martedì 31 marzo 2020

Le letture ed i preferiti del mese di marzo 2020.

Ciao a tutti lettori!
Quest'ultimo mese non è stato semplice e sereno. Penso di parlare a nome di tutti gli italiani nell'affermare che stiamo vivendo attanagliati dalla paura per noi, per i nostri cari ed anche per chi non conosciamo.
Quindi, nella speranza di farvi sorridere un , oggi condivido una mia personale e bella notizia.
Nelle ultime settimane sono riuscita a superare i quattro esami facenti parte del secondo modulo dei tre che compone il Master che sto frequentando.
Spero che questa mia novella possa farvi vedere uno spiraglio di speranza in questo brutto periodo.

Ovviamente non ho null'altro da raccontarvi, poiché le mie giornate sono scandite dal lavoro e dallo studio. I miei unici svaghi personali sono, infatti, costituiti meramente dai libri e dagli episodi delle serie televisive che sto seguendo.


Le letture ed i preferiti del mese di marzo.




Le letture del mese:
I libri letti:
- "Storia del nuovo cognome" di Elena Ferrante;
- "Storia di chi fugge e di chi resta" di Elena Ferrante;
- "Storia della bambina perduta" di Elena Ferrante;
- "La vita segreta delle api" di Sue Monk Kidd;
- "It" di Stephen King.

I manga letti:
"Occhi di gatto", volumi 3, 4, 5 e 6, di Tsukasa Hojo.

Letture in corso di lettura:
- "Dio di illusioni" di Donna Tartt;
- "Sindrome da cuore in sospeso" di Alessia Gazzola;
- "Occhi di gatto", volume 7, di Tsukasa Hojo.


I preferiti del mese:
- Libro: "Storia della bambina perduta" di Elena Ferrante.




Penso che il finale di questa tetralogia rimarrà impresso nella mia memoria per un lungo periodo.
La storia di Lila e Lenù mi ha accompagnata per un mese intero, facendomi riflettere e donandomi spunti di riflessione rilevanti.

- Film: "Indovina chi viene a cena".




Un film che non mi stanco mai di guardare, anche se conosco a memoria la trama.
La pellicola cinematografica raccoglie alcuni principi di notevole importanza, che tutti dovremmo fare propri.

- Serie televisiva: "Gilmore girls".




Sono conscia di essere una delle poche persone rimanenti a non aver, prima d'ora, mai visto nemmeno episodio di questa serie televisiva.
Sto adorando ogni episodio per l'umorismo e la leggerezza che contraddistingue questi episodi.


Vi auguro uno splendido e magico aprile.
Un abbraccio dalla Cantastorie dei boschi!

martedì 24 marzo 2020

Recensione "Storia del nuovo cognome" di Elena Ferrante.


Ciao a tutti lettori!
Negli ultimi giorni la mia vita, come anche la vostra, è stata brutalmente interrotta. È difficile trovare la serenità in un contesto così caotico, ma io, come sempre, trovo la cura ideale nei libri.
Quindi, oggi vi parlo di uno dei testi che mi ha fatto compagnia in questo periodo, ovvero il secondo volume della tetralogia di Elena Ferrante.



Titolo: Storia del nuovo cognome 
Autore: Elena Ferrante 
Prezzo: 19,50 €
Pagine: 480
Editore: E/O
Voto: 5/5 🌸





Trama:
Lila e Lenù sono cresciute e, con esse, è mutato anche il loro anomalo rapporto di amicizia. 
Lila si è sposata a soli sedici anni con Stefano, un giovane del quartiere arricchitosi con commerci e traffici non sempre limpidi, diventando la signora Carracci ed ostentando la propria ricchezza, mentre Lenù continua a studiare, suscitando l’ammirazione e l’invidia dell’amica. 
La sfida tra le due ragazze, quindi, non si arresta, ma presto giungerà a disputarsi anche in ambito sentimentale.



