martedì 18 agosto 2020

Recensione "Noi siamo Occhi di gatto" di Tsukasa Hojo.

Ciao a tutti lettori!

È trascorso un annetto dall'ultima volta in cui vi ho proposto una recensione su un manga.
Oggi, però, rimedio a questa mancanza condividendo il mio pensiero su un volume che racchiude al suo interno gli episodi salienti della nota opera di Tsukasa Hojo.


Titolo: Noi siamo Occhi di gatto
Autore: Tsukasa Hojo
Prezzo: 20 €
Pagine: 327
Editore: Panini Comics
Voto: 5/5 🌸



 

Trama:
"Occhi di gatto" è lo pseudonimo utilizzato da tre ladre di opere d'arte, temute dai curatori di musei di tutto il mondo e ricercate senza sosta dalla polizia.
All'insaputa di tutti il team è, in verità, composto da tre giovani e avvenenti sorelle, Hitomi, Rui e Ai, impegnate nella vita "normale" a gestire un caffè. 

 

Recensione:
"Occhi di gatto" è l'opera shonen di Tsukasa Hojo, composta da 18 tankobon, da cui è stata tratta la nota versione anime.
Pubblicato in Giappone dal 1981 al 1985 e in Italia dal 1999 al 2000, "Cat's Eye" è uno dei manga più famosi di tutti i tempi, con oltre 18 milioni di copie vendute.
La trama narra la storia della giovane Hitomi Kisugi, la quale, assieme alle sorelle Rui e Ai, gestisce il caffè Cat's Eye ("Occhi di gatto"). Il bar è, in realtà, una copertura, poiché le tre affascinanti ragazze sono le famose ladre "Cat's Eye", impegnate nel furto di opere d'arte. Le sorelle Kisugi, tuttavia, non si dedicano alle rapine per fini di lucro, ma rubano esclusivamente opere d'arte appartenute a Michael Heinz, famoso artista degli anni '40, che è il loro amato padre scomparso. Difatti esse, attraverso le creazioni artistiche del padre, sperano di ricostruirne la collezione, che era stata loro sottratta dai nazisti, e individuare i sufficienti indizi per poterlo ritrovare. Ad aggravare la loro precaria copertura è la costante presenza nelle loro vite dell'investigatore incaricato delle indagini per la loro cattura, Toshio Utsumi, il quale è, allo stesso tempo, anche il fidanzato di Hitomi.

 

 

"Occhi di gatto" è un'opera che da parecchi anni non viene più ristampata, perciò il reperimento dei vari numeri è complicato. Nondimeno, la Casa Editrice Panini ha recentemente raccolto in questa edizione da collezione cartonata i capitoli salienti della trama. All'interno di questo volume, quindi, mancano le svariate rapine e indagini, che appunto contraddistinguono il manga nel genere shonen. Invero consta proprio in questo ultimo accenno il pregio di questa raccolta, ovvero l'aver permesso ai nostalgici di uno degli anime più famosi degli anni '90 di recuperare la trama base dell'originaria opera nipponica, senza dover allo stesso momento leggere i numerosi episodi, a volte poco rilevanti ai fini della prosecuzione della vicenda cardine.
Eppure, io, avendo letto il contenuto della storia originale, devo ammettere che questo tomo sia un ottimo prodotto ma che, allo stesso istante, non sia sufficiente per capire alcuni passaggi salienti del racconto.
Ciò nonostante consiglio di reperire questa edizione per la cura nei dettagli, dalla cover meravigliosa al pregio della manifattura dello stesso.
Parlando, invece, dell'opera di Tsukasa Hojo, devo dichiarare espressamente che l'ho adorata e che mi ha conquistata. In particolare, la lettura mi ha coinvolta e divertita dall'inizio alla fine. Le stesse rapine e indagini che intervallano la narrazione principale non mi hanno annoiata, come purtroppo a volte mi capita di riscontrare con gli shonen. In merito a volte sono rimasta letteralmente stupita dalle strategie fantasiose e spesso improbabili, dagli inseguimenti mozzafiato e dalle acrobazie delineate nel racconto.
Tuttavia, devo anche sollevare una lieve critica sui personaggi, soprattutto Toshio, che spesso sono eccessivamente caricaturati. Questa caratteristica ha però permesso di rendere umoristica la storia. Tsukasa Hojo, infatti, arricchisce la trama con un velo di ironicità, mai assente nel narrato, che ha il merito di non scadere mai nel volgare. Al riguardo è a dir poco comico il rapporto intercorrente tra Hitomi e Toshio, poiché il povero poliziotto viene spesso ingannato dalla stessa per carpire le mosse della polizia e, così, garantire il buon esito delle rapine.
Per quanto possa sembrare semplice e frivola, in realtà, la trama cela in sé una storia toccante. Infatti, la ricerca assennata delle tre sorelle oltre a essere fonte di risate è anche, e frequentemente, una missione patita emotivamente dalle stesse che tentano di ritrovare il loro perduto padre. Hitomi, Rui e Ai sono delle ragazze che si sono trovate sole al mondo e che cercano con ansia e apprensione notizie sul loro padre, l'unico legame familiare ancora in vita.
Una nota peculiare, oltre alla trama ben congeniata, va al tratto, unico e ben distinguibile, del mangaka. Le tavole di Hojo sono differenziabili dagli altri mangaka ed è pulito e lineare, senza che alcuna parte del corpo sia sproporzionata o innaturale. I personaggi sono dal punto di vista anatomico veritieri e non caricaturati.
Insomma, questa storia, in equilibrio perenne tra dramma e commedia e tra azione e sentimenti è entrata a far parte delle mie storie manga del cuore, soprattutto per il finale poetico che mi ha commossa come non avrei mai immaginato.
Concludendo, vi consiglio caldamente di dare un'occasione al manga di Tsukasa Hojo se, come me, amavate l'anime. 

 


6 commenti:

  1. Cara Diletta, una recensione chiarissima, credo sia un libro molto interessante e sicuramente da leggere.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Ho letto il manga tantissimi anni fa ma non era mio... l'ho letto scroccandolo! xD
    Magari questo volume potrei recuperarlo come ricordo di allora perché non penso che allo stato attuale cercherei di recuperare tutta l'opera.
    C'è anche il finale in questo volume?

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    Risposte
    1. Ciao Nyu!
      È da tanto che non ti vedevo sul blog. Comunque sì, il finale c'è! 😍

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