufficiale, nell'alterare la storia e nel ridurre le possibilità espressive della lingua. Egli rispetta e pratica i postulati del regime e non si ribella all'ideologia del Grande Fratello, ma il suo pensiero è destinato a mutare drasticamente.


Recensione:
Parecchi anni fa ho letto il testo di George Orwell "La fattoria degli animali", libro che ho apprezzato maggiormente rispetto all'opera "1984" per cui è noto lo scrittore.
"1984" rappresenta un futuro distopico rispetto al periodo storico in cui vive George Orwell. Precisamente, George Orwell ha iniziato a scrivere il suddetto tomo nel 1948.
Nel 1984, a seguito della Terza Guerra Mondiale, scoppiata poco dopo la Seconda e combattuta con armi nucleari, la Terra è suddivisa in tre grandi unità territoriali rette da regimi totalitari in perenne lotta tra loro, Oceania, Eurasia ed Estasia, il cui scopo principale è quello di mantenere il controllo sulla società. 
Il romanzo è ambientato nel territorio dell'Oceania. In Oceania la società è amministrata secondo i principi del Socing, il partito socialista Inglese, ed è governata da un partito unico, chiamato semplicemente il Partito, con a capo il Grande Fratello, un personaggio che nessuno ha mai visto di persona, ma che appare in manifesti affissi dappertutto che recitano la frase “The Big Brother is watching you”, e che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini tramite dei teleschermi, ossia dei televisori forniti di telecamera ed installati per legge in ogni abitazione. 
Il totalitarismo del Grande Fratello richiama le accezioni tipiche dell'Unione Sovietica di Stalin e della Germania di Hitler. 
Nel suddetto regime dittatoriale, infatti, risaltano alcune accezioni.
Primariamente, l'autore chiarisce che l'unica forma di pensiero ammissibile in Oceania è il Bispensiero, con il quale termine si indica il meccanismo psicologico che consente all'uomo di convincersi della veridicità (o falsità) di qualcosa, pur essendo inconsciamente consapevole della sua falsità (o veridicità). Parallelamente, la lingua che si parla in Oceania si sta trasformando in Neolingua, ovvero un nuovo linguaggio in cui sono ammessi solo i termini con un significato preciso e privo di possibili sfumature, circostanza che riduce drasticamente la probabilità di concepire un pensiero critico individuale. Difatti, il regime esplica una quotidiana e costante modifica della storia e della cultura tramite la riscrittura dei fatti storici a favore della superpotenza dello Stato dell'Oceania. 
In questo scenario i soggetti che, in generale, contrastano i dettami del governo totalitario sono imputati del reato nominato "psicoreato". 
In merito, il Partito identifica i sovversivi tramite la figura leggendaria di Emmanuel Goldstein. Il Partito rappresenta Emmanuel Goldstein come il capo dei rivoluzionari, un uomo folle e pericoloso che vive nell'ombra della società. 
Il protagonista Winston Smith è fagocitato dalla suddetta realtà, finché un giorno, durante i due minuti di Odio, ossia quel momento in cui la popolazione, al segnale emesso da altoparlanti, si riunisce dinanzi a un teleschermo che proietta le immagini di Emmanuel Goldstein, si accorge dell'insensatezza delle urla che fuoriescono spontaneamente dalla bocca delle persone in risposta a quanto trasmesso dai teleschermi. 
Smith è sconcertato e spaesato dai suoi nuovi sentimenti e l'unico modo che trova per esternare le proprie frustrazioni è scrivere la sua rabbia su un piccolo quaderno. Ad alimentare ulteriormente i suoi pensieri rivoluzionari giunge Julia, una giovane ragazza che lo convince a ribellarsi al regime. 
"1984" è un libro costituito da poche pagine, ma pregno di significato. Ugualmente a "La fattoria degli animali", lo scrittore trascrive un futuro distopico e inquietante. Tutt'ora, infatti, è possibile rilevare nelle sue parole delle accezioni che, purtroppo, sono riscontrabili nella realtà fattuale in cui viviamo. 
Il mio voto non è ovviamente correlato all'importanza che codesto tomo ricopre nel panorama letterario, poiché la sua rilevanza nel suddetto settore ed, in generale, nella vita di tutti gli individui è confermata e ribadita anche dalla sottoscritta. Il grado della mia votazione è conseguente alla difficoltà che ho riscontrato nella mia esperienza personale di lettura. Concludere questo volume è stato, infatti, arduo. La storia, insomma, non è riuscita ad appassionarmi quanto "La fattoria degli animali". In particolare, l'ultima parte del romanzo mi ha disgustata e destabilizzata. In merito, George Orwell è stato abile nel caratterizzare la sua prosa di drammaticità, mostrando delle scene dure e cupe, capaci di impressionare la mente del lettore. 
La scrittura di George Orwell è fluida, seppur la mia attenzione è calata nelle parti del tomo in cui l'autore inserisce gli stralci del testo proibito che legge Smith. 
Concludendo, consiglio la lettura di questo testo. A mio parere questo tomo deve essere affrontato da chiunque, lettore o meno, per poter essere maggiormente consapevole degli errori effettuati dall'uomo nel nostro passato.


