Ciao a tutti lettori!
In un precedente articolo vi parlai della mia nuova ossessione per la serie televisiva "The walking dead".
Nel mese di dicembre ho incominciato a guardare gli episodi e, a distanza di meno di quattro mesi, sto terminando la visione della nona stagione, ossia degli ultimi episodi fino ad ora mandati in onda.
Tuttavia, sto altresì recuperando la lettura dei fumetti che hanno ispirato l'omonima serie televisiva.
Titolo: The walking dead - 2. Il lungo cammino
Volume: 2
Autore: Robert Kirkman
Disegni: Charlie Adlard e Cliff Rathburn
Prezzo: 12,50 €
Pagine: 140
Editore: Saldapress
Voto: 5/5 🌸
Trama:
Rick e i suoi compagni abbandonano l'accampamento alla periferia di Atlanta con l'intento di trovare una sistemazione più sicura.
Nel frattempo, lungo la strada, incontrano altri tre sopravvissuti Tyreese, Julie, la figlia adolescente, e Chris, il suo ragazzo.
Tuttavia, nel corso di una battuta di caccia nei boschi per procurarsi del cibo, il piccolo Carl, figlio di Rick, viene colpito per sbaglio da Otis. Il bambino viene prontamente portato alla fattoria di Hershel, padre di Otis, che riesce a fermare l'emorragia ed a salvargli la vita.
Recensione:
Similarmente a quanto dissi nel precedente articolo, la serie televisiva ha preso spunto dal fumetto e si è dissociata dal narrato originale.
Tuttavia, a mio parere, entrambe le opere sono altrettanto ottime, infatti sto reperendo contemporaneamente gli episodi della serie televisiva ed i volumi del fumetto.
In questo secondo volume si ripercorrono alcuni degli eventi che accadono negli episodi della serie televisiva.
Rick riesce a convincere i suoi compagni a spostarsi dalla sistemazione che avevano precariamente costruito per poter esaminare i luoghi limitrofi, con la speranza di poter trovare una qualsiasi soluzione che possa porre fine all'incubo che stanno vivendo.
Ovviamente all'interno della comitiva nascono i primi dissapori, soprattutto quando si è costretti a decidere se integrare nel proprio gruppo altri individui.
La situazione precipita ulteriormente con la ferita di Carl e parallelamente gli animi dei soggetti decadono nuovamente nello sconforto.
L'ineluttabilitá del destino è un grave presagio che incombe su ognuno di loro.
Le pie preghiere sono abbandonate, i principi solidali e l'umanità sono postulati dimenticati e la crudeltà è l'unico appiglio che sembra essere preferibile da seguire.
Gli "zombie" o i "vaganti" sono parte del panorama, hanno creato i nuovi problemi che gli uomini sono costretti ad affrontare, ma non identificano il primario ed unico tema trattato all'interno del fumetto. Anzi, esso rappresenta solo una minima parte del sostrato narrativo dell'opera di Kirkman.
Invero, Kirkman pone a nudo l'animo umano, poiché di fronte al pericolo esso si mostra per l'essere che realmente è, egoista o altruista, sprezzante del pericolo o impaurito, forte o debole.
La psiche è l'elemento sul quale è fondata l'intera opera di "The walking dead" ed è l'aspetto che mi ha permesso di amare la storia in esso celata.
A differenza del precedente tomo, però, è cambiata la mano del disegno, infatti da questo numero saranno responsabili della creazione delle tavole Charlie Adlard e Cliff Rathburn. Personalmente io preferisco il tratto dell'artista del primo volume, ma comprendo che Adlard e Rathburn siano più congeniali poiché caricano le vignette di drammaticità tramite un uso più marcato ed intenso del colore nero.
Il fumetto racchiude in sé una delle storie più toccanti che io abbia mai letto.
Le scene cruenti non sono assenti, ma non sto facendo riferimento alle immagini in cui compaiono i nuovi esseri mutati.
Difatti, sono gli esseri viventi ad essere terrificanti e ad incutere paura nel lettore, poiché talvolta essi compiono dei gesti che in un primo istante ci lasciano esterefatti, ma che, ed è questo il pregio del fumetto, in un secondo momento inesorabilmente comprendiamo e ci vergogniamo di annuire ed assecondare gli efferati atti che leggiamo nel fumetto.
Nessun commento:
Posta un commento