Recensione:
"Storia del nuovo cognome" è il secondo volume della tetralogia di Elena Ferrante avente come protagoniste Elena Greco, detta Lenù, e Raffaella Cerullo, detta Lila. 
A seguito dello sconvolgente finale del precedente libro è stato per me impossibile non prendere subito in mano questo secondo capitolo.
In esso ritroviamo le due ragazze identiche, ma allo stesso istante già profondamente cambiate.
Lila ad appena sedici anni si è sposata con Stefano Carracci, ma, fin dalle prime ore del loro matrimonio, la giovane scopre che il suo novello marito non è l'uomo che ha professato di essere. Violento, bugiardo ed arrivista, Stefano, è disposto a compiere qualsiasi gesto per poter equivalere la potenza della famiglia Solara nella realtà del rione dove essi vivono. Lenù, invece, vive sopraffatta dal senso di impotenza che il matrimonio dell'amica scatena nel proprio animo. Ella invidia la ricchezza e la gioia ostentata da Lila e reputa la propria esistenza, dedita allo studio, misera e mediocre.
Anche in questo testo Lila tenta di celare la propria insofferenza, per non aver potuto proseguire gli studi e per essere stata l'oggetto delle recenti contese rionali, dettando il proprio volere tramite le armi a sua disposizione, l'intelletto e l'avvenenza. Lila è una giovane donna, ma per questo non è inconsapevole di sé. Bella ed arguta è abile nel soggiogare le persone al proprio volere. Invero, Lila è come circondata da un'aura irresistibile, di fronte alla quale tutte le altre donne perdono di consistenza.
Parallelamente Lenù, invece, è ancor più relegata all'ombra di Lila. Brillante tra i banchi di scuola ed elogiata dai professori, Lenù, non è però in grado di cogliere la propria fortuna e vive nutrendosi di odio e di rabbia per l'apparente fortuna dell'amica.
Il loro rapporto rispecchia i loro rispettivi sentimenti e, quindi, oscilla ripetutamente. In altri termini, l'amicizia condivisa tra Lila e Lenù inizia ad assumere sempre più delle sfumature inquietanti. 
Inoltre, in questo tomo le due protagoniste, spinte dal sentimento d'invidia reciproca, esplicano soventemente delle scelte insensate, soprattutto Lenù.
Lenù è il personaggio in cui ho confidato maggior aspettative, ma che mi ha ripetutamente delusa. Lei ha concretamente la possibilità di fuggire dal degrado del rione, ma la sua devozione nei confronti di Lila la riporta sempre a Napoli, li luogo dove le donne sono sopraffatte dai padri-padroni, dai fratelli e dai mariti e dall'idea di essere un mero oggetto che deve accontentare tutti i desideri sospirati nel talamo nuziale, senza fiatare ed opporsi. Lenù non riesce a cogliere realmente la propria fortuna nel poter fuggire da una prospettiva di vita tanto mediocre.
Difatti, l'influenza di Lila è tale da ricondurla sempre al rione per poterla ferire con una battuta arguta, così da mantenerla sotto il proprio potere psicologico.
In particolar modo Lila detesta sentire i pettegolezzi rionali che elogiano i meriti scolastici di Lenù e l'unico modo che ha per tenerla sotto il proprio giogo è quello di rammentarle che lei, a discapito suo, è capace di reinventarsi e che lo studio ormai ha perso l'importanza che da piccola tanto professava.
Anche Lenù, però, non è esonerata dai rimproveri, anzi ella, a sua volta, è meschina come la sua amica. In particolare ella imputa a Lila tutti gli errori che ella compie, nascondendo le proprie responsabilità dietro alla rappresentazione del voto di Lila. Nella sua mente l'amica è ciò che la sospinge a commettere tutti i gesti efferati e sciocchi, come se fosse realmente un burattino mosso dai fili che ella tira a sé. 
Elena Ferrante con una scrittura semplice e lineare ha creato una storia forte ed intensa, abile nel tener alta l'attenzione del lettore ed in parte anche sconvolgendolo per come ha denudato l'animo umano, mostrando, senza mezzi termini, la sua parte più oscura e meschina.


martedì 17 marzo 2020

I miei consigli primaverili di lettura.


Ciao a tutti lettori! 
Il mio proporvi dei consigli libreschi stagionali è diventata ormai una costante sul blog. 
Al riguardo, quindi, oggi vi indico alcuni titoli che per differenti ragioni sono, a mio parere, perfetti da leggere durante la stagione primaverile.





- Fantasy: "Il sognatore" di Laini Taylor. 




La duologia di Laini Taylor composta da "Il sognatore" e "La musa degli incubi" è una storia perfetta da leggere durante il periodo primaverile per la trama onirica racchiusa nelle sue pagine. 
Inoltre, all'interno di questi due libri sono molteplici i rimandi ai fiori o ad alcuni animali, in particolare le farfalle e le falene, i quali richiamano la stagione primaverile.



