venerdì 9 agosto 2019

Recensione "1984".


Ciao a tutti lettori!
Finalmente sto scrivendo un articolo in riva al mare. Il mare profuma l'aria di un odore salato e io adoro inspirare la sua frizzante brezza mentre scarabocchio i miei pensieri sulla carta. 
Oggi, in particolare, vi parlo di un libro che ha suscitato in me sentimenti contrastanti.


Titolo: 1984
Autore: George Orwell 
Prezzo: 14 €
Pagine: 333
Editore: Mondadori 
Voto: 3/5 🌸





Trama:
L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo, l'anno 1984, in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. 
Precisamente, al vertice del potere politico in Oceania c'è il Grande Fratello, un uomo che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. 
In questo contesto locale, Winston Smith lavora presso il Ministero della Verità e la sua mansione consta nel censurare i libri ed i giornali non in linea con la politica ufficiale, nell'alterare la storia e nel ridurre le possibilità espressive della lingua. Egli rispetta e pratica i postulati del regime e non si ribella all'ideologia del Grande Fratello, ma il suo pensiero è destinato a mutare drasticamente.


Recensione:
Parecchi anni fa ho letto il testo di George Orwell "La fattoria degli animali", libro che ho apprezzato maggiormente rispetto all'opera "1984" per cui è noto lo scrittore.
"1984" rappresenta un futuro distopico rispetto al periodo storico in cui vive George Orwell. Precisamente, George Orwell ha iniziato a scrivere il suddetto tomo nel 1948.
Nel 1984, a seguito della Terza Guerra Mondiale, scoppiata poco dopo la Seconda e combattuta con armi nucleari, la Terra è suddivisa in tre grandi unità territoriali rette da regimi totalitari in perenne lotta tra loro, Oceania, Eurasia ed Estasia, il cui scopo principale è quello di mantenere il controllo sulla società. 
Il romanzo è ambientato nel territorio dell'Oceania. In Oceania la società è amministrata secondo i principi del Socing, il partito socialista Inglese, ed è governata da un partito unico, chiamato semplicemente il Partito, con a capo il Grande Fratello, un personaggio che nessuno ha mai visto di persona, ma che appare in manifesti affissi dappertutto che recitano la frase “The Big Brother is watching you”, e che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini tramite dei teleschermi, ossia dei televisori forniti di telecamera ed installati per legge in ogni abitazione. 
Il totalitarismo del Grande Fratello richiama le accezioni tipiche dell'Unione Sovietica di Stalin e della Germania di Hitler. 
Nel suddetto regime dittatoriale, infatti, risaltano alcune accezioni.
Primariamente, l'autore chiarisce che l'unica forma di pensiero ammissibile in Oceania è il Bispensiero, con il quale termine si indica il meccanismo psicologico che consente all'uomo di convincersi della veridicità (o falsità) di qualcosa, pur essendo inconsciamente consapevole della sua falsità (o veridicità). Parallelamente, la lingua che si parla in Oceania si sta trasformando in Neolingua, ovvero un nuovo linguaggio in cui sono ammessi solo i termini con un significato preciso e privo di possibili sfumature, circostanza che riduce drasticamente la probabilità di concepire un pensiero critico individuale. Difatti, il regime esplica una quotidiana e costante modifica della storia e della cultura tramite la riscrittura dei fatti storici a favore della superpotenza dello Stato dell'Oceania. 
In questo scenario i soggetti che, in generale, contrastano i dettami del governo totalitario sono imputati del reato nominato "psicoreato". 
In merito, il Partito identifica i sovversivi tramite la figura leggendaria di Emmanuel Goldstein. Il Partito rappresenta Emmanuel Goldstein come il capo dei rivoluzionari, un uomo folle e pericoloso che vive nell'ombra della società. 
Il protagonista Winston Smith è fagocitato dalla suddetta realtà, finché un giorno, durante i due minuti di Odio, ossia quel momento in cui la popolazione, al segnale emesso da altoparlanti, si riunisce dinanzi a un teleschermo che proietta le immagini di Emmanuel Goldstein, si accorge dell'insensatezza delle urla che fuoriescono spontaneamente dalla bocca delle persone in risposta a quanto trasmesso dai teleschermi. 
Smith è sconcertato e spaesato dai suoi nuovi sentimenti e l'unico modo che trova per esternare le proprie frustrazioni è scrivere la sua rabbia su un piccolo quaderno. Ad alimentare ulteriormente i suoi pensieri rivoluzionari giunge Julia, una giovane ragazza che lo convince a ribellarsi al regime. 
"1984" è un libro costituito da poche pagine, ma pregno di significato. Ugualmente a "La fattoria degli animali", lo scrittore trascrive un futuro distopico e inquietante. Tutt'ora, infatti, è possibile rilevare nelle sue parole delle accezioni che, purtroppo, sono riscontrabili nella realtà fattuale in cui viviamo. 
Il mio voto non è ovviamente correlato all'importanza che codesto tomo ricopre nel panorama letterario, poiché la sua rilevanza nel suddetto settore ed, in generale, nella vita di tutti gli individui è confermata e ribadita anche dalla sottoscritta. Il grado della mia votazione è conseguente alla difficoltà che ho riscontrato nella mia esperienza personale di lettura. Concludere questo volume è stato, infatti, arduo. La storia, insomma, non è riuscita ad appassionarmi quanto "La fattoria degli animali". In particolare, l'ultima parte del romanzo mi ha disgustata e destabilizzata. In merito, George Orwell è stato abile nel caratterizzare la sua prosa di drammaticità, mostrando delle scene dure e cupe, capaci di impressionare la mente del lettore. 
La scrittura di George Orwell è fluida, seppur la mia attenzione è calata nelle parti del tomo in cui l'autore inserisce gli stralci del testo proibito che legge Smith. 
Concludendo, consiglio la lettura di questo testo. A mio parere questo tomo deve essere affrontato da chiunque, lettore o meno, per poter essere maggiormente consapevole degli errori effettuati dall'uomo nel nostro passato.


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