lunedì 28 settembre 2020

Le letture e i preferiti del mese di settembre 2020.

Ciao a tutti lettori! 

L'attesa del primo giorno di settembre inevitabilmente porta con sé un carico di aspettative e di speranze nei confronti dell'imminente inizio dell'anno scolastico o lavorativo. Per me settembre è da sempre un mese che inaugura il preludio di un nuovo capitolo nonché dona dei motivi di gioia, soprattutto poiché è costituito da varie ricorrenze che attendo con trepidazione per tutto l'anno. 


Prima di tutto il 10 settembre è il giorno del mio compleanno. Anche quest'anno sono stata felice di aver festeggiato assieme ai miei familiari e a Stefano, che sempre mi fanno sentire speciale e amata. Quest'anno ho spento ben 26 candeline e inesorabilmente la mia mente mi ha spinta a pensare "Diletta stai invecchiando, ti stai avvicinando ai 30". Tuttavia, nonostante i timori di svegliarmi il 10 settembre e di vedermi allo specchio piena di rughe e con i capelli bianchi, allo scoccare dei primi minuti del 10 settembre nulla è sostanzialmente cambiato. Sono più vecchia di un anno? Sì, ma che anno è stato! Sono riuscita a concludere tanti progetti e a iniziarne finalmente di nuovi.


Un'altra data che mi rende estremamente entusiasta è il 26 settembre, il giorno dell'anniversario di fidanzamento di me e Stefano. Quest'anno abbiamo raggiunto i 5 anni. Anno dopo anno Stefano si riconferma la più grande fortuna che potessi mai chiedere nella mia vita. Averlo al mio fianco mi arricchisce ogni giorno e camminare insieme, mano nella mano, per i meandri di questa esistenza è meno difficoltoso.




Durante le prime settimane del mese ho, inoltre, accettato ben due collaborazioni per il blog. Sulla mia pagina web potete trovare le segnalazioni dei due libri in questione, quello di Rinaldo Boggiani e quello di Lavinia Fonzi. In questo istante sto ancora aspettando di poter avere i due testi tra le mani, ma spero di potervene parlare il prima possibile con una recensione. 


In merito alla collaborazione con Lavinia Fonzi, io e Ilaria de @di_storia_di_libri_di_passioni abbiamo inaugurato un gruppo di lettura, che partirà dal giorno di lunedì 5 ottobre, per aiutare l'autrice a far conoscere il proprio romanzo. Se siete curiosi di capire in cosa consiste un gruppo di lettura nella prima settimana di ottobre pubblicherò un articolo sul blog per presentarvi il progetto. Ovviamente se siete interessati a reperire delle informazioni al riguardo potete contattarmi al mio indirizzo mail dilettaveluti94@gmail.com o con un messaggio alla mia pagina Instagram @lacantastoriedeiboschi. 


Ultima notizia, poi ve lo prometto smetto di chiacchierare, è la nuova cover della mia Fanfiction "Hold my hand", creata appositamente dalla mia cara amica Silvia. Sono ormai giorni che possiedo la nuova cover, ma non riesco a smettere di ammirarla. È semplicemente meravigliosa. Se siete curiosi di vederla potete andare a sbirciarla sul mio profilo Wattpad @MariaDilettaVeluti. 



Le letture e i preferiti del mese di settembre. 





Le letture del mese:


I libri letti:

- "La croce di fuoco" di Diana Gabaldon;

- "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood;

- "Le quattro casalinghe di Tokyo" di Natsuo Kirino. 


I manga letti:

"Nana", volume 13, di Ai Yazawa. 


Il libro in corso di lettura:

"Tre amiche al lago" di Dora Heldt. 


I preferiti del mese:

- Il libro: "Le quattro casalinghe di Tokyo" di Natsuo Kirino. 

 


"Le quattro casalinghe di Tokyo" è un romanzo noir. La trama delineata da Natsuo Kirino, quindi, è ricca di aspetti disturbanti e inquietanti, che non possono non sconvolgere il lettore. Per questo motivo ho letto il testo in una settimana scarsa senza riuscire a staccare gli occhi dalle sue pagine. 


- Serie tv: "I Medici". 

 


Ebbene sì, sono sempre in ritardo a recuperare le serie televisive. Fin dagli anni del liceo sono stata affascinata dalla storia della famiglia di banchieri più noti di Firenze, ma prima d'ora non avevo mai reperito alcun libro o film in merito. La serie tv de "I Medici" è stata un buon espediente per potermi addentrare in questo capitolo di storia. Gli episodi semplicemente incantano lo spettatore, sia per i costumi e le ambientazioni riprese, quanto per i talentuosi attori che recitano in essi. 


- Film: "La più bella serata della mia vita".

 



"La più bella serata della mia vita" è un film datato e purtroppo non molto noto, ma fidatevi se vi consiglio di recuperarlo. Vi lascerà senza parole. Infatti, io a distanza di oramai un paio di settimane dalla visione dello stesso continuo ancora a pensarci. 