- Rosa: "Silver bay" di Jojo Moyes. 




"Silver bay" narra una storia d'amore che nasce in una zona balneare. 
Questo libro è perfetto per essere letto in questo periodo dell'anno per i profumi ed i suoni che Jojo Moyes riesce ad imprimere sulla carta, l'odore del mare e della pioggia e l'eco dei gabbiani e delle balene.



- Thriller: "It" di Stephen King. 




"It" è la lunga narrazione di un'amicizia nata in sella alle biciclette. 
Ho scelto questo testo per le lunghe escursioni ed avventure che effettuano il Club dei Perdenti, le quali non potranno non terrorizzarvi e tenervi compagnia per un lungo periodo.



- Romanzo: "L'amica geniale" di Elena Ferrante. 




La tetralogia di Elena Ferrante segue la nascita e l'evoluzione dell'amicizia tra Elena e Raffaella, due bambine che vivono in un rione di Napoli.
In questo preciso caso ho deciso di indicare i romanzi di Elena Ferrante perché nei volumi le due protagoniste crescono e si aprono al lettore come i fiori in primavera.



- Libri per ragazzi: "Heidi" di Johanna Spyri. 




"Heidi" é il titolo che più di tutti è perfetto per essere letto nel clima primaverile per le sue innumerevoli descrizioni di prati e fiori, ambedue colorati da tinte brillanti.



- Manga: "Cat's eye" di Tsukasa Hojo.




Divertente ed intrigante, "Cat's eye" è un manga lungo, ma che non vi stancherà.



Ora tocca a voi!
Lasciatemi sotto nei commenti dei titoli che dovrei leggere durante questa primavera.



Un abbraccio dalla Cantastorie dei boschi!

martedì 10 marzo 2020

Recensione "La collina delle fate" di Diana Gabaldon.


Ciao a tutti lettori!
Come sta procedendo il vostro mese di marzo? Da bibliofila quale sono spero che qualche buon libro vi stia tenendo compagnia. Per quanto mi riguarda durante questi ultimi giorni mi sto approcciando a delle letture che mi stanno stupendo per la loro bellezza.
Oggi, però, vi parlo di uno dei testi che ho letto durante il mese precedente.



Titolo: La collina delle fate
Autore: Diana Gabaldon
Prezzo: 12 €
Pagine: 442
Editore: TEA
Voto: 5/5 🌸





Trama:
Craigh na Dun, chiamata anche la Collina delle fate, è considerata dagli abitanti della zona un posto magico. Claire Randall, grazie a questo luogo incantato, ha appena effettuato il suo terzo viaggio nel tempo, dal 1968 al 1768, per ritrovare e riabbracciare il suo amato Jamie. 
Ora che Claire e Jamie si sono riuniti dovranno affrontare tante nuove avventure: partire per le Indie occidentali e le colonie americane, affrontare il rapimento del nipote di Jamie, i pirati, una strega e sopravvivere a sciabole e a una tempesta tropicale.



