lunedì 1 giugno 2020

Recensione "Storia della bambina perduta" di Elena Ferrante.


Ciao a tutti lettori!
Oggi sul blog vi presento l'ultimo libro della tetralogia di Elena Ferrante "Storia di una bambina perduta" e vi racconto qual è il mio pensiero al termine di questo viaggio letterario.



Titolo: Storia della bambina perduta
Autore: Elena Ferrante 
Prezzo: 19,50 €
Pagine: 451
Editore: E/O
Voto: 5/5 🌸





Trama:
Le due protagoniste Lila e Lenù sono ormai adulte, con alle spalle delle vite ricche di avvenimenti. 
Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua vita. Lila, invece, è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita il suo affascinante e carismatico ruolo di leader nascosta ma reale all'interno del rione.



Recensione:
"Storia della bambina perduta" è il quarto e ultimo volume della tetralogia di Elena Ferrante.
In questo libro Elena Greco, detta Lenù, e Raffaella Cerullo, detta Lila, sono entrambe due donne, madri, mogli con un matrimonio fallito alle spalle e innamorate dei loro nuovi compagni. Le loro vite, insomma, si sono saldate a tal punto che anche le loro esperienze personali sono identiche. In questo frangente non posso fare a meno di ricordare l'inciso espresso da una delle due protagoniste nel corso del primo tomo "quello che fai tu faccio io", espressione che in questo testo diventa drammaticamente reale. 
Negli anni successivi all'infanzia Lenù e Lila si sono ripetutamente perse e ritrovate, ma il loro legame non si è mai realmente spezzato, così come la forte rivalità che contraddistingue il loro malsano rapporto. È solo però nella maturità della loro esistenza che le due donne si ricongiungono, sia fisicamente che psicologicamente. 
Difatti, nonostante tutti gli sforzi praticati per allontanarsi dal rione, Lenù torna a Napoli. È in questa scelta della voce narrante, appunto Lenù, che si percepisce quanto il rione non possa essere realmente cancellato dalla vita di un suo abitante. Lenù è fuggita da esso grazie al proprio intelletto, ha frequentato una delle scuole italiane più prestigiose, la Normale di Pisa, si è sposata con un uomo borghese, proveniente da una famiglia nota e rispettata per le proprie conoscenze intellettuali, ma dalla sua pelle non è mai riuscita a lavare via lo sporco del luogo da cui è nata e il suo cuore ha sempre percepito l'eco delle sue vie. 
Elena Ferrante con una scrittura fluida ammalia il lettore, lo intrappola nella sua trama e lo rende partecipe agli eventi narrati. I suoi romanzi, infatti, gli permettono di prospettare perfettamente i luoghi dove camminano i personaggi e, allo stesso istante, gli consentono di arrivare a carpire l'intima essenza dell'animo degli stessi. 
Nelle pagine dell'ultimo volume della tetralogia, inoltre, i protagonisti vivono alcuni degli episodi che più hanno segnato gli anni '80 del secolo scorso, come il terribile terremoto di Napoli e il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro. Intrecciati ad essi vengono analizzate delle tematiche forti come la violenza domestica, gli attacchi omofobi e la devastazione che porta lo spaccio della droga.
Dunque, il rione con il passare del tempo diventa sempre più tetro e la malavita non si arresta, ma si arricchisce e diventa sempre più potente. Al riguardo, Lila, non riuscendo nel proprio infantile sogno a sradicare il male che aleggia su Napoli, decide di entrare a far parte della cerchia che detiene il potere sul rione con l'intento di distruggerlo dal suo interno. Tuttavia i suoi piani si sgretolano a causa di quella che diventa la sua più grande e sentita perdita.
Come avrete carpito dalle mie parole ho apprezzato la tetralogia qui in merito, seppur, ad essere onesta, con il passare del tempo, la mia originaria adorazione nei confronti di quest'opera è, piano piano, diminuita. Non rinnego di essere rimasta parecchie ore con lo sguardo immerso nelle pagine dei romanzi di Elena Ferrante, di aver provato delle sensazioni intense grazie alle sue parole, ma ciò che mi ha destabilizzata è l'idea che, postuma, si è intromessa nella mia mente, ovvero che dal suo racconto la figura della donna esce perdente. Invero, la donna per tutto il susseguirsi dei romanzi rimane un mero strumento nelle mani degli uomini. In particolare, per quanto le due protagoniste si affannino nella loro vita, inevitabilmente Lila e Lenù sono dipendenti dalla figura di un uomo. Se non teniamo conto del fatto che l'uomo in questione cambi durante la storia o che loro appaiano momentaneamente dissociate da esso, in realtà si tratta di una mera pantomima, perché il loro destino non è mai realmente proprio. 
Ancor più drammatico è il fatto che alla fine della storia nessuna delle due donne riesce a conquistare la propria libertà. 
Forse, ipotizzo, questo è il messaggio che la scrittrice ha desiderato trasmettere a noi lettori. In altri termini può essere plausibile che ella ha desiderato scrivere la storia di due bambine e della loro personale battaglia contro il maschilismo degli ultimi anni del 1900, scegliendo poi di far collimare le loro esistenze in un finale tragico in cui il lettore si trova di fronte a due donne non libere e schiave delle proprie paure, spezzate e dilaniate dai dispiaceri e dai sensi di colpa. 
Non sono certa di questo ultimo inciso, ma concludo il mio scritto affermando che questa storia mi ha nel complesso interiormente disturbata, motivo per cui non penso che la dimenticherò in breve tempo.


