martedì 24 marzo 2020

Recensione "Storia del nuovo cognome" di Elena Ferrante.


Ciao a tutti lettori!
Negli ultimi giorni la mia vita, come anche la vostra, è stata brutalmente interrotta. È difficile trovare la serenità in un contesto così caotico, ma io, come sempre, trovo la cura ideale nei libri.
Quindi, oggi vi parlo di uno dei testi che mi ha fatto compagnia in questo periodo, ovvero il secondo volume della tetralogia di Elena Ferrante.



Titolo: Storia del nuovo cognome 
Autore: Elena Ferrante 
Prezzo: 19,50 €
Pagine: 480
Editore: E/O
Voto: 5/5 🌸





Trama:
Lila e Lenù sono cresciute e, con esse, è mutato anche il loro anomalo rapporto di amicizia. 
Lila si è sposata a soli sedici anni con Stefano, un giovane del quartiere arricchitosi con commerci e traffici non sempre limpidi, diventando la signora Carracci ed ostentando la propria ricchezza, mentre Lenù continua a studiare, suscitando l’ammirazione e l’invidia dell’amica. 
La sfida tra le due ragazze, quindi, non si arresta, ma presto giungerà a disputarsi anche in ambito sentimentale.



Recensione:
"Storia del nuovo cognome" è il secondo volume della tetralogia di Elena Ferrante avente come protagoniste Elena Greco, detta Lenù, e Raffaella Cerullo, detta Lila. 
A seguito dello sconvolgente finale del precedente libro è stato per me impossibile non prendere subito in mano questo secondo capitolo.
In esso ritroviamo le due ragazze identiche, ma allo stesso istante già profondamente cambiate.
Lila ad appena sedici anni si è sposata con Stefano Carracci, ma, fin dalle prime ore del loro matrimonio, la giovane scopre che il suo novello marito non è l'uomo che ha professato di essere. Violento, bugiardo ed arrivista, Stefano, è disposto a compiere qualsiasi gesto per poter equivalere la potenza della famiglia Solara nella realtà del rione dove essi vivono. Lenù, invece, vive sopraffatta dal senso di impotenza che il matrimonio dell'amica scatena nel proprio animo. Ella invidia la ricchezza e la gioia ostentata da Lila e reputa la propria esistenza, dedita allo studio, misera e mediocre.
Anche in questo testo Lila tenta di celare la propria insofferenza, per non aver potuto proseguire gli studi e per essere stata l'oggetto delle recenti contese rionali, dettando il proprio volere tramite le armi a sua disposizione, l'intelletto e l'avvenenza. Lila è una giovane donna, ma per questo non è inconsapevole di sé. Bella ed arguta è abile nel soggiogare le persone al proprio volere. Invero, Lila è come circondata da un'aura irresistibile, di fronte alla quale tutte le altre donne perdono di consistenza.
Parallelamente Lenù, invece, è ancor più relegata all'ombra di Lila. Brillante tra i banchi di scuola ed elogiata dai professori, Lenù, non è però in grado di cogliere la propria fortuna e vive nutrendosi di odio e di rabbia per l'apparente fortuna dell'amica.
Il loro rapporto rispecchia i loro rispettivi sentimenti e, quindi, oscilla ripetutamente. In altri termini, l'amicizia condivisa tra Lila e Lenù inizia ad assumere sempre più delle sfumature inquietanti. 
Inoltre, in questo tomo le due protagoniste, spinte dal sentimento d'invidia reciproca, esplicano soventemente delle scelte insensate, soprattutto Lenù.
Lenù è il personaggio in cui ho confidato maggior aspettative, ma che mi ha ripetutamente delusa. Lei ha concretamente la possibilità di fuggire dal degrado del rione, ma la sua devozione nei confronti di Lila la riporta sempre a Napoli, li luogo dove le donne sono sopraffatte dai padri-padroni, dai fratelli e dai mariti e dall'idea di essere un mero oggetto che deve accontentare tutti i desideri sospirati nel talamo nuziale, senza fiatare ed opporsi. Lenù non riesce a cogliere realmente la propria fortuna nel poter fuggire da una prospettiva di vita tanto mediocre.
Difatti, l'influenza di Lila è tale da ricondurla sempre al rione per poterla ferire con una battuta arguta, così da mantenerla sotto il proprio potere psicologico.
In particolar modo Lila detesta sentire i pettegolezzi rionali che elogiano i meriti scolastici di Lenù e l'unico modo che ha per tenerla sotto il proprio giogo è quello di rammentarle che lei, a discapito suo, è capace di reinventarsi e che lo studio ormai ha perso l'importanza che da piccola tanto professava.
Anche Lenù, però, non è esonerata dai rimproveri, anzi ella, a sua volta, è meschina come la sua amica. In particolare ella imputa a Lila tutti gli errori che ella compie, nascondendo le proprie responsabilità dietro alla rappresentazione del voto di Lila. Nella sua mente l'amica è ciò che la sospinge a commettere tutti i gesti efferati e sciocchi, come se fosse realmente un burattino mosso dai fili che ella tira a sé. 
Elena Ferrante con una scrittura semplice e lineare ha creato una storia forte ed intensa, abile nel tener alta l'attenzione del lettore ed in parte anche sconvolgendolo per come ha denudato l'animo umano, mostrando, senza mezzi termini, la sua parte più oscura e meschina.


6 commenti:

  1. Cara Diletta, oggi mi sono un po dedicato al tu libro, leggendo la recensione, non posso che dire, che è sicuramente interessante da leggere.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
     Tomaso 

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    1. Ciao Tomaso!
      Sono felice che ti piaccia.
      Buona giornata a te, un abbraccio!

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  2. Le mie poche speranze per Lenu si stanno distruggendo a poco a poco 🤣

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  3. Risposte
    1. Ciao Gresi!
      Capisco perfettamente, perché è una saga molto bella ed intensa. ☺️

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