Recensione:
"La collina delle fate" è il quinto volume della saga "Outlander" di Diana Gabaldon. 
Come in ogni articolo vi ricordo che l'edizione italiana a partire dal secondo libro ha suddiviso ogni tomo in due volumi, quindi il testo in questione identifica la seconda parte del terzo titolo dell'opera originale in inglese.
Purtroppo devo primariamente ammettere che questo libro non mi ha pienamente convinta. 
Sono certa che ciò è dipeso dal fatto che l'opera originale è stata bipartita, rendendo, quindi, la seconda parte tediosa. Inoltre, l'aver letto i due volumi in periodi differenti, e non assieme come se fossero un unico volume, mi ha fatto sentire alle prime pagine disorientata. Questa scelta editoriale, continuo a ribadirlo, recide il racconto con un colpo netto, facendogli perdere la sua composizione originaria. 
Nelle prime pagine del romanzo il lettore ritrova Jamie e Claire in procinto di partire per l’America per ritrovare il loro nipote Ian, rapito dall’equipaggio della Bruja. 
Il racconto del viaggio in nave è lento e noioso, poiché Diana Gabaldon si concentra per parecchie pagine sul mal di mare di Jamie e sui innumerevoli tentativi della moglie di rendere più agevole la traversata del marito. 
A rendere ancor più tediosa la situazione, poi, Fergus segretamente porta con sé la propria amata Marsali, figlia di Laoghaire. Quando Jamie scopre l'inganno del figliastro ormai è troppo tardi, anche perché la cocciutaggine di Marsali, caratterizzata dalla medesima simpatia della madre, non permette alcuna scelta differente da quella da lei prestabilita. 
Tuttavia, a seguito di questa prima parte, gli inconvenienti che si accavallano offrono nuovi capovolgimenti per la trama, ridonando al libro la sua tipica dinamicità. Dunque, da questo istante ho ricominciato a divorare le pagine, tanto forte era il desiderio di scoprire cosa sarebbe accaduto. 
In particolare ho apprezzato la figura di John Grey. John Grey è uno dei personaggi più sfaccettati ed intriganti della serie. In merito, ho adorato lo scambio di battute tra lui e Claire, dialogo in cui l'autrice riesce a far echeggiare i sentimenti dei personaggi, facendoci anche percepire ciò che i due soggetti nutrono nel proprio animo ma che non osano esprimere. 
Inoltre ho adorato il ritorno nella saga di un altro personaggio, amato ed in parte anche detestato nel primo volume. 
In questo quinto testo i sentimenti sono ancora i protagonisti delle vicende. Dopo vent'anni di separazione, ovviamente, Jamie e Claire sono cambiati. Essi sono mutati a conseguenza delle esperienze e delle relazioni che hanno intessuto dal momento in cui si sono separati. Ciò rende complesso il loro rapporto a causa degli innumerevoli dubbi e incertezze che portano con sé alcuni loro silenzi, ma l'intensità del loro amore conduce i due amati a semplificare le questioni per poter ritrovare la serenità di coppia. 
Diana Gabaldon accompagna il lettore in nuove avventure, a scoprire nuove terre, culture e tradizioni, senza perdere i suoi toni umoristici e donandogli un altro capitolo sulla storia d'amore più intensa e romantica della letteratura contemporanea. 


domenica 1 marzo 2020

Recensione "L'amica geniale" di Elena Ferrante.

Ciao a tutti lettori!
Come avrete intuito dal titolo qui sopra oggi, finalmente, vi porto una nuova recensione sul blog.
Sono consapevole che il mio parere su questo romanzo arriva in estremo ritardo, dopo che tutti l'avete letto e vi siete pronunciati in merito, ma, come spesso accade, ho atteso che diminuisse il gran vociferare che per lungo tempo ha aleggiato su questo volume. 
Ebbene, oggi vi parlo delle riflessioni e dei sentimenti che questo libro ha saputo donarmi.



Titolo: L'amica geniale
Autore: Elena Ferrante 
Prezzo: 15,30 €
Pagine: 400
Editore: E/O
Voto: 5/5 🌸





Trama:
Elena (Lenù) e Raffaella (Lila) abitano nello stesso quartiere degradato della periferia di Napoli. 
Lila è figlia di un calzolaio e la sua famiglia vive in condizioni più modeste rispetto a quelle in cui cresce Lenù, il cui padre è usciere comunale. 
La loro amicizia nasce fin dalla prima infanzia e si consolida durante gli anni della scuola elementare, quando le due bambine diventano inseparabili, anche in relazione al fatto che entrambe vivono con grande insofferenza le rigide regole di comportamento imposte dal rione. 
Il loro più grande desiderio, infatti, è quello di poter evadere, un giorno, da quella soffocante atmosfera.