- Videogioco: "Little nightmares". 

 


Questo videogioco è particolarissimo. Io e Stefano non abbiamo mai fatto così tante congetture su una trama. A tratti macabro, è un gioco che vi impressionerà fin dai primi minuti.


Vi auguro uno splendido e magico ottobre.

Un abbraccio dalla Cantastorie dei boschi!

martedì 22 settembre 2020

Segnalazione "Nel nome del Giglio" di Lavinia Fonzi.

Ciao a tutti lettori!

Questa mattina voglio iniziare lo scritto in questione dapprima condividendo con voi una notizia: durante la scorsa settimana sono stata scelta da un'autrice per promuovere il suo romanzo storico. Sono tutt'ora commossa, perché è stata una vera emozione essere stata selezionata. Veder premiato il lavoro che da anni svolgo su questa pagina web è sempre una piccola ma al contempo grande soddisfazione personale.

In questo articolo vi lascio qualche informazione sul libro, così da permettervi di capire se può rientrare anche nelle vostre preferenze letterarie.

Infatti, se foste interessati alla lettura di questo testo, vi anticipo che dal giorno lunedì 5 ottobre io e Ilaria de @di_storia_di_libri_di_passioni faremo partire un gruppo di lettura per leggere e commentare insieme questo romanzo. Ora non mi dilungherò a spiegarvi come sarà strutturato il gdl, perché a inizio settembre troverete un articolo sul blog in cui vi indicherò tutte le direttive. Ovviamente se voleste conoscere primariamente qualche dettaglio sul gdl potete contattarmi via mail al mio indirizzo dilettaveluti94@gmail.com o tramite il mio profilo Instagram @lacantastoriedeiboschi

 

 

Titolo: Nel nome del Giglio
Autore: Lavinia Fonzi
Prezzo: 13,90 €
Pagine: 297
Editore: Bookroad

 

 



Trama:
1798. In Francia è da poco scoppiata la Rivoluzione e l’armata guidata da Napoleone Bonaparte ha cambiato le sorti dell’Italia. A Firenze un gruppo di giacobini cerca di rovesciare il governo del Granduca di Toscana. Tra loro c’è Bianca, giovane poetessa ingenua e romantica, che sogna di trovare l’amore della sua vita. Sedotta e abbandonata dall'affascinante Federico, si imbarca in una missione a Parigi affidatale dal padre morente: il suo compito consiste nell’avvicinare i politici francesi e convincerli a sostenere la causa dei giacobini italiani. Ma durante il lungo viaggio la ragazza si ritrova faccia a faccia con Federico, costretto a portare a termine lo stesso incarico per conto di una sua amante. Bianca deve suo malgrado collaborare con lui e, come se non bastasse, Parigi si rivela un’inaspettata fonte di pericoli.Tra intrighi, incontri con personaggi celebri- tra cui non manca Giuseppina Bonaparte- e incomprensioni, i due giovani dovranno portare a termine la loro missione, che culminerà in una congiura che mira dritta al centro del potere: Palazzo Pitti.


Bio autrice: Lavinia Fonzi è nata a Roma nel 1995. È cresciuta a Milano, dove ha frequentato il liceo classico. Scrive da quando è piccola: ha iniziato con storie e fumetti, poi è passata ai romanzi veri e propri. Appassionata di arte e storia, ama condividere i suoi interessi con il maggior numero possibile di persone. Durante il servizio civile ha avuto modo di portare avanti le sue passioni, realizzando conferenze sulla storia di Milano. Nel nome del giglio (2020) è il suo romanzo d’esordio con BookRoad.

 

 



Incipit:
Gli ultimi raggi di sole illuminavano le strade della città e l'azzurro del cielo aveva appena lasciato il posto al rosa del tramonto. Appoggiata al parapetto del Ponte Vecchio, Bianca osservava i riflessi dorati che increspavano le acque dell'Arno, mentre il sole, ormai rosso, stava per scomparire all'orizzonte.
La fanciulla s'immerse nella contemplazione di quello spettacolo di colori e rimase ferma sul ponte, rapita. La mente iniziò a vagare, perdendosi in fantasie lontane.





Estratto:
«Se dovessimo fallire sarà la fine, non solo per noi, ma anche per Firenze» disse Bianca.
«Non falliremo. Siamo tutti disposti a fare del nostro meglio per la causa.»
«E se il nostro meglio non fosse abbastanza? Se la polizia ci scoprisse?» fece Bianca, dando finalmente voce alle preoccupazioni che da qualche giorno le attanagliavano l’animo e che non aveva nemmeno il coraggio di formulare.
«Avremo almeno la certezza di aver combattuto con tutte le nostre forze, di aver fatto davvero qualcosa per quello in cui crediamo. È questo ciò che conta» 

 

 



Dopo aver condiviso con voi le informazioni sul libro e la notizia del gdl, approfitto dell'articolo per augurare alla scrittrice di poter realizzare i suoi sogni.