lunedì 5 agosto 2019

Recensione "The 100 - Rebellion".


Ciao a tutti lettori!
Oggi vi parlo dell'ultimo libro della famosa tetralogia "The 100" di Kass Morgan.
Personalmente ho apprezzato la storia racchiusa nei quattro volumi, anche se, come avrete modo di leggere nella recensione che segue, negli ultimi due tomi ho riscontrato delle pecche di non poco conto.


Titolo: The 100 - Rebellion
Autore: Kass Morgan 
Prezzo: 12 € 
Pagine: 305
Editore: Rizzoli
Voto: 4/5 🌸





Trama:
Dopo un mese di pace i Cento e i Coloni subiscono un attacco da una setta di fanatici che, distruggendo l'accampamento, rapiscono alcuni di loro. 
I fanatici, precisamente, vogliono educare tutti i terrestri per farli diventare degli adepti capaci di "guarire" il pianeta devastato dalla guerra.


Recensione:
All'inizio di quest'anno ho iniziato a guardare la serie televisiva "The 100" che per le prime tre stagioni ha catturato la mia attenzione. Successivamente, però, la quarta e la quinta stagione le ho trovate ridondanti e, a tratti, noiose. Difatti, dopo aver recuperato alcuni episodi della sesta stagione ho deciso di interrompere la visione della suddetta serie televisiva. 
Ciò nonostante, ho deciso di leggere la trama racchiusa nei quattro volumi di Kass Morgan, tetralogia in cui è racchiusa la storia che ha ispirato il programma televisivo. 
Come potete constatare dalle mie precedenti recensioni, i primi due tomi hanno riscontrato il mio apprezzamento, mentre gli ultimi due testi non sono stati da me ugualmente graditi. 
Per quanto riguarda specificamente il quarto libro, nei primi capitoli i Cento e il "popolo del cielo" collaborano e vivono pacificamente, fino a quando la loro agoniata pace viene bruscamente interrotta dall'avvento di un gruppo di fanatici. 
La storia narrata in questo testo è intrigante e a tratti inquietante, ma, come nel terzo volume, lo stile troppo semplice e scontato di Kass Morgan e la lentezza del narrato hanno offuscato il potenziale di questo romanzo. 
La rappresentazione di un gruppo di fanatici come antagonisti è originale, ma l'autrice non è stata in grado di strutturarla al meglio. Essi, infatti, hanno delle connotazioni terrificanti, ma Kass Morgan non le analizza nel dettaglio. In merito, la scrittrice sviscera le elucubrazioni dei protagonisti, talvolta annoiando il lettore, ma non si concentra ugualmente sull'analisi dell'operato della setta. I fanatici, quindi, identificano una cornice del narrato, ma non sono rappresentati nella loro completezza. Dunque, la loro apparizione all'interno della trama non desta nel lettore alcun sentimento di terrore o di paura. 
Questa accezione è rilevabile anche nella velocità ed estrema facilità con la quale Bellamy e Clarke riescono a salvare i loro compagni che sono stati rapiti. 
Inoltre, non ho compreso il motivo per cui Kass Morgan ha deciso di eliminare i flashback dal racconto, poiché essi sono stati dei componenti preponderanti nei primi tre volumi della tetralogia. 
Invece, per quanto concerne i pregi di questo libro, i protagonisti sono ben caratterizzati e le loro azioni sono coerenti alla loro indole. I personaggi, infatti, pensano ed agiscono coerentemente in base al loro vissuto. 
Inoltre, ho apprezzato che l'autrice ha concluso la storia fornendo al lettore una visione approssimativa del futuro dei protagonisti. 
Concludendo, io consiglio la suddetta saga libresca, anche se non è una delle migliori che ho letto. 
Nel complesso è una storia leggera e scorrevole, perfetta per intervallare le letture più complesse.


giovedì 1 agosto 2019

"Gli ultimi zar".


