Ciao a tutti lettori!
Come avrete intuito dal titolo qui sopra oggi, finalmente, vi porto una nuova recensione sul blog.
Sono consapevole che il mio parere su questo romanzo arriva in estremo ritardo, dopo che tutti l'avete letto e vi siete pronunciati in merito, ma, come spesso accade, ho atteso che diminuisse il gran vociferare che per lungo tempo ha aleggiato su questo volume.
Ebbene, oggi vi parlo delle riflessioni e dei sentimenti che questo libro ha saputo donarmi.
Titolo: L'amica geniale
Autore: Elena Ferrante
Prezzo: 15,30 €
Pagine: 400
Editore: E/O
Voto: 5/5 🌸
Trama:
Elena (Lenù) e Raffaella (Lila) abitano nello stesso quartiere degradato della periferia di Napoli.
Lila è figlia di un calzolaio e la sua famiglia vive in condizioni più modeste rispetto a quelle in cui cresce Lenù, il cui padre è usciere comunale.
La loro amicizia nasce fin dalla prima infanzia e si consolida durante gli anni della scuola elementare, quando le due bambine diventano inseparabili, anche in relazione al fatto che entrambe vivono con grande insofferenza le rigide regole di comportamento imposte dal rione.
Il loro più grande desiderio, infatti, è quello di poter evadere, un giorno, da quella soffocante atmosfera.
Recensione:
"L'amica geniale" è un romanzo italiano di Elena Ferrante, pubblicato nel 2011. È il primo volume dell'omonima serie letteraria, che prosegue con altri tre titoli, "Storia del nuovo cognome", "Storia di chi fugge e di chi resta" e "Storia della bambina perduta".
Il libro si apre con le pagine del prologo "Cancellare le tracce", in cui Rino, figlio di Lila, chiede aiuto a Lenù per ritrovare la madre. Successivamente il romanzo si articola in due parti, "Infanzia" e "Adolescenza", ed è dedicato alla storia di Elena Greco, detta Lenù, e Raffaella Cerullo, detta Lila, anche se la voce narrante è solo quella di Elena.
Attraverso il racconto di Lenù il lettore legge la storia di due bambine che vivono tra le vicissitudini di un rione della periferia di Napoli, che, superate le prime difficoltà del dopoguerra, cerca di trovare una stabilità economica sotto l'oppressione della malavita.
L'amicizia tra Lenù e Lila nasce, come tutti i legami che si instaurano nella prima infanzia, spontaneamente.
Lila e Lenù crescono simbioticamente e sono inseparabili, tanto che reciprocamente si ripetono il monito "quello che fai tu faccio io".
La loro amicizia è viscerale e, a tratti, ossessiva. Esse sono in perenne lotta per predominare una sull'altra, accezione che si riversa anche nello studio.
Ambedue sono due bambine industriose, caparbie e studiano con devozione, ma il potenziale intellettuale le differenzia nettamente. Elena è intelligente, ma è consapevole di non poter rivaleggiare con la mente brillante e geniale di Raffaella. Lila, i cui grandi occhi ingenui si tramutano spesso in fessure astiose con cui analizza la realtà che la circonda, è caratterizzata da una spiccata arguzia che la contraddistingue da tutti i suoi coetanei. Tuttavia, per ragioni economiche, il padre di Lila, calzolaio, non può farle proseguire gli studi, mentre il padre di Lenù, usciere comunale, riesce a permettere alla figlia di continuare gli studi delle scuole medie, per poi addirittura accedere alla scuola del ginnasio.
Questa biforcazione dei loro destini causa il primo incrinamento nel loro rapporto.
Lenù ha la possibilità di arricchire il proprio bagaglio culturale tramite lo studio e di innalzarsi alla miseria del rione, mentre Lila è costretta a lavorare e, di nascosto dalla propria famiglia, ad apprendere il latino e le nuove nozioni di matematica attraverso i libri recuperati in prestito dalla biblioteca comunale.
Nonostante ciò, Lenù non perde la sua devozione nei confronti di Lila e cerca ancora conferme nelle sue parole, anche se l'amica con la sua lingua tagliente non perde occasione per rammentarle che tra le due è lei la mente geniale.
Tra le ragazze, quindi, la faida non troverà mai fine, ma solo moniti per alimentarla.
Lila detiene un forte potere psicologico su Lenù. Elena osserva ammaliata la figura di Lila fin dalla tenera età, la descrive come un essere anomalo, perfetto e di difficile interpretazione, e le invidia la determinazione e la spavalderia. Lenù è assuefatta dal carisma di Lila e, pur di far propria una minima parte della sua essenza, vive nell'oscurità della sua ombra, succube, tentando di tenere il passo veloce dell'andatura della sua amica.
Esse sono affiancate da innumerevoli personaggi, tanto che la consultazione dell'indice dei personaggi ad inizio volume diventa indispensabile per riuscire a destreggiarsi all'interno della trama. I soggetti secondari ricoprono un ruolo fondamentale all'interno della storia e tutti gli eventi raccolti all'interno del romanzo, anche quelli che ad una prima lettura appaiono secondari, diventano con il proseguire del racconto fondamentali e basilari per il futuro del racconto.
Questi personaggi raffigurano lo spaccato popolare italiano del suddetto periodo, in cui l'uomo detiene un potere egemonico sulla propria famiglia come padre-padrone. In questo scenario le donne sono dei meri oggetti di possesso sulle quali il sesso maschile impartisce ordini tramite la figura del padre, coadiuvato dai figli maschi.
Anche lo stesso rione viene impersonificato. I luoghi, sudici e miseri, sono i testimoni dei fatti loschi che accadono tra le viuzze e, talvolta, appaiono addirittura in grado di detenere un potere sulle persone, racchiudendole in sé. La sensazione che in tutto il testo predomina è, infatti, l'impossibilità per i cittadini di fuggire da questa realtà. Essi nascono, vivono e muoiono nel rione, senza speranza alcuna di fuga.
Parlare de "L'amica geniale" è complesso per tutte le tematiche che vengono narrate all'interno delle sue pagine.
La trama, pregna di significati, però non è mai tediosa. La scrittura fluida di Elena Ferrante, invero, permette al lettore di terminare il libro in pochi giorni, lasciandoli, allo stesso istante, una traccia indelebile nell'anima.
Il romanzo è crudele e delicato allo stesso istante ed intrappola il lettore tra le sue parole, come il rione ghermisce i suoi abitanti.
È impossibile non rimanere incantati dalla prosa, dalla storia e dai personaggi che l'autrice ha saputo dar vita, come è altresì difficile capacitarsi di come una scrittrice sia riuscita ad imprimere su carta quanto da lei esplicato.