Buona fortuna Lavinia!

lunedì 21 settembre 2020

Recensione "Regina di sangue" di Joanna Courtney.

Ciao a tutti lettori!

Oggi vi parlo del libro che mi è stato donato dalla mia fantastica amica Chiara de @booksjungle per festeggiare il superamento del Master che ho frequentato post laurea. Ciò che ha reso ancor più speciale il suo regalo è stato l'aver condiviso assieme la lettura e le emozioni che il romanzo ha inevitabilmente suscitato nell'animo di entrambe.



Titolo: Regina di sangue 

Autore: Joanna Courtney 

Prezzo: 19 €

Pagine: 377

Editore: Neri Pozza

Voto: 5/5 🌸





Trama:

Inverness, Highlands scozzesi, 1025. 

Nel Regno di Alba, il nome gaelico per la Scozia nell’XI secolo, due casati reali, che discendono rispettivamente da Aed e da Costantino, si contendono il trono. In base alle norme dell’eredità alterna, i discendenti di entrambi i casati dovrebbero sedere sul trono a turno, ma Re Malcom, del ramo di Costantino, vuole fare del nipote Duncan il suo successore. Per eliminare ogni possibile minaccia e impedimento, il sovrano di Alba non esita a ordinare ai suoi uomini di sterminare l’intero ramo cugino dei MacDuff. La giovane Cora MacDuff riesce, tuttavia, a scampare alla morte e, dopo una fuga disperata, trova rifugio nella provincia settentrionale del Moray. Lì trascorre i giorni, finché il riscatto non tarda a venire nelle belle sembianze del giovane Macbeth, l’ultimo discendente della linea di Aed. Capelli color del grano e penetranti occhi scuri, Macbeth la chiede in sposa per riunire i due casati reali e rivendicare il trono per sé. La giovane donna accetta con entusiasmo: in questo modo diventerà Lady Macbeth, sarà regina e avrà la sua vendetta. Ma alla vigilia delle nozze un terribile urlo spezza il silenzio della notte, e in pochi istanti tutti i sogni di Cora sono miseramente infranti. Per riavere indietro la vita che le è stata promessa, la giovane MacDuff dovrà diventare una donna più dura del metallo, capace di usare, con spietata freddezza, ogni arma a sua disposizione.



Recensione:

L'autrice Joanna Courtney con il proprio romanzo "Regina di sangue", attraverso un'accurata ricerca, ha riportato su carta la storia di Macbeth e della sua Lady, due dei personaggi della nota tragedia "Macbeth" di William Shakespeare. 

Recuperai la tragedia shakespeariana ai tempi del liceo, in quel periodo, all'incirca alle soglie dei quindici anni, in cui leggevo solo le opere di William Shakespeare. Ho perso il conto di quante volte in quel frangente ho riletto "Romeo e Giulietta". Dunque, vi lascio immaginare la mia gioia quando ho scoperto l'uscita di questo testo. Difatti, successivamente, averlo tra le mani è stato come fare un tuffo nel passato alla mia adolescenza, fatta di libri e sogni a occhi aperti. 

Il tomo racchiude nelle sue pagine il racconto di un capitolo storico della Scozia, denominata Alba nell’XI secolo, caratterizzato dalla contesa insita tra i due casati reali, discendenti da Aed e da Costantino, e dagli rispettivi intrecci d'amore e di vendetta che ne sono derivati. 

Ciò che più ho apprezzato di questo libro è stata la capacità della scrittrice di creare un romanzo che fosse completo e mai prolisso. Ella, infatti, avrebbe potuto dilungarsi su vari punti della narrazione, ma non l'ha mai fatto, rimanendo sempre precisa nelle descrizioni e nel rielaborare gli eventi storici, senza perdersi in inutili divagazioni. 

Inoltre, in "Regina di sangue" Joanna Courtney, attraverso i propri studi, narra una delle dispute più affascinanti di tutti i tempi, ma lo fa attraverso lo sguardo delle due donne protagoniste delle vicende: Cora MacDuff, o meglio Lady Macbeth, moglie dell’ultimo discendente della linea di Aed, e Sibyll, coniuge di Duncan, nipote del Re Malcom del ramo di Costantino. 

Cora e Sibyll sono le due voci narranti tramite i cui occhi il lettore legge le vicissitudini presentate nel testo. In verità, nel tomo esse dimostrano di essere coloro che dietro le quinte muovono i fili dei piani politici e bellici. Protettrici del loro casato e guidate dalla bramosia per il trono reale, le due donne non combattono sul campo di battaglia, ma, lontano da essi, sferrano degli eguali attacchi feroci attraverso l'utilizzo delle uniche armi a loro disposizione, la velata diplomazia e gli intrighi di corte. Eppure, l'odio e il rancore che guidano i loro gesti non fanno mai compiere a nessuna delle due donzelle alcun atto non magnanimo. Mai accade che una tenti un colpo ignobile verso l'altra. Infatti, tra le due sussiste fin da subito un silente e devoto rispetto reciproco. 