Recensione:
"L'amica geniale" è un romanzo italiano di Elena Ferrante, pubblicato nel 2011. È il primo volume dell'omonima serie letteraria, che prosegue con altri tre titoli, "Storia del nuovo cognome", "Storia di chi fugge e di chi resta" e "Storia della bambina perduta".
Il libro si apre con le pagine del prologo "Cancellare le tracce", in cui Rino, figlio di Lila, chiede aiuto a Lenù per ritrovare la madre. Successivamente il romanzo si articola in due parti, "Infanzia" e "Adolescenza", ed è dedicato alla storia di Elena Greco, detta Lenù, e Raffaella Cerullo, detta Lila, anche se la voce narrante è solo quella di Elena. 
Attraverso il racconto di Lenù il lettore legge la storia di due bambine che vivono tra le vicissitudini di un rione della periferia di Napoli, che, superate le prime difficoltà del dopoguerra, cerca di trovare una stabilità economica sotto l'oppressione della malavita. 
L'amicizia tra Lenù e Lila nasce, come tutti i legami che si instaurano nella prima infanzia, spontaneamente. 
Lila e Lenù crescono simbioticamente e sono inseparabili, tanto che reciprocamente si ripetono il monito "quello che fai tu faccio io". 
La loro amicizia è viscerale e, a tratti, ossessiva. Esse sono in perenne lotta per predominare una sull'altra, accezione che si riversa anche nello studio. 
Ambedue sono due bambine industriose, caparbie e studiano con devozione, ma il potenziale intellettuale le differenzia nettamente. Elena è intelligente, ma è consapevole di non poter rivaleggiare con la mente brillante e geniale di Raffaella. Lila, i cui grandi occhi ingenui si tramutano spesso in fessure astiose con cui analizza la realtà che la circonda, è caratterizzata da una spiccata arguzia che la contraddistingue da tutti i suoi coetanei. Tuttavia, per ragioni economiche, il padre di Lila, calzolaio, non può farle proseguire gli studi, mentre il padre di Lenù, usciere comunale, riesce a permettere alla figlia di continuare gli studi delle scuole medie, per poi addirittura accedere alla scuola del ginnasio. 
Questa biforcazione dei loro destini causa il primo incrinamento nel loro rapporto. 
Lenù ha la possibilità di arricchire il proprio bagaglio culturale tramite lo studio e di innalzarsi alla miseria del rione, mentre Lila è costretta a lavorare e, di nascosto dalla propria famiglia, ad apprendere il latino e le nuove nozioni di matematica attraverso i libri recuperati in prestito dalla biblioteca comunale. 
Nonostante ciò, Lenù non perde la sua devozione nei confronti di Lila e cerca ancora conferme nelle sue parole, anche se l'amica con la sua lingua tagliente non perde occasione per rammentarle che tra le due è lei la mente geniale. 
Tra le ragazze, quindi, la faida non troverà mai fine, ma solo moniti per alimentarla. 
Lila detiene un forte potere psicologico su Lenù. Elena osserva ammaliata la figura di Lila fin dalla tenera età, la descrive come un essere anomalo, perfetto e di difficile interpretazione, e le invidia la determinazione e la spavalderia. Lenù è assuefatta dal carisma di Lila e, pur di far propria una minima parte della sua essenza, vive nell'oscurità della sua ombra, succube, tentando di tenere il passo veloce dell'andatura della sua amica. 
Esse sono affiancate da innumerevoli personaggi, tanto che la consultazione dell'indice dei personaggi ad inizio volume diventa indispensabile per riuscire a destreggiarsi all'interno della trama. I soggetti secondari ricoprono un ruolo fondamentale all'interno della storia e tutti gli eventi raccolti all'interno del romanzo, anche quelli che ad una prima lettura appaiono secondari, diventano con il proseguire del racconto fondamentali e basilari per il futuro del racconto. 
Questi personaggi raffigurano lo spaccato popolare italiano del suddetto periodo, in cui l'uomo detiene un potere egemonico sulla propria famiglia come padre-padrone. In questo scenario le donne sono dei meri oggetti di possesso sulle quali il sesso maschile impartisce ordini tramite la figura del padre, coadiuvato dai figli maschi. 
Anche lo stesso rione viene impersonificato. I luoghi, sudici e miseri, sono i testimoni dei fatti loschi che accadono tra le viuzze e, talvolta, appaiono addirittura in grado di detenere un potere sulle persone, racchiudendole in sé. La sensazione che in tutto il testo predomina è, infatti, l'impossibilità per i cittadini di fuggire da questa realtà. Essi nascono, vivono e muoiono nel rione, senza speranza alcuna di fuga. 
Parlare de "L'amica geniale" è complesso per tutte le tematiche che vengono narrate all'interno delle sue pagine.
La trama, pregna di significati, però non è mai tediosa. La scrittura fluida di Elena Ferrante, invero, permette al lettore di terminare il libro in pochi giorni, lasciandoli, allo stesso istante, una traccia indelebile nell'anima.
Il romanzo è crudele e delicato allo stesso istante ed intrappola il lettore tra le sue parole, come il rione ghermisce i suoi abitanti.
È impossibile non rimanere incantati dalla prosa, dalla storia e dai personaggi che l'autrice ha saputo dar vita, come è altresì difficile capacitarsi di come una scrittrice sia riuscita ad imprimere su carta quanto da lei esplicato.