lunedì 24 agosto 2020

Recensione "Notre-Dame de Paris" di Victor Hugo.

Ciao a tutti lettori! 

Come stanno procedendo le vostre vacanze? Siete pronti a tornare a lavoro o a riprendere i vostri studi? Io sto ancora cercando di metabolizzare che siamo agli ultimi giorni di agosto e che a breve l'anno lavorativo ricomincerà, con tutti gli impegni che ne derivano. 

 

 

Titolo: Notre-Dame de Paris 

Autore: Victor Hugo

Prezzo: 11 €

Pagine: 541

Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli

Voto: 3/5 🌸




Trama:

Parigi, 1482.

Esmeralda, una zingara di grande avvenenza, è solita danzare sul sagrato della chiesa di Notre-Dame, cuore della Parigi medievale. L'arcidiacono Frollo è attratto dalla giovane donna e, pur fra sentimenti contraddittori, cerca di farla rapire dal campanaro Quasimodo, un essere deforme fino alla mostruosità. Ma il capitano Phoebus de Châteaupers la trae in salvo e conquista il suo amore.



Recensione:

"Notre-Dame de Paris" è una delle opere più note di Victor Hugo, da cui sono state tratte altrettante famose trasposizioni, come il cartone animato targato Walt Disney. 

Le prime pagine del libro introducono la storia tramite la previa descrizione di una medievale Parigi in festa. Lo scenario è, infatti, datato il 6 gennaio del 1482, giorno in cui il popolo francese festeggia due festività, l'Epifania e la festa dei folli. Nel vociferare del popolo il lettore viene accompagnato dall'autore a spostare lo sguardo verso una rappresentazione di un mistero teatrale di Pierre Gringoire. In questa scena il lettore scorge come Pierre, il poeta, non riesce a trattenere a sé l'attenzione dei concittadini, poiché essi sono più interessati a nominare il papa dei folli, ovvero colui che in quel giorno è abile nel sfoggiare la smorfia più grottesca.

È in questa piazza, inoltre, che lo scrittore presenta, poco alla volta, i protagonisti del suo romanzo: il gobbo campanaro Quasimodo, dal volto sfigurato e per di più sordo, l'arcidiacono Frollo, un uomo di Chiesa ma dall'animo perfido, il capitano Phoebus de Châteaupers, un giovane di bel aspetto e privo di virtù, Esmeralda, un'affascinante e innocente zingara, e Pierre Gringoire, un povero poeta disilluso.

Il racconto drammatico è, nel complesso, interessante e racchiude in sé una trama accattivante. Tuttavia, a rendere gravosa la lettura, sono i frequenti capitoli dedicati all'aspetto architettonico della città di Parigi e della cattedrale Notre-Dame. Quest'ultimo aspetto, rammento, ha però garantito che nei secoli successivi la cattedrale fosse ripristinata nella sua originaria forma. Victor Hugo, difatti, ha utilizzato il suo testo per, allo stesso istante, esperire un trattato in cui elogiare la bellezza della cattedrale e per ammonire l'uomo di curare le tracce artistiche rilasciate dai propri antenati, senza deturparle o mutarle. 

Affiancata a questa critica lo scrittore addita anche la corrotta magistratura, l'insensatezza dell'Inquisizione e la malvagità intrinseca delle persone.

Anni fa ho letto e apprezzato questo tomo, ma ho voluto recentemente riprovare l'approccio con quest'opera per constatare se le problematiche riscontrate nella passata esperienza di lettura fossero state conseguenza della mia immaturità o di altre accezioni. Ebbene, come ho poco prima dichiarato, l'autore mi ha talvolta annoiata con le sue innumerevoli divagazioni, spesso facendomi perdere il senso logico della narrazione o addirittura la voglia di proseguire nella lettura del libro. La stessa scrittura di Victor Hugo, inoltre, non mi è apparsa particolarmente fluida e scorrevole, ma mi è capitato di dover rileggere più volte alcune frasi. "Notre-Dame de Paris" non è un romanzo che si presta a essere letto con leggerezza, ma necessita di un'adeguata concentrazione.

Ciò nonostante, i personaggi costituiscono la forza e la ricchezza dell'opera. In loro, o meglio nei loro pensieri e nelle loro parole, ho trovato lo sprono tale per arrivare alla tanto agoniata ultima pagina. 

I sentimenti che ho nutrito durante questa lettura sono stati, quindi, innumerevoli. 

Insomma, non è una delle migliori letture che ho effettuato nella mia carriera da lettrice, ma non è nemmeno uno dei testi peggiori in cui mi sono imbattuta. Eppure, non posso al contempo non consigliarvelo, perché, nonostante quanto scritto nella mia recensione, è un'opera che mi è rimasta nella mente in maniera vivida per tutti questi anni, soprattutto la scena finale, per me una delle immagini più gotiche ed emozionanti mai lette. 



"L'amore è essere due e non essere che uno. Un uomo e una donna che si fondono in un angelo." 

4 commenti:

  1. Recensione molto bella,sono in pensione e sono sempre in "quasi"vacanza.Saluti OLga

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    1. Ciao Olga! Grazie per essere passata a farmi un saluto.
      Ti auguro una buona giornata!

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  2. Mi spiace non ti ha entusiasmato come invece è stato per me. Ma non nego che non è una lettura semplice 🤗🤗

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    1. Ciao Gresi! Purtroppo per i motivi sopra indicati la mia lettura è stata un pó difficoltosa. Tuttavia rimane un bel libro, che non mi dispiaccio di aver riletto.

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