lunedì 5 luglio 2021

Rieccomi (anche se non sono mai effettivamente sparita). Due chiacchiere per condividere i pensieri che hanno costellato la mia mente nell'ultimo periodo.

Ciao a tutti lettori!

Nell'ultimo periodo sul blog sono stata schiva e assente, a parte per gli articoli sulle recensioni delle mie letture, per cui mi sono a volte costretta a mantenere una cadenza regolare.


Questo periodo della mia vita non è, infatti, stato semplice e sereno. 





Come vi ricordate alcuni mesi fa ho condiviso con voi un mio recente lutto: la perdita di mio nonno. Dei miei nonni materni vi ho parlato ripetute volte, in differenti scritti. Non mi prolungo in analisi dettagliate della mia psiche e dei motivi che mi spingono ancora a soffrire, anche a distanza di vari mesi. Sono certa che tutti voi capite il momento che sto passando. La scomparsa di una persona a noi cara, per me di un punto nevralgico della mia esistenza, è atroce. A volte è sufficiente un semplice ricordo per sentire una voragine nel petto e il fiato strozzato. 

La pandemia non ha ovviamente agevolato la mia serenità. Dapprima, quando io e il mio compagno non condividevamo lo stesso tetto, è stato difficile reggere lo stress dell'incertezza di come e di quando avrei potuto vedere Stefano. Incontrarsi tramite le videochiamate e, quindi, raccontare le nostre giornate solo tramite lo schermo di un cellulare è stata una prova ardua da sopportare. A parte il lato umano, con annesse le amicizie e le relazioni che si sono inaridite, non mi sono mai tanto preoccupata per la mia salute e per quella dei miei familiari. È stato ed è tutt'ora alienante vivere con l'ansia e il terrore di contrarre il virus, nonostante tutte le precauzioni adottate, e sentirsi perennemente "sporca". Specifico poi che io, come i miei compaesani di Castiglione d'Adda e di Codogno, ho dovuto convivere con la paura fin dal primissimo giorno della pandemia mondiale, guardandomi intorno e pregando di non veder le persone soffrire.

Nella spirale di incertezze ha giocato un ruolo rilevante anche il mio lavoro. La paura di ammalarmi, poiché circondata da tante persone, mi ha alla lunga spossata. 


Ora mettiamo tutto ciò in un mixer e schiacciamo il pulsante "On": la miscela che ne deriva è quanto ho racchiuso nel mio animo negli ultimi mesi.


Nelle settimane che da poco mi sono lasciata dietro alle spalle, però, ho iniziato a sentirmi meglio.

È stato soprattutto merito di Stefano, perché vivere con lui mi ha, a poco a poco, strappato il velo di tristezza che ha offuscato il mio sguardo nell'ultimo frangente di tempo. Convivere con lui mi ha, in altre parole, fatto rivedere la vita sotto la mia comune prospettiva. 

Mio nonno è morto e, a parte il dolore lancinante che ho nel cuore, devo imparare a convivere senza la sua figura accanto, fisicamente, a me. Specifico "fisicamente", poiché il suo spirito so che mi accompagna ogni giorno.

La pandemia c'è tutt'ora e devo destreggiarmi nel sopportarla il più serenamente possibile. Vaccinandomi è un buon modo per farlo! 

La scuola, infine, spero che da settembre possa tornare a essere un luogo più sereno e sicuro, come l'ho conosciuto due anni fa.


Insomma, questo sproloquio mi è servito per buttare fuori ciò che ho celato per tanti giorni e per annunciarvi che SONO TORNATA AMICI!


2 commenti:

  1. Forza Diletta! Abbiamo perso tanto in questo periodo, ma la vita va avanti. Riposati e ricaricati per settembre e speriamo che si possa tornare a respirare in tutti i sensi.

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