Dapprima moglie, poi madri e regine, ambedue sono due donne dall'animo forte, forgiate da un passato difficoltoso, che cercano disperatamente di dimenticare le reciproche ingiustizie subite conducendo strenuamente quella che identificano come la propria personale vendetta e rivalsa. Eppure, quanta docilità e tenerezza celano nel loro cuore e, parallelamente, con quanto amore tentano di proteggere il proprio consorte e la propria prole. 

I personaggi, come lo scenario che li circonda, sono descritti in maniera impeccabile. 

Tutt'al più ad aiutare il lettore nella comprensione di quanto letto, oltre alla scrittura fluida e superba di Joanna Courtney, è fondamentale la genealogia inserita nel romanzo. Interessanti, invece, sono le note storiche donate da Joanna Courtney al temine del libro. Questi appunti permettono al lettore di seguire il duro lavoro esplicato dalla scrittrice e di carpire alcuni dati per poter così arricchire ulteriormente la propria personale cultura e curiosità su questo non famoso stralcio della nostra storia. 

Come avrete ben compreso dalle mie parole non ho nulla di negativo da indicare in merito al testo in questione. È, in realtà, senza alcun dubbio uno dei romanzi più belli che io abbia fino ad ora reperito. Quindi, senza indugi ulteriori, vi consiglio di recuperare il prima possibile questo meraviglioso libro.



"Non ho chiesto io di essere regina. Non andavo in cerca di abiti e corone, e ancor meno volevo portare sulle spalle il peso di un Paese. L’unico mio desiderio era prendere per mano l’uomo che amavo ed essere Lady Macbeth. Volevo essere moglie e madre, e costruire una casa in cui vivere felici sulle sponde accoglienti del Moray Firth."


"Ma è davvero così? Temo che nel mio cuore non albergassero sentimenti tanto semplici. Sì, cercavo l’amore – quale fanciulla non lo brama? – ma volevo di più. Volevo posizione, successo, soddisfazione per il mio orgoglio."

martedì 15 settembre 2020

Segnalazione "Vasandhi schiava in India, schiava in Italia" di Rinaldo Boggiani.

Ciao a tutti lettori!

Oggi voglio porre alla vostra attenzione il libro "Vasandhi schiava in India, schiava in Italia" che l'autore Rinaldo Boggiani, noto per il testo "2012. La Shoah nel pianto di un bambino", ha scritto tramite l'ascolto di registrazioni dei ricordi di Vasandhi.
A contattarmi è stata la figlia di Vasandhi, Radha, la quale mi ha raccontato il sogno di sua madre: tornare in India per costruire un doposcuola e donare alle bambine quello che a lei è stato negato, un’istruzione.
Per poter attuare il disegno di Vasandhi è nato il progetto "Un libro una pietra". 

 

 



Inoltre, grazie a questo e ad altre sponsorizzazioni e patrocini, lo scrittore Rinaldo Boggiani è riuscito tramite Confindustria a far entrare il proposito di Vasandhi nell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile con l’obiettivo n. 4 - Istruzione di qualità e n. 5 - Uguaglianza di genere.
I risultati sono già evidenti e tangibili, poiché il progetto ha ottenuto in data 28 giugno 2019 ben 100.000 € da Fresenius.

 

 



Eppure, la strada da percorrere è ancora lunga, resa ancora più difficoltosa dalla realtà storica in cui ora viviamo a causa del Covid. Per questo Radha mi ha cercata, per poter aiutare la madre a far conoscere il suo libro e la sua missione. 

 

 

Titolo: Vasandhi schiava in India, schiava in Italia
Autore: Rinaldo Boggiani
Prezzo: 15 €
Pagine: 176
Editore: Infinito edizioni 

 

 




Trama:
Il viaggio di Vasandhi comincia da Alagapuri, nel sud dell’India, luogo povero d’acqua e di cibo ma ricco di spiritualità, amicizia e amore, unici antidoti contro prevaricazione, violenza e morte, all’ordine del giorno. Data in sposa giovanissima e contro la sua volontà a un italiano molto più anziano di lei, arriva nell’Italia settentrionale e qui conoscerà l’abisso. Ma non si arrenderà mai e farà di tutto per sfuggire al mondo sommerso in cui è stata calata e per ridare dignità al dolore, trasformando le ingiustizie in ragione di lotta e di resistenza. Una storia vera, dei nostri giorni, che entra nel cuore del lettore e ci rimane per sempre.

 

 



Link:
https://www.infinitoedizioni.it/prodotto/vasandhischiava-in-india-schiava-in-italia/

 

 

A breve dovrebbe arrivarmi il testo cartaceo, che aspetto trepidante di poter leggere.
Nel frattempo non mi rimane che attendere di poter detenere il volume tra le mani e, dopo aver condiviso con voi le informazioni sul libro, approfitto dell'articolo per augurare a Vasandhi di poter realizzare il suo importante sogno.
Buona fortuna Vasandhi!

lunedì 14 settembre 2020

Recensione "Ragione e sentimento" di Jane Austen.