Ciao a tutti lettori! 
Oggi vi racconto il mio pensiero inerente alla serie televisiva "Gli ultimi zar".



Voto: 5/5 🌸

"Gli ultimi zar" è una docu-serie di Netflix formata da una stagione, composta da 6 episodi dalla durata di 50 minuti ciascuno.
La serie televisiva ricostruisce la storia degli ultimi zar di Russia dal momento dell’incoronazione del giovane Nicola II, succeduto al padre Alessandro III, fino alla sua abdicazione e alla tragica morte insieme alla propria famiglia per mano dei bolscevichi. La trama, inoltre, si intreccia al racconto della misteriosa donna che anni dopo ha dichiarato di essere Anastasia, la quarta figlia degli zar di cui non sono mai state trovate le spoglie.



Gli episodi raffigurano la figura di Nicola II, un giovane ragazzo che, a causa della prematura morte del padre, è costretto ad assumere il potere di uno degli Stati più potenti del 1900. 
I primi momenti del suo trono sono gioiosi, poiché Nicola riesce a superare le opposizioni dei suoi familiari e sposa la sua amata principessa tedesca Alice, in seguito nominata zarina Alessandra. 
Durante la loro incoronazione, però, un segno nefasto spaventa i due sovrani. 
Il loro timore sulla malasorte sembra concretizzarsi dal momento che faticano a concepire l'agoniato erede maschio. 
Tuttavia, dopo quattro figlie femmine, finalmente nasce Aleksej, un bambino bellissimo, ma malato di emofilia. 
È in questo ulteriore frangente di sconforto e frustrazione che gli zar accettano l'avvicinanza di Rasputin, un santone che, grazie alle sue capacità manipolatorie, conquista la zarina e, in poco tempo, riesce a ottenere e a esercitare un’influenza enorme sulla famiglia imperiale.



I sei episodi permettono al lettore di ottenere tutte le informazioni necessarie per approfondire le proprie conoscenze in merito a uno dei più disastrosi eventi che è accaduto all'incirca cento anni fa. 
Ciò che più ho apprezzato di quest'opera cinematografica è l'aver descritto con estrema veridicità i lati oscuri del popolo e dei regnanti. La docu-serie, infatti, non addita un unico colpevole, ma presenta gli errori che ambedue le fazioni hanno esplicato.
Precisamente, il regista ha soffermato la sua attenzione sulla giovinezza ed ingenuità dei due zar, soprattutto sulla fragilità della zarina Alessandra. Dal racconto traspare che Nicola II, non in grado di alleviare le paure della moglie, lascia la responsabilità di confortare e alleviare le elucubrazioni della moglie nelle mani di Rasputin. 
Rasputin è uno dei personaggi più importanti per la storia che la serie televisiva vuole raccontare e delinea come quest'uomo è riuscito a manovrare i due sovrani. 
Difatti, per mano di Rasputin i due zar sono colpiti da una grave cecità, ovvero essi si allontanano dal popolo e dai loro reclami, rinchiudendosi nei loro rispettivi problemi, Nicola nelle strategie di guerra e Alessandra nella sua depressione, e dimenticandosi di essere i due tutori del benessere di uno degli Stati all'epoca più vasti. 
Il clima rigido sovietico e la malnutrizione hanno esasperato gli animi dei cittadini, i quali sospinti dalla rabbia e dalla fame hanno condotto uno degli omicidi più efferati degli ultimi tempi.



Personalmente conoscevo molto bene la storia degli ultimi zar di Russia, ma la docu-serie ha ampliato ulteriormente le mie conoscenze.
Vi consiglio caldamente di recuperare questa serie televisiva, che contiene anche delle immagini originali della famiglia reale.