lunedì 3 agosto 2020

"Las chicas del cable."

Ciao a tutti lettori!

Oggi vi racconto il mio pensiero inerente alla serie televisiva "Le ragazze del centralino".

Voto: 3/5 🌸



"Le ragazze del centralino" (Las chicas del cable) è una serie televisiva spagnola del 2017, composta da 5 stagioni, per un totale di 42 episodi, dalla durata variabile di 35-63 minuti ciascuno.
La serie televisiva in questione è il primo telefilm spagnolo a essere stato ideato, prodotto e rilasciato da Netflix.



Il telefilm è ambientato nella Madrid del 1928 e narra le vicende di cinque donne di diversa provenienza sociale, Lidia, Carlota, Ángeles, Sara e Marga, che vengono assunte come operatrici per la Compagnia dei Telefoni, la prima grande compagnia telefonica nazionale.
Ognuna di loro si confronta con le difficoltà relative alle proprie vicissitudini familiari e al proprio passato, per affermare la propria indipendenza ed emanciparsi in una Spagna in cui i diritti delle donne sono ben lungi dall'essere riconosciuti sia dall'ordinamento giuridico che dalla società.



"Las chicas del cable" è una serie televisiva che decanta i diritti delle donne.
Gli episodi descrivono le difficoltà contro cui le donne hanno dovuto lottare per essere reputate come degli esseri viventi degni di rispetto e di protezione, ugualmente a quanto è stato sempre garantito come naturale e innegabile per gli uomini. I soggetti di sesso femminile, infatti, in ogni secolo sono state etichettate come figlie, mogli o prostitute. Non c'è mai stata alcuna possibilità per la stessa di elevarsi a lavoratrice o per lo meno essere a libera di scegliere discrezionalmente la propria vita. L'unico obiettivo che, invece, ha ogni volta posseduto è quello di augurarsi di contrarre un matrimonio fortunato, accezione che spesso e volentieri le ha negato di poter selezionare autonomamente il proprio compagno.
Nel telefilm vengono anche trattate le tematiche dell'omosessualità e della transessualità, ambedue correlate alle pratiche di annientamento dell'indole degli stessi, definiti come soggetti "deviati" o "malati".
Senza dimenticare, inoltre, le altre due trattazioni presentate nella serie televisiva, ovvero la rivoluzione creata dalla libertà di stampa e dall'apparecchio del telefono. Quest'ultimo in particolare, il telefono, ha costituito, tramite la figura delle ragazze del centralino, un impiego che ha concesso alle giovani ragazze di poter essere indipendenti economicamente.
I temi trattati sono, dunque, svariati.
Gli episodi sono perciò oltremodo ricchi di pathos, soprattutto poiché l'amore è il centro nevralgico della narrazione. Difatti, la storia incomincia con il racconto della relazione amorosa tra Alba Romero, che nel frattempo ha assunto l'identità di Lidia Aguilar, e Francisco Gómez, innamorati da ragazzi e persisi di vista dopo il loro arrivo a Madrid dieci anni prima. La trama inizia proprio con il loro casuale nuovo incontro.
Una particolare menzione va, per ultimo ma non per importanza, agli abiti, al trucco e al parrucco che ha reso la serie tv realistica sotto ogni punto di vista. Guardare gli episodi e ascoltare le musiche intervallanti le scene ha permesso allo spettatore di osservare la sfarzosità e l'eleganza degli anni del 1920. Senza, però, cancellarne i lati oscuri, come l'avvento delle dittature e l'abuso di alcool, del tabacco e delle sostanze stupefacenti.



Personalmente ho scoperto questa serie tv per puro caso, perché purtroppo non è molto nota.
La trama mi ha catturata e ho seguito con trasporto l'evolversi delle vicende. Tuttavia, non è uno dei migliori telefilm che ho potuto fino ad ora seguire, ma voglio innalzare il medesimo per gli insegnamenti che ha deciso di sottolineare.
Invero, il finale della serie, da molti criticato, io l'ho adorato. Ho compreso la motivazione che ha spinto la regia a chiudere la storia con un finale tanto sconvolgente. L'ultima scena, difatti, rimanda a un stringente monito da seguire per le fanciulle, e non solo, ovvero a essere coraggiose e a lottare sempre e comunque per i propri ideali.
Il cammino affinché la donna sia tutelata e apprezzata è ancora lontano dal considerarsi completato, eppure noi, fortunate e agiate, dobbiamo portare nel nostro cuore il ringraziamento quotidiano per quelle grandi donne che nel passato hanno combattuto per permetterci oggi di poter accedere allo studio, lavorare e, perché no, essere single e felici, senza che la presenza di un uomo sia tale da farci sentire stimate, al sicuro e soddisfatte.
Noi donne possiamo diventare ciò che desideriamo essere, senza restrizioni, ma dobbiamo solo aver il coraggio di alzare il capo e di perseguire il nostro sogno.
Questo è quello che le ragazze del centralino hanno voluto mostrare e indicare a noi tutti.


2 commenti:

  1. Ciao Diletta, anch'io ho scoperto questa serie per caso e mi è piaciuta davvero molto! Non nego che, nel corso della visione, ci siano stati "alti" e "bassi" nella narrazione (almeno secondo il mio parere) ma nel complesso la mia opinione è più che positiva e, pure a me, il finale non è dispiaciuto, nonostante non fosse quello che un po' tutti si aspettavano... diciamo che rispecchia molto il filo conduttore di tutte e cinque le stagioni, ovvero la lotta delle donne verso la loro indipendenza e libertà di pensiero...

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    1. Ciao Ariel!
      "Le ragazze del centralino" è una serie televisiva che mi è piaciuta, ma tecnicamente e formalmente non è una delle migliori che io ho recuperato negli anni.
      A mio avviso l'ultima parte ha fatto calare la qualità del prodotto. L'ultima accezione, quella ambientata parecchi anni dopo alla narrazione iniziale, non mi ha emozionata e mi è apparsa come un mero pretesto per allungare la trama. Tuttavia, ribadisco, il finale mi ha sconvolta ed emozionata.
      Nel complesso comunque sono contenta di aver guardato questo telefilm per i messaggi che dona agli spettatori, e per questo va elogiata.

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