 Ciao a tutti lettori!

Oggi vi porto con me nel salotto inglese più famoso e intrigante di tutte le epoche, quello di Jane Austen. 



Titolo: Ragione e sentimento 

Autore: Jane Austen

Prezzo: 11 €

Pagine: 424

Editore: Einaudi 

Voto: 5/5 🌸





Trama:

Elinor e Marianne sono due giovani sorelle che, alla morte del padre, si trovano costrette ad affrontare una situazione economica molto critica nella loro nuova e modesta casa nel Devonshire. Qui conosceranno le pene e le gioie dell'amore, si confronteranno con difficili scelte sentimentali e matrimoniali, e, imparando a conciliare la ragione con il sentimento, diventeranno donne.



Recensione:

Jane Austen scrive la prima stesura de "Ragione e sentimento", dapprima intitolata "Elinor e Marianne", in forma epistolare intorno al 1794, quando ha circa diciannove anni. Successivamente, tra il 1797 e il 1798, lo scritto subisce un'intrinseca modifica, poiché la forma epistolare è sostituita dallo stile in terza persona. Tuttavia, solamente nel 1811 Thomas Egerton della casa editrice Military Library di Londra approva la pubblicazione del manoscritto in tre volumi, di cui la Austen dovette pagare la pubblicazione e una commissione sulle vendite all'editore. 

"Ragione e sentimento" narra parte della vita di Elinor e di Marianne Dashwood, due delle figlie del secondo matrimonio del Signor Dashwood. Oltre a loro, infatti, c'è anche una sorella minore, Margaret, e il fratello maggiore, John, che è nato dal primo matrimonio. Il racconto incomincia proprio con la morte del Signor Dashwood quando la tenuta familiare passa, come consuetudine, al primogenito maschio, John. A rendere ancor più triste il già inquieto scenario vi è, per mano dell'infida moglie di John, l'insorgere della precaria situazione finanziaria delle donne Dashwood. 

Il romanzo in esame è considerato dagli studiosi come il tomo più acerbo dell'autrice. Parallelamente, "Ragione e sentimento" è anche il testo comunemente meno apprezzato dai lettori. 

Personalmente, seppur io abbia avuto modo di riscontrare in esso alcune oggettive pecche, è il libro classico da me prediletto. 

Ciò che contraddistingue l'opera letteraria in questione è l'analisi esplicata all'interno della stessa della ratio e della passione, appunto la ragione e il sentimento. Queste due entità vengono analizzate nei loro pregi e nei loro difetti tramite l'impersonificazione della psiche e del cuore con le due donne Elinor e Marianne. Elinor è una fanciulla estremamente razionale, compita e non propensa a mostrare le proprie emozioni, mentre Marianne è diametralmente differente dalla sorella, poiché vive intensamente e istintivamente le sensazioni provate, senza celarle ma bensì esasperandole. 

In merito, il lettore segue la vita di Elinor e di Marianne durante quel frangente del loro vissuto più particolare, quello che vede il loro passaggio dall'innocenza dell'infanzia alla maturità della vita adulta. In questo periodo di vissuto ambedue hanno modo di crescere e comprendere quanto la ragione non possa essere scevra dal sentimento, e viceversa. Difatti, questo loro essere radicali sui propri principi, la morale e l'istinto, le rende in un primo istante inevitabilmente soggette alle più infelici realtà. 

L'insegnamento, che mai è carente nei testi di Jane Austen, in questo caso verte sul fatto che la ragione e il sentimento debbano essere due costanti non in antitesi ma compresenti.

Questo binomio è stato ciò che più mi ha fatto amare il libro di Jane Austen, poiché in esso ho rivisto me e mia sorella maggiore nella nostra adolescenza, e in parte tutt'ora: lei profondamente concreta e io indicibilmente sognatrice. 

Ovviamente anche in questo tomo non manca la pungente satira dell'autrice sulla società della sua epoca. Ella con il suo tipico umorismo scanzonato annienta la raffinatezza dei té, l'attività delle battute di caccia e le frivolezze chiacchierate nei salottini. 

Altro concetto mai scevro nei suoi scritti è la purezza dell'animo delle persone non facoltose, le quali si innalzano da chi è ricco solo di borsellino. Le giovani donne di cui ella racconta, infatti, sono sempre delle ragazze poco fortunate patrimonialmente, ma che sanno migliorare la propria condizione sociale grazie alla bellezza e all'unicità del loro animo buono. 

Lo stile della Austen, seppur giovanile, è fluido, rendendo la lettura scorrevole e non tediosa. 

Inoltre, lo scenario e i personaggi sono descritti con accuratezza. Tuttavia, Jane Austen non si sofferma a fornire una rappresentazione della figura fisica dei suoi protagonisti, prediligendo che siano le loro azioni e le loro emozioni a contraddistinguerli. Per fare un esempio, l'autrice si è soffermata a lungo sulle pene di Marianne, facendo così comprendere al lettore quanto fossero reiterate e a tratti pedanti le sue lamentele per gli altri personaggi del narrato. 

