giovedì 25 aprile 2019

Recensione "La figlia della fortuna".

Ciao a tutti lettori! 
Sono da poco tempo concluse le giornate festive di Pasqua, ma per fortuna non ho ancora terminato la scorta di cioccolato. 
Invero, oggi non sono qui per parlarvi della quantità di dolci che ho mangiato durante l'ultimo periodo, ma per proporvi il mio pensiero inerente al meraviglioso secondo volume della trilogia familiare di Isabel Allende.

Titolo: La figlia della fortuna 
Autore: Isabel Allende 
Prezzo: 9,90 €
Pagine: 352
Editore: Feltrinelli 
Voto: 5/5 🌸





Trama:
Cile, 1832. 
Eliza viene abbandonata ancora neonata sulla soglia di casa dei fratelli inglesi Jeremy, John e Rose Sommers, che si sono trasferiti a Valparaiso. 
L'eccentrica Rose insiste perché la piccola cilena venga adottata ed entri a far parte della famiglia. 
Grazie alla famiglia Sommers Eliza cresce tramite un'educazione rigidamente anglosassone, ma, al contempo, le vengono fatte conoscere dalla cuoca di casa, Mama Freisa, la vitalità e la magia del suo popolo natale.

Recensione:
Successivamente alla lettura de "Ritratto in seppia" non sono riuscita a trattenermi dall'immergermi nel secondo volume della trilogia familiare di Isabel Allende.
Il libro "La figlia della fortuna" si divide in tre parti.
La prima parte, cronologicamente datata a partire dall'anno 1832, narra l'infanzia di Eliza. 
Infatti, il tomo incomincia con una neonata che viene abbandonata, in una scatola di sapone di Marsiglia e con indosso solo un panciotto maschile, davanti alla porta di una famiglia nobile e ricca del Cile, i Sommers. 
Questa famiglia, di origine inglese, è composta da tre fratelli, John, capitano di nave, Jeremy, che si occupa degli affari di famiglia e Rose, la quale ha rinunciato all'amore e al matrimonio dopo una profonda delusione. 
Rose lotta fortemente per tenere la piccola e, convinti i due fratelli, cresce la bambina amandola come una figlia ed impartendole i principi dell'educazione inglese. 
In realtà, però, Eliza vive sostanzialmente tra due culture, quella della sua raffinata famiglia inglese e quella degli Indio, trasmessale dalla governante di casa. In quest'ultima particolare accezione Isabel Allende indica dettagliamente i postulati e le tradizioni derivanti da ambedue le realtà ideologiche. 
Invero, l'istruzione culturalmente sfaccettata di Eliza sarà visibile nella donna che ella diventerà in futuro, cinica, libera ed emancipata. 
La seconda parte del romanzo, invece, ricopre un arco temporale più ristretto, dal 1848 al 1849.
In questa sezione dell'opera si parla dell'adolescenza di Eliza, periodo in cui Rose cerca di trovarle dei pretendenti tra i giovanotti della zona. 
Tuttavia, Eliza si innamora di un ragazzo di nome Joaquìn Andieta, amore che viene istantaneamente riconosciuto ed ostacolato da Rose. 
Nondimeno, Eliza e Joaquìn per svariato tempo riescono a frequentarsi di nascosto, finché il ragazzo viene affascinato dalla "febbre dell'oro" e decide di emigrare in California per diventare un cercatore d'oro e far fortuna. 
È da questo preciso evento che la vita di Eliza subisce un drastico mutamento. 
Ella, difatti, decide di fuggire per poter raggiungere il proprio amato, ma, essendo una donna e dal momento che uno dei suoi tutori è una persona influente nel commercio marino, riesce ad attuare il suo piano solo grazie a Tao Chi'en, un giovane uomo che lavora come cuoco sulla nave di uno degli amici più stretti della famiglia di Eliza. 
Infine, nella terza parte del racconto si approfondisce la vita di Eliza e Tao in California.
Come si può desumere dal mio scritto, Isabel Allende riesce ad imprimere in un unico romanzo innumerevoli eventi. 
La scrittrice, altresì, riesce a curare con estrema accuratezza la psicologia di ogni singolo personaggio. Esemplificativo è il mutamento psicologico e caratteriale di Joaquìn Andieta, il quale pur non rappresentando uno dei soggetti cardine del narrato viene analizzato con eguale attenzione. Dunque, sono rimasta felicemente stupita di constatare quanto la penna di Isabel Allende sia intrusiva nell'animo dei protagonisti, permettendo al lettore di comprendere ogni singolo gesto esplicitato dagli individui. 
La sua scrittura è ricca di descrizioni, ma questa constatazione non mi ha annoiata, anzi ha incrementato la mia curiosità, perché mi ha concesso di simpatizzare maggiormente con gli eventi e i personaggi della storia. Difatti, nel precedente volume "Ritratto in seppia" non avevo compreso alcune scelte di Eliza, ma in questo tomo incentrato sulla sua figura mi ha permesso di poter ricavare le motivazioni che l'hanno condotta a diventare la donna cinica e stoica che sarà in futuro. 
Tuttavia, non posso fare a meno di indicare anche che ho adorato intensamente leggere la grande storia d'amore di Eliza, ossia di vedere nascere in sordina il puro sentimento che la riscatterá da tutto il dolore sofferto nella sua esistenza. 
Inoltre, altra dote di Isabel Allende è quella di saper intrecciare nel suo narrato l'amore e la morte a tematiche come il razzismo, la prostituzione. 
Dunque, il suo elaborato è complesso e dotato di una certa rilevanza per quanto riguarda le questioni espresse nel suddetto libro.


4 commenti:

  1. Ciao Diletta, ho letto solo un romanzo della Allende ("Il gioco di ripper") ma mi piacerebbe leggerne altri! Le storie familiari mi piacciono, quindi farò un pensierino sul libro che hai recensito :-)

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    1. Ciao Ariel! Spero tu possa dargli un'occasione! Se ti piacciono le storie familiari, questo libro sarà perfetto per te. 😘

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  2. Cara diletta, cado dalle nuvole, ecco la ia ignoranza, non conoscevo questa storia.
    Ciao e buon 25 aprile con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso! Non è sinonimo di ignoranza, solamente non conoscevi questo libro.
      Buon 25 aprile a te, un abbraccio! 😊

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