6 commenti:

  1. Anche a me è piaciuto davvero molto, ma devo dire che mi è piaciuta l'intera saga e anche i romanzi minori dell’autrice ☺️☺️

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    1. Ciao Gresi!
      In futuro, riconfermo, leggerò anch'io gli altri testi dell'autrice.

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  2. Ciao Diletta! Anche io, leggendo "Storia della bambina perduta", sono rimasta un po' delusa nel vedere che la cultura e gli studi non avevano "salvato" del tutto Lenù, che lei ci era cascata di nuovo con Nino Sarratore, che Lila rimaneva sempre legata al rione.
    Però secondo me non sono due personaggi del tutto sconfitti... io credo che siano umani. Da ragazze è facile credere che mettersi "sulla buona strada" preserverà dai dolori e dalle insidie della vita adulta, ma non è così... purtroppo le cose capitano, anche e soprattutto a chi non se le merita. Lenù 'sulla carta' ha fatto le scelte giuste: si è laureata, ha sposato un uomo ricco e colto, ha due figlie... però questo, per lei, non significa essere felice. Le manca qualcosa, e purtroppo sbaglia scegliendo di nuovo un uomo che l'ha già ingannata ma che non ha mai dimenticato. Anche Lila, in teoria, ha fatto le scelte giuste lasciando il marito, intraprendendo la carriera informatica, scegliendo un uomo che la ama, ma la rabbia che la scuote dentro per le ingiustizie che ha subito forse non passerà mai...e il lutto che si trova a subire è del tutto immeritato, perché a volte capita di ricevere dei veri e propri pugni allo stomaco nella vita.

    Detto questo, comprendo che la lettura ti abbia un po' disturbato, perché anche io speravo in una fine più felice, ma sarebbe stata forse troppo favolistica: entrambe le protagoniste hanno vissuto momenti splendidi e terribili orrori, e questo, per l'appunto, le rende umane. Comunque sono contenta che la saga nel complesso ti sia piaciuta!

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    1. Ciao Silvia!
      Capisco la tua idea, ma speravo che almeno una delle due protagoniste potesse riprendersi dalle disavventure, invece di buttarsi giù e darsi per spacciata.

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  3. Finisce qui davvero, la saga?
    Secondo me, con l'enorme successo della serie tv... potrebbero esserci altri volumi (o forse no, se il finale è definitivo, chissà) mi piace che si arrivi agli anni '80!

    Moz-

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    1. Ciao Moz!
      Io personalmente sono contenta che la storia si sia conclusa al quarto volume, anzi, sempre secondo il mio parere, la saga è andata fin troppo per le lunghe. Presumo che questo sia per certo il tomo finale, perché le due protagoniste sono anziane, quindi un ipotetico e ulteriore seguito potrebbe vedere protagonisti i loro figli? Chissà se Elena Ferrante pubblicherà qualcosa in merito.

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