Tra i vari soggetti presentati da Jane Austen il mio cuore ha subito simpatizzato per il Colonello Brandon e ho, in verità, letto con trasposto il testo in parte solo per poter scorgere il lieto fine di questo sventurato quanto impeccabile uomo. 

Concludendo, come avrete ben compreso dalle mie parole, non posso fare a meno di consigliarvi con tutto il cuore questo meraviglioso e indimenticabile libro. 



"Desiderare voleva dire sperare, e sperare attendersi che la speranza si realizzasse." 


"Non ho mai saputo come si possa separare la stima dall’affetto." 


mercoledì 9 settembre 2020

Segnalazione "Bosco Sacro - La febbre di Jimmy" di Monica Lanzara.

Ciao a tutti lettori!

Oggi voglio porre alla vostra attenzione il libro "Bosco Sacro - La febbre di Jimmy" di Monica Lanzara, testo che sembra essere interessante.


Titolo: Bosco Sacro - La febbre di Jimmy

Autore: Monica Lanzara

Prezzo: edizione cartacea 4,95 €, edizione digitale 0,99 €

Pagine: 52

Editore: Self publishing 

 


Trama:

1975

Jimmy ha dieci anni e molta fantasia, ma non è come i suoi coetanei: piuttosto che correre e rotolarsi nel fango preferisce passare l'estate nel bosco da solo, a leggere. L'anno scorso ha lasciato nella casetta del bosco i suoi libri e i suoi tesori e ora deve assolutamente tornare là a prenderli. Ma se i libri non fossero l'unico motivo per cui Jimmy sente il bisogno di andare nel bosco?



Link Amazon:

https://www.amazon.it/Bosco-Sacro-febbre-Monica-Lanzara-ebook/dp/B086SFS8BR/ref=nodl_


Dove potete trovare Monica:

Instagram: Onlykorine

Wattpad: Onlykorine

Efp: Onlykorine

Edizioni Open: Onlykorine


Dopo aver condiviso con voi le informazioni sul suo libro, approfitto dell'articolo per augurare alla scrittrice di poter realizzare i suoi sogni. 

Buona fortuna Monica!

martedì 8 settembre 2020

"Hold my hand". Capitolo 7.

 



Capitolo 7 – Il lago dei desideri




Ho sempre nutrito una sorta di ammirazione per l’acqua. L’acqua apparentemente è innocua, eppure può causare le più terribili catastrofi naturali. E’ impalpabile, sfugge tra le dita della mano, ma può distruggere interi villaggi, inondare foreste e spegnere incendi. L’acqua è, semplicemente, inarrestabile. Ella, muta e silente, nutre e protegge gli esseri viventi, ma, con un’improvvisa increspatura, devasta e annienta chiunque o qualunque cosa ostacoli il suo volere.
Questo, penso, è ciò a cui dovrei anelare: essere impetuosa e indomita, come l’acqua.
Muovo le dita dei piedi sotto l’acqua e osservo i piccoli vortici che vengono a crearsi sulla sua superficie. Inclino il capo, appoggiandolo sulla spalla sinistra, e ascolto il silenzio della natura circostante. Abbandono le gambe, tese, e rilasso il mio corpo, rinfrescato dal liquido fresco del lago a contatto con i miei piedi.
Con la testa ancora adagiata sulla spalla, chiudo gli occhi e, sussurrando, canticchio una melodia improvvisata. Se noi, introduco, tenendo il ritmo con le dita intrecciate tra i ciuffi d’erba, ci perdessimo, tu cosa faresti? Chiederesti di me al lago dei desideri? Accarezzo uno stelo e, con una lieve pressione, lo strappo. Subito con la mano destra sfioro la guancia con il ciuffo d’erba e inalo l’odore di terra di cui profuma. Se io, continuo la canzone, alzando lievemente il tono di voce, dovessi perdere la via, tu… tu torneresti da me? Chiederesti di me al lago dei desideri?
Il rumore di un ramo spezzato strozza la mia voce e, con la gola ora arida per la paura, mi ridesta dal tepore che mi ha annichilito i sensi. Spalanco gli occhi e, alzatomi in piedi senza indugio, volgo lo sguardo attorno alla radura. Con la mano sinistra posata sopra i miei occhi cerco di parare la luce che abbaglia la visuale di fronte a me. In quell’istante un altro suono, simile a quello udito poco prima, mi convince a lasciar cadere lo stelo stretto infantilmente con la mano destra e a impugnare il manico del coltello appeso al mio fianco. Schiacciato un piccolo bottone, la corta lama è, adesso, splendente e tesa di fronte al mio petto.
Finalmente l’atteso suono rauco e strozzato, simile a un gorgoglio, riecheggia alla mia destra. Dunque, con una minima torsione del busto, direziono il pugnale verso quello che, senza alcuna difficoltà, riconosco essere uno zombie.
Lo zombie prosegue verso di me, lento e strascicando i passi. La sua andatura appare quasi cadenzata dal rumore secco causato dalla chiusura nervosa della sua mascella. La sua venuta è, allo stesso tempo, accompagnata anche dal frusciare dei suoi abiti logori e sporchi, che pendono sul corpo, ormai scheletrico e putrefatto da innumerevoli macchie cutanee verdastre. Dalla forza disumana con cui apre e chiude la mandibola percepisco la sua insistente bramosia per la mia pelle, calda e viva. Gli occhi, sbarrati e vitrei, invece, a volte sembrano cercare qualcosa che non sanno più di dover trovare.
Non attendo che il mostro si avvicini a me, ma, serrando le dita sul manico del coltello, mi oriento volontariamente al suo cospetto. Senza premeditare alcuna particolare mossa, prendo forza portando il braccio destro all’indietro per poi, con uno scatto deciso, colpire nel centro della sua fronte tumefatta.
Lo zombie, allora, con uno stridio fastidioso esala l’ultimo rantolo e cade inerme al mio lato.
Io, ugualmente sconfitta, una volta superata la frenesia causata dalla mia avventatezza, ora pago il pegno per la mia finta audacia. Difatti, nel momento in cui mi accovaccio sul terreno per pulire il sangue cremisi colante sul metallo della lama, i ciuffi d’erba afferrati sfuggono dalle mie dita tremanti. Il mio respiro, inoltre, è diventato concitato e irregolare. Tuttavia non mi faccio prendere dal terrore, ma socchiudo gli occhi e tento di riacquistare il controllo delle mie emozioni, espirando e inspirando lentamente. In questo modo, piano piano, riesco a percepire i battiti del mio cuore riconquistare un ritmo regolare e, assieme ad essi, il respiro perdere la sua foga.
Tento nuovamente di strofinare il pugnale sull’erba, ma non riesco a mettere a fuoco l’attrezzo tra le mie mani. I miei occhi non sono in grado di osservare alcunché, perché sono offuscati dalle lacrime che, senza preavviso, inumidiscono il mio sguardo. Istintivamente, quindi, con il polso sinistro asciugo con tenacia i brevi solchi che le lacrime hanno iniziato a disegnare sul mio volto.
Devo essere forte, continuo a ripetere a me stessa, sperando che ciò possa zittire il mio pianto. Inspiegabilmente, però, proseguo a riempire la mia mente di pensieri cupi, ad esempio rammentando a me stessa che la mia emotività potrebbe essere la causa della mia morte.
Susseguo in questo modo, rimproverando il mio animo per non so quanto tempo, mentre, con il capo chino, rimango accasciata sul suolo.
Nella mia sorda disperazione odo la voce concitata di Daryl “Beth, stai bene? Sei sporca di sangue… Beth mi senti?”.
Invero solamente il contatto dei suoi palmi caldi sulle mie guance riesce a riavviare la vitalità delle mie pupille, riconducendomi alla realtà e strappando il velo fosco adombrante i miei occhi.
“Stai bene?”, domanda ulteriormente, al contempo facendo scivolare le dita fra le ciocche dei miei capelli.
Vorrei annuire o dirgli che sono coraggiosa e che nulla mi può più spaventare. Ciò nonostante le mie membra e le mie labbra non accennano a donargli alcuna risposta che possa confortarlo. Parallelamente, Daryl, imperterrito, prova comunque a carpire dei segnali dal mio corpo. Il mio animo, però, muto al suo reclamo, tace. Nonostante tutto egli in qualche modo riesce a intravedere la confusione e il terrore che attanagliano il mio essere, poiché con delicatezza si protrae verso di me e, afferratomi, stringe il suo corpo contro il mio.
Stranita dal suo gesto, le mie braccia giacciono rigide lungo il mio busto. Mi sento indifesa, come mai prima d’ora, e vulnerabile, malgrado le due forti braccia avvinghiate alla mia vita.
Non è la prima volta che vengo toccata da un uomo, ma è come se in realtà non fossi mai stata sfiorata da altre mani. Inaspettatamente, inoltre, dal basso ventre sento rifluire un calore che giunge fino all’addome. Questo tepore mi confonde ancor di più e colora il mio viso, che percepisco avvampare. Egli, per tranquillizzarmi, fa scorrere le sue dita sulla mia schiena. Questo suo movimento però mi scombussola definitivamente, provocandomi un tremore che invade il mio intero corpo. Daryl, percepiti i miei tremiti, sorprendendomi di nuovo, stringe più forte la presa, sussurrando al mio orecchio “Io sono con te, non sei sola.”.
Sussulto, non per la barba pungente a contatto con la mia guancia, né tantomeno per il calore del suo alito sul collo, ma per la frase da lui proferita.
Solo allora, però, le mie mani, finalmente, trovano la forza necessaria per allargarsi quel tanto per racchiudere a mia volta i suoi fianchi.

lunedì 7 settembre 2020

"Gilmore girls".

Ciao a tutti lettori! 

Oggi vi racconto il mio pensiero inerente alla serie televisiva "Gilmore girls".


Voto: 4/5 🌸


 

"Gilmore Girls", in Italia "Una mamma per amica", è una serie televisiva statunitense ideata da Amy Sherman-Palladino, composta da 8 stagioni, per un totale di 157 episodi dalla durata variabile di 41- 90 minuti ciascuno. Le prime sette stagioni sono state trasmesse tra il 2000 e il 2007, mentre l'ultima, l'ottava "Di nuovo insieme", nel 2016 . 



Gli episodi sono ambientati nell'immaginaria cittadina di Stars Hollow nel Connecticut e racconta le vicende di Lorelai Victoria Gilmore e della figlia Lorelai "Rory" Leigh Gilmore, tramite le quali vengono esplorate le relazioni interpersonali e intergenerazionali. 


 

La serie televisiva ha ricevuto svariati consensi per i suoi dialoghi, definiti originali e scanzonati, per i temi trattati, come le relazioni familiari, l'amicizia, l'amore, il passaggio dall'adolescenza all'età adulta e la distanza generazionale, e per le performance degli attori che compongono il cast. Per questi motivi il telefilm ha negli anni ricevuto diversi premi e nomination. Per citarne qualcuno: un Emmy Award per il miglior trucco, due Viewers for Quality Television Awards e un Family Television Award per la miglior nuova serie televisiva. Inoltre, nel 2007 "Gilmore girls" viene inserita nella lista dei 100 migliori telefilm della rivista Time.


 

Parallelamente, anche la risposta del pubblico è stata ottimale. Celebrità che però subisce un importante calo di ascolti proprio nella settima stagione.


 

Ho iniziato a recuperare le stagioni de "Gilmore girls" alcuni mesi fa, poiché, a differenza dei miei coetanei, la serie televisiva non aveva prima d'ora esercitato su di me il medesimo fascino. 

Il telefilm narra la storia e le relative disavventure di una giovane madre Lorelai e della sua omonima figlia adolescente Rory. Tramite le due protagoniste appena citate gli spettatori osservano le differenti problematiche quotidiane che le donne moderne devono affrontare. È stata questa la vera forza del telefilm, ossia l'aver trasmesso in televisione tutte quelle piccole e grandi lotte che ogni donna deve combattere giornalmente. Infatti, tramite Lorelai e Rory le donne di ogni età possono riscontrare uno specchio di sé, della propria gioventù in Rory e della propria maturazione in Lorelai. 

A rendere Lorelai e Rory ancor più reali agli occhi dello spettatore è stato l'aver spesso raffigurato le stesse nelle loro imperfezioni. Esse non sono delle figure idealizzate, ma commettono degli errori, come ogni persona comune. 

Un altro pregio della serie tv è basato sulla circostanza che gli sbagli delle due donne non vengono velati ma sono riprodotti senza timore di nascondere anche quei argomenti che nei primi anni del 2000 costituivano ancora dei grandi tabú, come ad esempio il sesso. 

"Una mamma per amica", quindi, traccia un racconto reale, ma lo fa accompagnando Lorelai e Rori con dei personaggi spesso caricaturati, come lo scorbutico ma dolce ristoratore Luke, il tuttofare e imbranato Kirk, l'arcigno e despota sindaco e proprietario del negozio di alimentari della città Taylor Doose e i ricchi e integerrimi genitori di Lorelai, Emily e Richard. La medesima ambientazione Stars Hollow è un paese piuttosto pittoresco. In verità, anche Lorelai e Rory spesso sono una parodia di loro stesse e sembrano come uscite da un libro di fiabe, assieme a tutti i loro conoscenti e al luogo in cui vivono. Questa peculiarità ha però garantito la comicità e la spensieratezza che aleggia sugli episodi, rendendo "Gilmore girls" una serie frizzante. 

Personalmente ho apprezzato la serie televisiva per la leggerezza con cui sono state affrontate le tematiche, talvolta di spessore, all'interno della trama. 

Al riguardo, gli episodi si prestano a essere guardati con facilità, a parte qualche intermezzo di stasi in cui la trama sembra non fluire con la stessa celerità. Quest'ultima accezione vale soprattutto per le due conclusive stagioni. 

Il mio entusiasmo per la serie tv è, difatti, inevitabilmente calato con la fine della sesta stagione. Inoltre, il finale aperto e celere della settima stagione non mi ha ripagata della previa visione di tanti episodi. In realtà anche l'ottava stagione, uscita parecchi anni dopo, non ha colmato quelle lacune e domande che erano rimaste in sospeso con la burrascosa fine della precedente stagione, anzi le ha incrementate.

Ciò nonostante "Gilmore girls" ha avuto il pregio di farmi sorridere e donarmi gioia con i suoi episodi divertenti. Per questo motivo consiglio il telefilm in esame a chi sta cercando una storia da guardare senza impegno.